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BREXIT: FUGA DA LONDRA (e occhio alla stagflazione)!

Molti considerano tuttora la Brexit come una grande vittoria per la Gran Bretagna. Come è noto e come vi ho illustrato in QUESTI POST, occorre innanzitutto dire che la Brexit non è nemmeno partita perché mancano tuttora le basi dei negoziati con Bruxelles ed i conti si faranno solo alla fine. Ma è altrettanto vero che sui mercati finanziari, invece, qualcosa si è mosso, eccome se si è mosso. Ovviamente parliamo della sterlina. Ed è proprio dalla svalutazione della stessa che in molti vedono il successo della Brexit, in quanto una sterlina debole è una manna dal cielo per l’export. “Se anche l’Italia potesse svalutare…” Però la cosa che ho trovato sconvolgente sono i recenti commenti della May proprio in materia Brexit.

(…) Il Regno Unito potrebbe perdere circa 66 milioni di sterline, pari a 72,864 miliardi di euro, di gettito fiscale annuo se optasse per una “Brexit dura”. E’ la stima del governo britannico resa nota dal quotidiano The Times. Secondo i documenti di Downing Street, il prodotto interno lordo del Paese potrebbe calare del 9,5% se il Paese, a valle dei negoziati con Bruxelles, abbandonasse il mercato unico e scegliesse di dipendere dalle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio per gli scambi con il continente. Il calo significativo delle entrate fiscali potrebbe costringere Londra a tagliare la spesa pubblica o aumentare le tasse. L’eventuale diminuzione delle entrate è prevista anche in un documento del governo e sarebbe parte importante del gettito di 716 miliardi di sterline (circa 790 miliardi euro) previsto per quest’anno. (IFQ) 

La Sterlina inglese negli ultimi giorni

A parlare non sono i gufi e tantomeno gli europeisti, ma gli stessi sostenitori della Brexit che ammettono le conseguenze di una VERA Brexit che a questo punto, non è voluta nemmeno da loro. Mi pare ovvio.
Però giustamente l’Unione Europea non è poi così d’accordo per un’uscita più leggera.

(…) Venerdì scorso la valuta britannica è crollata del 6% in pochi minuti probabilmente per un errore umano o l’effetto amplificato di un algoritmo automatico, ma gli ordini di vendita sono partiti proprio a causa del timore di una “hard Brexit”, ventilata dal presidente francese François Hollande in un’intervista al Financial Times. (…)

Sterlina GBP vs USD da inizio anno: peggio del Peso Argentino!

Quindi una guerra diplomatica che non sarà semplice ma che trova la Gran Bretagna in una condizione di debolezza in quanto è stata lei stessa a voler uscire. E ora che ne paghi le conseguenze. Ricordiamo inoltre che l’UK vive sui servizi, sul terziario, sul finanziario e non certo sull’industria. Ed ecco che già ci sono le prime defezioni. Fuga da Londra.

(…) La banca statale russa Vtb ha fatto sapere di essere pronta a lasciare Londra e trasferire la divisione investimenti a Francoforte, Parigi o Vienna a causa della Brexit. “Avevamo grandi piani per la nostra sede di Londra, ma con la Brexit stiamo ridimensionando le nostre operazioni” nella capitale britannica “e trasferendole altrove” (…) Secondo uno studio della società di consulenza Oliver Wyman, fino a 71mila posti di lavoro e circa 10 miliardi di sterline in entrate fiscali potrebbero essere persi dal settore finanziario d’Oltremanica se alla Gran Bretagna verranno imposte restrizioni pesanti sugli scambi con l’Ue. (…)

Ma la banca russa è solo la prima di una lunga serie.

(…) Alcune grandi banche, tra cui Goldman Sachs, Morgan Stanley e JPMorgan Chase, hanno preso in considerazione la possibilità di spostare un parte delle attività europee fuori da Londra, come conseguenza dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, decretata dal referendum dello scorso giugno.
Secondo indiscrezioni riportate dall’emittente televisiva Cnbc, che ha ripreso quanto riportato dal britannico Sunday Times, ad approfittare dell’eventuale ricollocamento potrebbe essere Francoforte, che sta cercando di attirare le società del settore dei servizi finanziari. In particolare, Goldman Sachs starebbe pensando di trasferire circa 2.000 dipendenti in un’altra città europea. L’istituto per il momento non conferma, ma neppure smentisce l’intenzione di voltare le spalle alla City. (Source) 

Quindi il braccio di ferro ora sarà quanto mai interessante e, se raggiungeranno il compromesso (“soft Brexit”), semplicemente NON sarà Brexit come si pensava. Anche il Financial TImes non la vede molto bene. Leggete QUESTO interessante articolo:

Britain is facing a divorce bill from the EU for as much as €20bn, according to a Financial Times analysis that shows the bloc’s shared budget is emerging as one of the biggest political obstacles to a Brexit deal. (…) The €20bn upper estimate covers Britain’s share of continuing multiyear liabilities, including unpaid budget appropriations of €241bn, pensions liabilities of €63.8bn and future contractual and other spending commitments totalling about €32bn. (…) 

Domanda: qualcuno è ancora convinto che una soluzione del tipo “hard Italexit” possa essere una manna dal cielo per il Bel Paese?

INFLAZIONE: Occhio all’inversione!

Quindi, sembra chiaro che il rallentamento UK sia scontato ed ovvio. E’ ammesso persino dalla May in modo evidente. Ora, ragionate un attimo e pensate cosa potrebbe essere fatto per cercare di rilanciare l’economia. La risposta è quasi ovvia. Ma signori! Ovviamente la politica monetaria può fare molto! (ovvio, sto sdrammatizzando perchè noi tutti sappiamo che non è così). Senza andare su quella che è definita come politica monetaria NON convenzionale, quindi il QE, la BoE potrebbe fare una cosa molto semplice: tagliare i tassi per stimolare l’economia.

MA ecco il problema: qui sopra trovate il grafico dell’inflation swap forward 5y5y (quindi inflazione prospettica) dei principali poli economico “core”. Come potete notare.

a) il Giappone è in downtrend ed a rischio deflazione (ennesima!)

b) l’Eurozona ancora in discesa e sempre a rischio deflazione anche se la situazione sta un po’ migliorando

c) gli USA stanno timidamente invertendo

d) UK…è partita di brutto l’inflazione!

Domanda: come può operare una banca centrale con una fase recessiva e forte inflazione? Semplicemente si…attacca al “Double Decker”. Si chiama STAGFLAZIONE, la bestia peggiore per qualsiasi banca centrale. Auguri, cara UK…

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)
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