All’inizio della settimana dopo fiumi e fiumi di inchiostro e chiacchiere da bar sulla fuga della disperazione da Londra, finalmente quattro parole in croce serie da parte di Myrta Merlino maga dell’Aria che tira, una delle tante tuttologe che girano per i teleschermi…
Due cosine piccole, piccole, il resto leggetevelo Voi perchè io sono ancora qui che rido insieme alla regina…
Uno dei tanti italiani che gestiscono attività nella City, Francesco Castelli, responsabile Fixed Income di Banor Capital Ltd., non ha dubbi: «Non conosco banche o altri operatori finanziari che premeranno il famoso “grilletto” entro Natale a causa della Brexit – commenta -. Sarebbe assurdo pensarlo, visto che gli effetti reali si conosceranno solo alla fine delle negoziazioni».
Anche nel caso venisse tolto alle banche e agli operatori finanziari britannici il “passaporto” europeo, alcune attività, come l’investment banking, non ne risentirebbe. Sarebbero invece più toccati tutti quelli che raccolgono denari da cittadini europei, come i fondi di asset management, che a Londra pesano moltissimo in termini di personale impiegato. Anche in questo caso, tuttavia, si dimentica un dettaglio: i grandi fondi di asset management oggi presenti a Londra hanno già oggi sede legale in Irlanda.
A proposito di sterlina…
Ieri ha parlato il governatore della Banca centrale inglese Carney, davanti alla Camera dei Lord sullo stato dell’economia del Regno Unito.
Alla domanda circa il recente deprezzamento della sterlina, Mr Carney ha detto che riflette la modifica della percezione dei mercati sul potenziale futuro rapporto del Regno Unito con l’Unione europea a proposito delle recenti dichiarazioni fatte dal primo ministro e da altre figure di alto livello del governo in occasione della conferenza del partito conservatore all’inizio di questo mese.
Chiaro no, mica vi ha raccontato come noi che la sterlinuccia era alquanto sopravvalutata sulla base dei seguenti dati?
Un disavanciuccio delle partite correnti vicino al 6 % del pil!
Come è quella che la sterlina è crollata per colpa della Brexit?
Anche se il governatore ha detto che era “un po’presto” per emettere sentenze, ha aggiunto che i membri del Comitato di politica monetaria “non sono indifferenti al tasso di cambio” e che discuteranno i movimenti recenti quando si incontreranno la prossima settimana per decidere come regolare la politica monetaria.
Di questo e tanto altro parleremo insieme in “Cash is king e Phoenix the queen” nelle prossime settimane, probabilmente subito dopo le elezioni americane.
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