Sono emerse negli ultimi giorni varie indiscrezioni su quelle che saranno le evoluzioni future dei processori Intel, in termini di tecnologie produttive sempre più sofisticate che verranno utilizzate per la loro costruzione. Sappiamo come nel corso degli anni i produttori di semiconduttori lavorino per rendere disponibili nuovi chip che siano costruiti utilizzando tecnologie produttive sempre più complesse, così da integrare un maggior numero di transistor e offrire superiore potenza di elaborazione: questo tuttavia implica un livello di complessità che è sempre più crescente e rende le successive evoluzioni più difficili da raggiungere nei tempi prefissati.
E’ proprio questa difficoltà nello spingersi oltre con le tecnologie produttive dei chip quello che Intel sta sperimentando: al momento attuale è adottata la tecnologia produttiva a 14 nanometri e questa continuerà a restare alla base dell’offerta anche con la più recente generazione di processori, quella basata su architettura Kaby Lake le cui prime implementazioni sono in commercio in queste settimane.
Il 2017 vedrà quindi al debutto tutta la gamma di processori della famiglia Core basati su architettura Kaby Lake a 14 nanometri, con il passaggio al processo più sofisticato a 10 nanometri tra la fine dell’anno e l’inizio del 2018 con le prime proposte indicate con il nome in codice di Cannon Lake. Non sarà però questa l’unica novità: la roadmap dei processori Intel apparsa online in questi giorni riporta infatti anche processori Coffee Lake costruiti con tecnologia produttiva a 14 nanometri per il secondo trimestre 2018, soluzioni che continueranno a servirsi di processo produttivo a 14 nanometri. Perché questa scelta?
Sono diverse le considerazioni che si possono fare a riguardo, ma la più semplice riguarda la complessità del processo produttivo a 10 nanometri che Intel potrebbe riservare alle prooste Cannon Lake più piccole quanto a superficie, destinate all’utilizzo in sistemi mobile. Una superficie del chip più limitata permette sulla carta di contenere la complessità della costruzione, quantomeno in parte, ottenendo migliori rese produttive soprattutto con un processo produttivo da poco introdotto e per il quale ottenere buone rese in volumi è difficile. Le soluzioni Coffee Lake verrebbero così destinate alle CPU di fascia più alta, maggiormente complesse e quindi più a rischio di rese produttive limitate in presenza di un processo costruttivo più innovativo.
Tutto questo avrà di conseguenza ripercussioni anche sul successivo salto tecnologico, quello con processo produttivo a 7 nanometri. In questo caso ci si aspetta un lancio delle prime declinazioni di CPU a partire da non prima del 2020-2022, informazione che abbiamo evidenziato nei giorni scorsi e che non fa che confermare quanto sia difficile e complesso riuscire a rendere disponibili processori costruiti con tecnologie produttive sempre più sofisticate e complesse.
Autore: Le news di Hardware Upgrade
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