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Sbiancamento dei coralli: sarà la norma già nel 2054

(Rinnovabili.it) – Tre quarti delle barriere coralline mondiali saranno esposte a un calore eccessivo entro il 2070, anche se le attuali promesse sulla riduzione delle emissioni da parte degli Stati fossero mantenute. Lo sbiancamento dei coralli, così, diventerà la norma e non più un fenomeno eccezionale. Lo sostiene uno studio pubblicato di recente sulla rivista Scientific Reports e appoggiato dall’Onu.

L’attenzione degli scienziati è puntata sul fenomeno dello sbiancamento dei coralli (coral bleaching), che nel 2016 ha martoriato in particolare l’Australia settentrionale. Causato da temperature eccessivamente alte degli oceani, si traduce in pratica in una sentenza di morte per vaste parti delle barriere coralline. I coralli reagiscono allo stress termico prima “colorandosi” di una pigmentazione accesa, quindi perdendo completamente colore. A questo stadio sono normalmente dichiarati morti. Le parti che sopravvivono hanno bisogno di un periodo di almeno 5 anni per riprendersi completamente.

Periodo che potrebbero non avere più in futuro. Gli scienziati hanno calcolato che, in uno scenario in cui gli Stati prestano fede agli impegni sul clima sottoscritti con l’Accordo di Parigi (impegni che non bastano per mantenere il riscaldamento globale sotto i +2°C), lo sbiancamento dei coralli inizierà a verificarsi ogni anno a partire dal 2054 in media. Inizieranno prima i reef situati in prossimità dell’equatore, poi via via tutti gli altri. Entro il 2070 tre quarti delle barriere coralline sarà colpito da questo fenomeno.

Gli scienziati hanno poi paragonato questo scenario con uno business as usual, ovvero hanno calcolato cosa succederebbe se le emissioni di gas serra non venissero tagliate rispetto ai livelli attuali. Per quanto riguarda i coralli, la differenza è minima: lo sbiancamento annuale inizierebbe 11 anni prima. Il confronto è utile per comprendere l’urgenza di adottare misure ben più audaci sul clima. Qualsiasi aumento della temperatura globale oltre gli 1,5°C – obiettivo solo nominale dell’Accordo di Parigi, ormai non più raggiungibile – secondo gli scienziati avrà effetti disastrosi per gli ecosistemi dei reef.

Autore: Rinnovabili

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