(Rinnovabili.it) – “L’introduzione degli indicatori del BES, il benessere equo e sostenibile, nel Documento di Economia e Finanza è un elemento di grande novità per il nostro Paese, che rafforza il legame tra qualità ambientale e sviluppo economico”. Con queste parole il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, annuncia una delle due grandi novità contenute nel DEF 2017, il documento annuale nel quale vengono messe per iscritto tutte le politiche economiche e finanziarie selezionate dal Governo. Approvato ieri dal Consiglio dei Ministri e quindi trasmesso alle Camere, il DEF, per la prima volta, mette sulla bilancia anche il tema delle disuguaglianze economiche e lo fa, per l’appunto, attraverso due nuovi strumenti: il Reddito di inclusione attiva (Rei), l’indice del Benessere equo e sostenibile (BES).
L’indice nasce nel 2011 con l’obiettivo di misurare il progresso di una società non soltanto dal punto di vista economico, ma anche sociale e ambientale attraverso l’analisi di dodici domini muldimensionali: si va dalla salute, all’istruzione e formazione dalle relazioni sociali al patrimonio culturale, dall’ambiente alla ricerca. Un monitoraggio ad ampio spettro che consente di rendere misurabile la qualità della vita e valutare l’effetto delle politiche pubbliche su alcune dimensioni sociali fondamentali.
È stato sviluppato dall’Istat insieme ai rappresentanti delle parti sociali e della società civile per poterlo integrare con l’indicatore dell’attività economica, il Pil. Perché entrasse a far parte della contabilità dello stato si è dovuto aspettare però che la Legge di bilancio del 2016. Per ora non sarà integrato interamente: un apposito comitato dovrà stabilire quali valori andranno inseriti nel DEF ma il Governo ha già anticipato i principali temi di quest’anno: il reddito medio disponibile, della diseguaglianza dei redditi, della mancata partecipazione al mercato del lavoro, delle emissioni di CO2 e altri gas climalteranti. “Per le stesse variabili il DEF fissa anche gli obiettivi programmatici”.
In linea di principio il benessere trae vantaggio dall’aumento del prodotto interno lordo ma non coincide con esso. La qualità e la sostenibilità dell’ambiente, le diseguaglianze economiche, la qualità del lavoro, la salute ed il livello di istruzione della popolazione sono alcune delle dimensioni che concorrono al benessere di una società. “Per queste ragioni – spiega la nota stampa del CdM – il Governo italiano, primo in Europa e tra i Paesi del G7 (leggi le ultime novità sul G7 Energia), ha deciso di introdurre in via provvisoria alcuni indicatori di benessere già partire da questo Documento programmatico”. In particolare, aggiunge Galletti “l’inserimento dell’indicatore ’emissioni di CO2 e altri gas climalteranti’ indirizzerà ancora di più la programmazione delle riforme verso quel disaccoppiamento tra crescita del Pil e produzione di CO2 che è già una tendenza riscontrata nell’economia globale”. Un’ambizione lodevole che sembra tuttavia mancare all’Italia durante le discussioni europee sull’Effort Sharing Regulation.
Autore: stefania Rinnovabili
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