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Decreto Biometano Bis: il Mise avvia consultazione

(Rinnovabili.it) – Era atteso dal settore con particolare impazienza in quanto ultimo tassello necessario a sbloccare il potenziale italiano in termini di biofuel. Ora il Decreto Biometano Bis ha una bozza organica, consultabile su sito del Ministero dello Sviluppo. Il dicastero ha aperto ieri, in via ufficiale, la consultazione pubblica del provvedimento interministeriale che disciplinerà l’utilizzo del biometano e dei biocombustibili di prima, seconda e terza generazione.

Quello che emerge da una prima lettura è un testo che risponde alle indicazioni dell’Unione Europea, mettendo in luce il ruolo dell’economia circolare e di biofuel avanzati (III generazione), ovvero quelli ottenuti da rifiuti e colture algali.

Nel dettaglio, il decreto si applica a tutti nuovi impianti per la produzione di biometano e a quelli esistenti riconverti, che entrino in esercizio entro il 31 dicembre 2022, rispettando il limite massimo di producibilità complessivamente incentivata di 1,1 miliardi di metri cubi all’anno. Raggiunto il limite potranno beneficiare degli incentivi solo le strutture che avranno presentato richiesta di qualifica e che siano entrate in esercizio entro i 12 mesi successivi.

Gli incentivi del Decreto Biometano Bis

Per il biometano immesso nella rete del gas naturale e utilizzato per i trasporti, l’incentivo ha una durata di venti anni ed è emesso sotto forma di certificati di immissione in consumo (CIC) di biocarburanti.

Per quello senza destinazione specifica di uso è prevista l’emissione di Garanzie d’Origine e l’istituzione presso il GSE di un “Registro nazionale” delle GO.

Dal 1 gennaio 2018, nelle reti potrà essere immesso anche il biometano avanzato (ottenuto da rifiuti e alghe). Il ritiro viene effettuato a un prezzo pari a quello medio ponderato con le quantità, registrato al Punto di Scambio Virtuale (PSV) nel mese di cessione, che il GME rende disponibile sul suo sito internet, ridotto del 5%. Il Gestore effettua il ritiro e lo cede mensilmente mediante procedura di asta pubblica a una o più società di vendita di gas naturale. Peri biofuel avanzati diversi dal metano, è riconosciuto invece al produttore il valore dei corrispondenti CIC attribuendo a ciascun certificato un valore pari a 375,00 euro entro la quantità massima annua prevista dalla legge.

Il testo è stato approvato già dal Comitato tecnico consultivo biocarburanti, gruppo di lavoro che racchiude rappresentanti del MiSE, MATTM, MIPAAF, MEF, Agenzia Dogane e del GSE. Ora, fino al 13 gennaio sarà a disposizione dei soggetti interessati che potranno inviare commenti o proposte.

La bozza di decreto ha finora accolto molte delle proposte avanzate dal CIB, Consorzio Italiano Biogas e dalle altre associazioni aderenti alla Piattaforma Tecnologica Nazionale sul (Bio)metano, coordinamento tra dieci rappresentanze del mondo agricolo, delle imprese del riciclo organico, dell’industria del gas e delle utilities, delle associazioni ambientaliste. Della Piattaforma, nata durante l’ultima edizione di Ecomondo a Rimini, fanno parte Anigas, Assogasmetano, CIB-Consorzio Italiano Biogas, CIC-Consorzio Italiano Compostatori, il Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, Confagricoltura, Fise-Assoambiente, Legambiente, NGV Italy, Utilitalia, Fiera di Rimini. Tra le novità più attese l’allungamento della vigenza del decreto fino al 2022 e strumenti di supporto che favoriscano la bancabilità dei progetti e la valorizzazione dei livelli di sostenibilità ambientale implementabili con il biometano.

«Siamo soddisfatti del lavoro fatto dai Ministeri, che hanno proposto in consultazione un testo di decreto che contiene numerosi aspetti migliorativi», commenta Piero Gattoni, presidente del CIB, Consorzio Italiano Biogas. «Finita la lunga fase di approvazione delle normative tecniche necessarie alla produzione e all’immissione nella rete del gas del biometano, occorreva un “tagliando” del decreto che facesse tesoro dei ritardi accumulati e desse un quadro regolamentare che facilitasse l’attivazione di nuovi progetti. Imprese e associazioni hanno avuto il merito di creare un coordinamento tra tutti i portatori di interesse per semplificare i processi di consultazione e limare i complessi aspetti tecnici e operativi necessari».

Autore: Rinnovabili

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