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WALL STREET: mercato ancora solido, ma fino a quando?

I Large Traders fanno incetta di contratti, questo non va a favore della prosecuzione del rialzo, anche se il mercato resta sicuramente solido, al momento. Analisi del COT Report del CFTC. [Guest post]

Cari amici, la settimana ferragostana appena trascorsa, pur caratterizzata da un volume di scambi alquanto ridotto, ha contribuito a stabilizzare ulteriormente i mercati finanziari internazionali, confermando, ancora una volta, la prospettiva e l’ipotesi di una crescita moderata dell’economia mondiale.

L’ulteriore stabilizzazione dello scenario intermarket, sembra peraltro ripercorrere le orme del recente passato. In particolare assistiamo, come qualche mese addietro, ad un nuovo processo di svalutazione del dollar index, che nelle ultime 4 settimane si è deprezzato del 3 % . Storno che riporta il cambio EURUSD sopra quota 1,13. Ma è il rapporto USDYEN che preoccupa, essendo giunto, dopo una lunga rincorsa, a quota 100 yen per un dollaro. Rammento che lo stesso era pari a 122 all’inizio dell’anno. Dunque una mostruosa rivalutazione che, se non corretta, creerà nuovi rilevanti problemi alla già stagnante economia nipponica. A mio avviso, la svalutazione in corso del dollaro Usa, è opportunamente pilotata, allo scopo di favorire una ripresa delle quotazioni delle commodities che, nelle ultime settimane, manifestavano nuovi preoccupanti segnali di debolezza. In particolare, preoccupava il nuovo deprezzamento del crude oil che si è infatti immediatamente arrestato. Debolezza delle commodities che conferma, comunque, tutte le difficoltà dell’attuale ciclo economico. Qualche incoraggiante segnale giunge, invece, dal mercato obbligazionario. I rendimenti sui bonds decennali Usa crescono, infatti, nuovamente di 7 bps, e si riportano a quota 1,58 %. Segnali di vitalità arrivano anche dall’Europa. Il rendimento sul bund decennale della Germania cresce anch’esso di 7 bps e, pur restando in territorio negativo, si riporta a quota – 0,03 %. Nel complesso e contraddittorio scenario intermarket sopradescritto i mercati azionari, dopo i recenti record, si concedono un’opportuna pausa di riflessione. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, infatti si arresta sugli stessi livelli di 7 giorni orsono. Continua, invece, l’attacco speculativo sul listino azionario italiano, zavorrato pesantemente dalle banche.

Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 64.373

Large Traders : + 71.415

Small Traders : – 7.042

Si conferma, ed anzi si consolida, la configurazione del mercato dei derivati azionari Usa, in auge ormai da quasi 4 mesi. Nell’ultima settimana si sono registrate movimentazioni pari a 10.480 contratti. In particolare, i Large Traders, sembrano davvero molto convinti, acquistano infatti l’intero lotto dei 10.480 contratti long, e conducono la loro posizione Net Long sopra le settantamila unità, ossia ai livelli massimi degli ultimi 5 anni. Gli Small Traders, invece, confermano tutto il loro scetticismo, cedono 2.899 contratti long, e ribadiscono rafforzandola la loro attuale posizione Net Short. I Commercial Traders, infine, lasciano fare ed assecondano gli appetiti dei Large Traders a cui cedono ulteriori 7.581 contratti long, rimpinguando di conseguenza la loro già ingente posizione di copertura, Net Short. Alla luce delle suddette movimentazioni, ribadisco quanto già espresso nei miei precedenti post. Personalmente diffido dell’attuale evoluzione del mercato dei derivati azionari Usa. La mia diffidenza non ha, però, trovato, sino ad oggi, alcuna conferma sui mercati azionari Usa, anche se da alcune settimane è evidente che il ritmo di crescita delle quotazioni azionarie è molto rallentato.

Anche in quest’ultima ottava si evidenzia una scarsa partecipazione al mercato, essendo ancora una volta i soli Large traders ad acquistare. Potrebbe pertanto essere la volta buona per innescare un fisiologico e salutare storno dei listini azionari Usa, anche se gli stessi appaiono, al momento, i più solidi ed i meglio impostati dell’intero panorama borsistico internazionale. Storno limitato che manterrebbe le quotazioni delle aziende Usa coerenti ed in linea con l’attuale scenario macroeconomico, che prospetta una crescita alquanto moderata dell’economia globale. In questi ultimi 24 mesi ciò è peraltro accaduto, poiché gli indici Usa registrano anch’essi una crescita moderata delle quotazioni, complessivamente pari al + 9,8 %. Futuro che si prospetta, quindi, ancora molto incerto, che cercherò, comunque, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Dopo quest’ultima settimana, il mio portafoglio, “ Azioni Italia – LTM “, registra una perdita annua pari al 4,51 %. Performance negativa, influenzata dalle particolari vicende e difficoltà vissute dal listino italiano, che registra, a sua volta, una perdita annua, misurata dal Ftse All Share, pari al 22,77 %. Conseguita, pertanto, in un contesto di mercato molto avverso, una sovra-performance del 18,26 % che ci fornisce altre probanti conferme sulla bontà delle indicazioni operative derivanti dalle ricerche dei due noti professori Usa. In perfetta coerenza con la mia view di medio termine, questa settimana riconfermo il posizionamento del mio portafoglio, costituito dall’ 80 % di posizioni long e dal 20 % di posizioni short, ossia da una posizione Net long limitata al 60 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

Lukas

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