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Riscaldamento globale: è record di CO2 in atmosfera

(Rinnovabili.it) – Fino ad ora erano solo previsioni, anche se provenienti dagli osservatori più affidabili al mondo. La concentrazione di CO2 in atmosfera ha superato la soglia di 400 ppm dall’inizio del 2016 e non scenderà sotto questo valore per decenni, annunciava il Met Office basandosi sui dati provenienti dalla stazione di rilevamento delle Hawaii, e prospettava un aumento record di 3,1 ppm su base annua. Adesso abbiamo la certezza, quella empirica. L’ultima settimana di settembre infatti è il periodo in cui, storicamente, si registrano i cali maggiori. Ma quest’anno non siamo più scesi sotto la soglia dei 400 ppm, nuovo record per il riscaldamento globale.

E difficilmente i prossimi mesi dell’anno faranno registrare un miglioramento. Infatti settembre è un passaggio chiave, come spiega Ralph Keeling, scienziato che dirige il programma di monitoraggio della CO2 allo Scripps Institute for Oceanography: l’estate lascia il passo all’autunno, e la vegetazione smette di catturare CO2 per rilasciarla in atmosfera con la perdita del fogliame. Una tendenza, questa, ben consolidata nelle rilevazioni scientifiche.

“E’ possibile che ottobre scenda sotto i 400 ppm? Quasi impossibile”, afferma Keeling. E’ successo in alcuni casi in passato che si registrassero valori in discesa, ma al massimo di 0,45 ppm: non abbastanza, nel 2016, per tornare sotto la soglia. Così, il 2016 si appresta a diventare l’anno più caldo della storia, ma anche quello in cui per la prima volta la concentrazione di CO2 in atmosfera non è mai scesa più in basso dei 400 ppm.

Soglia psicologica, ma con conseguenze importantissime per la Terra. L’accumulo di CO2 infatti intrappola il calore, provocando il riscaldamento globale che intensifica le condizioni climatiche estreme sul pianeta. Convenzionalmente, gli scienziati del clima hanno fissato a 450 ppm il punto di non ritorno, che se superato farebbe certamente aumentare la temperatura globale oltre i 2°C, vanificando l’accordo di Parigi.

Ma un recente studio ha dimostrato che anche i 400 ppm sono da considerare un limite importante, perché anche se non inquinassimo più, già a partire da oggi, la Terra si riscalderebbe di oltre 1,5°C (l’obiettivo più ottimistico dell’accordo sul clima). Infatti, argomenta la ricerca, siamo in una fase di disequilibrio climatico che tenderà a riassestarsi, ovviamente al rialzo: il riscaldamento delle terre emerse è maggiore della media globale.

Autore: Rinnovabili

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