(Rinnovabili.it) – Provate ad immaginare un futuro di centrali elettriche virtuali, costituite da un sistema di gestione intelligente dei consumi e della generazione distribuita, che ci renda liberi dall’attuale sistema produttivo centralizzato. E che, sopratutto, apra le porte alla piena integrazione delle energie rinnovabili, in sostituzione delle fonti fossili. Un simile scenario è ancora lontano, ma le basi sono già state gettate come dimostra la britannica Reactive Technologies. Nel Regno Unito, la società ha realizzato la prima trasmissione dati attraverso la rete elettrica nazionale. Si tratta di una tecnologia di comunicazione unica che attraverso la tradizionale infrastruttura elettrica permette ai dispositivi collegati di condividere le informazioni, consentendo il controllo in remoto e la valutazione delle attività.
Gli approcci tradizionali, a quello che è chiamato in gergo Demand Side Response (DSR) o gestione attiva della domanda di energia, richiedono una connessione internet affidabile o una di comunicazione mobile, oltre a un contatore individuale. Elementi che possono rivelarsi finanziariamente proibitivi e limitare la sostenibilità dei sistemi DSR che incorporano migliaia di asset minori.
Il nuovo sistema, battezzato con il nome di Grid Data and Measurement System (GDMS), opera attraverso le continue e sottili modifiche della frequenza di rete, generate dai cambiamenti nel consumo energetico. Un codice univoco di ‘on’ e ‘off’ che viene tradotto da speciali ricevitori, incorporati all’interno dei connettori di dispositivi come congelatori, scaldabagni e apparecchi di condizionamento dell’aria.
Attraverso i normali cavi elettrici quindi, il GDMS invia (e riceve) messaggi a qualsiasi apparecchiatura dotata di porta intelligente e collegata alla rete elettrica, chiedendole di regolare il consumo di energia. A livello domestico, questo potrebbe significare ad esempio permette che la temperatura di un congelatore aumenti di 0.5 °C per tagliare la domanda in caso di picchi nella rete nazionale o al contrario di alzare la temperatura dello scaldabagno quando aumenta la produzione rinnovabile. Nel settore commerciale, il primo a veder sperimentata la nuova tecnologia, potrebbe significare invece la regolazione del sistema di climatizzazione.
La nuova tecnologia potrebbe portare a bollette più leggere per i consumatori che accettino piccole variazioni nel consumo energetico dei loro apparecchi, come scaldabagni o congelatori.
La flessibilità fornita da migliaia di apparecchi combinati potrebbe ridurre i picchi della domanda ed eliminare la necessità di nuove centrali.
“Che cosa è meglio? – domanda Marc Borrett, CEO di Reactive Technologies – Costruire una Hinkley, che se va in down porta via il 7% della generazione elettrica nazionale, o costruire nuova capacità attraverso centinaia di migliaia di dispositivi più piccoli in tutto il Regno Unito? C’è bisogno di cambiamento culturale: più piccolo è meglio, distribuito è meglio”.
Autore: Rinnovabili
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