Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali sembrano aver definitivamente archiviato il clima di euforia seguito all’elezione di Trump alla presidenza degli Stati Uniti d’America. Da oggi in avanti, per muovere i mercati, serviranno non più promesse e suggestioni, bensì risultati tangibili e concreti.
Risultati, peraltro, affatto scontati, e non facilmente raggiungibili. Reflazionare il sistema economico globale, a fronte di enormi e ben radicate tendenze deflattive, è infatti un’impresa molto ardua, quasi titanica. Tendenze deflattive che trovano, peraltro, ancor oggi probanti conferme nello scenario intermarket.
Innanzitutto, segnaliamo la persistente forza del dollar index, oggi a quota 101,49. La reflazione dell’economia implicherebbe una sua svalutazione, ed invece si preannunciano, sin da questa settimana, una serie di rialzi dei tassi Usa, che rischiano di accentuarne ulteriormente la sua forza. Le commodities, poi, costituiscono l’emblema stesso della deflazione, nell’ultimo decennio le stesse registrano infatti una svalutazione del 50 % in termini nominali, e del 30 % in termini reali. Anche nell’ultima settimana abbiamo assistito ad un pesante storno delle quotazioni del crude oil, che se troverà ulteriore seguito, minerà nuovamente, come già accaduto nel 2015-2016, la stabilità di tutti mercati finanziari. Nel mercato obbligazionario, invece, le tendenze deflattive sono presenti da oltre tre decenni, durante i quali i tassi sui bond decennali Usa sono scesi dal 15,84 del 01/01/1981 al 2,58 % attuale. E non inganni il rialzo di 120 bps registrato negli ultimi 8 mesi, trattasi per ora solo di un rimbalzo tecnico, che non preannuncia a mio avviso alcuna strutturale e duratura inversione di tendenza. La deflazione, contrariamente a quanti molti pensano, ha impattato anche sui mercati azionari. Basti pensare che in questi primi anni del XXI secolo si sono registrati ben due delle tre più importanti inversioni della loro storia. E ciononostante in molti parlano di bolla presente su di essi, ma non si accorgono che negli ultimi 15 anni i mercati azionari Usa registrano un incremento complessivo pari a circa il 107 %, ossia un incremento annuo medio alquanto modesto, pari a circa il 7 %. E ciò solo grazie all’intervento decisivo delle diverse Banche Centrali, che fortunatamente hanno tenuto un atteggiamento ben diverso di quello che ebbero durante la terribile crisi del 1929.
Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 43.850
Large Traders : + 43.824
Small Traders : + 26
Oggi però siamo alla vigilia di un evento importante, ossia alla vigilia di un nuovo rialzo dei tassi d’interesse ad opera della FED. La nuova configurazione del Cot Report, ci dice che probabilmente il mercato l’ha già scontato e non sembra temerlo. Ciò ci fà propendere per l’ipotesi di una navigazione futura tranquilla, meno esuberante che nel recente passato, e non ci fà intravvedere a breve nessuno scossone significativo per i mercati azionari Usa e mondiali, come invece in molti s’attendono.
Futuro che si prospetta, pertanto, ancora moderatamente positivo, che cercherò, come al solito, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Dall’inizio dell’anno il mio portafoglio “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance positiva, pari al + 7,9 %. Performance superiore a quella realizzata dal Ftse All Share, pari, nel contempo, al + 3 %. Conseguita, pertanto, una sovra-performance del 4,9 %, che ci dà altre probanti conferme sulla bontà del nostro approccio operativo, che negli ultimi 4 anni ci ha regalato una sovra- performance media annua pari al + 20,8 %. In coerenza con l’analisi di mercato esposta e con la mia positiva view d’ordine generale, questa settimana, riconfermo la mia esposizione sul mercato azionario italiano, costituita dall’85 % di posizioni long, e dal 15 % di posizioni short, ossia da una posizione Net long pari al 70 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.
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Autore: Finanza.com Blog Network Posts
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