Ma che sorpresa, come in Germania, anche nel resto dell’Europa l’inflazione corregge il tiro e casualmente si raffredda.
E anche qui da noi, in Italia, non si fanno eccezioni.
Complice innanzitutto la componente NON core, quindi il costo di petrolio e materie prime in generale: Anche degli alimentai, condizionati oltremodo nei mesi scorsi dal maltempo che ne ha causato un’impennata dei prezzi.
In Italia l’inflazione a marzo rallenta, dopo quattro accelerazioni consecutive. Lo rileva l’Istat nelle stime. I prezzi al consumo sono, infatti, saliti dell’1,4% su base annua. Un ritmo inferiore rispetto a quello registrato a febbraio, quando il tasso annuo si era attestato all’1,6% (il valore più alto da quattro anni). Su base mensile i prezzi restano invece fermi: la variazione congiunturale è nulla. (…) Insomma dopo l’infiammata dei mesi scorsi a marzo si assiste a una sorta di assestamento del tasso, con una decelerazione dovuta soprattutto ai prezzi di frutta e verdura. C’è, probabilmente, lo zampino del bel tempo. D’altra parte il rallentamento dei listini ha interessato, in misura ancora più incisiva, tutta l’eurozona. In generale, a marzo il tasso registrato nella Penisola (1,4%) è pressoché in linea con quello medio dei Paesi della moneta unica (+1,5%).
Intanto, in Italia, l’inflazione acquisita per il 2017 risulta pari a +1,1%. (Source)
Beh, la cosa non ci sorprende nemmeno troppo e se dobbiamo essere sinceri, non deve sorprendere neppure il mercato visto che il mercato stesso, in tempi non sospetti, iniziava ad intravvedere qualcosa che non funzionava.
Guardate voi stessi questo grafico.
In giallo il famoso inflation swap forward 5y5y che va a misurare il tasso inflazione tendenziale per il medio lungo periodo. E come spesso accade, queste tendenze potenzialmente di lungo scontano tempistiche ben più recenti. Curioso il fatto che fino a gennaio questo indice (in giallo) spingeva forte al rialzo. Erano i mesi del rally del petrolio e delle materie prime in generale. In molti dicevano: ” è l’effetto reflazione“. Se guardiamo la linea verde, è chiarissimo l’impegno della BCE in questa direzione. Ma è altrettanto vero che, a conti fatti, era solo un’illusione. La BCE con il suo operato ha influito ben poco sul tasso inflazione (quindi non possiamo definirla reflazione) mentre ha fatto la differenza l’aumento di prezzo delle materie prime.I bond seguono a ruota il corso del tasso di inflazione prospettica mentre la borsa vive la magia della bolla di liquidità.
Anche se mi sembra un po’ incoerente la sua forza se andiamo a parametrarlo proprio con questo ultimo indice. Non vi pare?
STAY TUNED!
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ITALIA: tasso inflazione al ribasso. Ma non era REFLAZIONE?,
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