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Ecomafia 2016: ogni ora si consumano 3 reati ambientali

(Rinnovabili.it) – La criminalità ambientale non dorme mai: ogni ora in Italia si contano tre ecoreati, crimini perpetrati contro il nostro patrimonio naturale e contro gli animali, illeciti compiuti nei settori più disparati dalla filiera agroalimentare al ciclo dei rifiuti. A fornire storie e numeri dei delitti ambientali nostrani è ancora una volta il rapporto di Legambiente, Ecomafia 2016. Edito da Edizioni Ambiente con il sostegno di Cobat, e presentato oggi a Roma al Senato, il documento mostra quelli che possono considerarsi i primi segni di un cambiamento. Nel 2015 sono diminuiti gli illeciti ambientali accertati mentre di pari passo sono aumentati gli arresti. Una inversione di tendenza che non può non essere in qualche modo attribuita alla grande novità legislativa dello scorso anno: l’introduzione dei delitti ambientali nel Codice penale.

Le notizie migliori arrivano dai settori rifiuti e cemento dove sono in diminuzione le attività illecite. I numeri tuttavia rimangono impressionanti: nel 2015 sono stati accertati quasi 5mila reati solo nella filiera del calcestruzzo. A non conoscere la crisi sono invece gli illeciti nella filiera agro-alimentare, i reati contro gli animali e soprattutto gli incendi, con un’impennata che sfiora il 49%. Roghi che hanno mandato in fumo più di 37.000 ettari, più del 56% si è concentrato nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso. Rimane forte e costante anche la pressione dell’abusivismo edilizio: lo scorso anno sarebbero stati costruiti altri 18.000 immobili completamente fuori legge, un dato doppio rispetto a quello del 2007.

Nonostante il calo complessivo dei reati nel 2015, cresce l’incidenza degli illeciti nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), dove se ne sono contati ben 13.388, il 48,3% sul totale nazionale (nel 2014 l’incidenza era del 44,6%). La Campania con 4.277 reati, più del 15% sul dato complessivo nazionale, è la regione con il maggior numero di illeciti ambientali seguita da Sicilia (4.001), Calabria (2.673), Puglia (2.437) e Lazio (2.431).

“Dopo la legge sugli ecoreati e quella sulle agenzie ambientali – dichiara Stefano Ciafani, Direttore generale di Legambiente – è fondamentale che il Parlamento approvi altre leggi in questa ultima parte di legislatura […] C’è bisogno con urgenza della legge sui delitti contro gli animali, della norma per semplificare l’abbattimento degli ecomostri, di quella contro le agromafie e della costituzione di una grande polizia ambientale sempre più strutturata sul territorio che faccia tesoro dalle migliori esperienze maturate dall’Arma dei carabinieri e dal Corpo forestale dello Stato negli ultimi decenni”.

Autore: Rinnovabili

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