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Le piattaforme petrolifere dovranno pagare l’IMU

Le piattaforme petrolifere dovranno pagare l’imposta locale sugli immobili come qualsiasi altra officina, magazzino o attività commerciale. Il viceministro dell’Economia Enrico Zanetti ha dato parere favorevole, alla risoluzione a prima firma Ferdinando Alberti (M5S) presentata in Commissione Attività Produttive.

Le piattaforme petrolifere dovranno pagare l’imposta locale sugli immobili come qualsiasi altra officina, magazzino o attività commerciale.

Il viceministro dell’Economia Enrico Zanetti ha dato parere favorevole, senza alcuna modifica, alla risoluzione a prima firma Ferdinando Alberti (M5S) presentata in Commissione Attività Produttive.

Questo nonostante il Ministero, in una recente risoluzione (3/DF/2016 del 1 giugno 2016), abbia scritto il contrario, scontrandosi con la sentenza 3618 della Cassazione del 24 febbraio 2016 in cui veniva stabilito che le piattaforme non sono esentate dal pagamento (le strutture dovevano essere accatastate nella categoria D/7).

Secondo il M5S ora il governo dovrà ora uniformarsi all’orientamento giurisprudenziale ribadito dalla Corte di Cassazione con la sentenza e il governo potrebbe farlo già attraverso il prossima decreto enti locali in discussione alla Camera, approvando gli emendamenti che recepiscono la risoluzione.

“Dopo l’approvazione del decreto, gli enti locali potranno e dovranno finalmente tassare le piattaforme situate entro le 12 miglia marine. Per i Comuni si tratta di un bel tesoretto da cui attingere”, ha commentato Alberti.

Visto che parliamo di 119 piattaforme (oltre ad 8 piattaforme di supporto e altrettante strutture non operative), per i Comuni potrebbe voler dire incassare un gettito stimato tra 100 e 200 milioni di euro, al netto degli eventuali arretrati.

Il dipartimento delle Finanze aveva motivato la scelta di non far pagare IMU e TASI alle piattaforme petrolifere, non tanto perché “imbullonati” e quindi esenti, ma per la loro assenza dal Catasto, visto che ad inventariarle è l’Istituto idrografico della Marina, e di conseguenza per portarle sotto il raggio di Imu e Tasi servirebbe “l’ampliamento del presupposto impositivo dell’Imu e della Tasi”.

La sentenza della Suprema Corte aveva invece, precedentemente, dato ragione al Comune di Pineto che aveva chiesto all’Eni 33 milioni di Ici per gli anni 1993-1998, con sanzioni e interessi per la piattaforma collocata di fronte alla costa.

Autore: QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari

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