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Emissioni: la Germania rischia di fallire gli obiettivi al 2020

(Rinnovabili.it) – Le emissioni di gas serra della Germania sono salite nel 2016 fino a toccare i 906 milioni di tonnellate. Un aumento minimo rispetto all’anno precedente, quando si erano attestate a 902 mln di t, ma pur sempre in direzione contraria a quanto stabilito dall’Energiewende, il piano di transizione energetica della Repubblica federale.

I dati sono stati forniti dall’Agenzia federale per l’ambiente (Uba), che lancia l’allarme: questi numeri rendono improbabile il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2020. Berlino si è impegnata a tagliare i gas serra del 40% mettendo in campo un’ampia strategia che coinvolge anche trasporti e l’aumento delle energie rinnovabili.

Il parere dell’Uba richiama e conferma quanto già anticipato da uno studio del gruppo di ricerca sul mercato dell’energia AG Energiebilanzen alla fine del 2016. A pesare sulle scarse performance tedesche, secondo i dati dell’Uba, è soprattutto il settore dei trasporti. L’aumento del trasporto merci su gomma e delle immatricolazioni di veicoli privati sono responsabili di un’impennata di 5,4 milioni di tonnellate di CO2.

In altri settori la Germania fa registrare risultati decisamente più positivi. In merito alle rinnovabili, ad esempio, ha portato la quota di energia pulita a quasi un terzo del mix energetico nazionale. In parallelo procede il phase-out del nucleare, che dovrebbe essere completato nel 2022. Ma proprio la scelta di rinunciare all’energia dell’atomo sta frenando ogni sforzo per ridurre la dipendenza di Berlino dal carbone e dalla lignite, che pesano ancora per oltre il 40% sulla produzione energetica del paese.

Su questo punto il governo sta prendendo tempo da diversi mesi. Le ultime dichiarazioni dell’esecutivo spostano l’abbandono del carbone a una data successiva al 2040. Secondo diversi studi indipendenti, è una scelta che impedirebbe da sola al paese di rispettare i suoi impegni sul clima. La ragione per cui Berlino tace sulle centrali a carbone, probabilmente, è elettorale. Il voto previsto per il prossimo autunno si avvicina e nessun partito vuole rischiare di perdere voti tagliando l’occupazione.

Autore: Rinnovabili

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