Lasciamo da parte quello che può essere il rischio geopolitico, ma anche politico (visto che c’è un mix di fattori quali la Corea del Nord, l’Iran, il rischio Frexit e poi ovviamente c’è la mina vagante Trump…) che possiamo percepire nell’aria.
Fermiamoci esclusivamente ai fatti ed ai mercati finanziari e prendiamo in considerazione quel mercato che tutti davano per morto ma che morto, forse, non era per nulla: il mercato obbligazionario. Il motivo è chiaro. Sarebbe stato morto se si parlava di vera reflazione e di un realistico nuovo ciclo di tassi in aumento. Ma come potete vedere, qualcosa sotto la cenere continua a bruciare.
Hanno aiutato sicuramente i fallimenti politici di Trump, riforma dell’Obamacare in primis, che ha poi messo in dubbio il vero motore della reflazione indotta, ovvero le riforme fiscali. E quindi che è successo? Che i Treasury magicamente sono tornati al punto di partenza, ovvero ai livello pre-elezioni presidenziali. Sarà un caso? Non credo. La liquidità copiosa, ovviamente, ha aiutato il fenomeno del rientro dei flussi sui bonds. Ma poi, come ho scritto qui, i dati macro USA degli ultimi giorni non convincono. E che economia USA sarà senza il “reflation trade” generato da Trump?
E se negli USA l’economia sembra frenare ed i Treasury tornano a salire, anche in Europa, malgrado una situazione apparentemente migliore, tornano alla ribalta i Bund. OK, non c’è Trump ma ci sono le elezioni in Francia. Quindi per farla breve, c’è stato un generalizzato ritorno di denaro sul mondo obbligazionario.
Ora quello che bisogna capire è SE si tratta di un momentaneo rally oppure è il cambiamento strutturale di un mercato che sembrava ben indirizzato verso un deciso indebolimento.
La risposta ce la darà, come dicevo in apertura, tutto quanto non è economico, vista l’importanza di fattori esogeni. Intanto però il mercato ha preso una piega che tecnicamente sembra chiarissima.
Ecco come leggo il grafico:
A) La rottura di area 2,50% a novembre con l’elezione di Trump è stato un primo segnale (violento) di inversione.
B) Raggiunta l’area critica a 2,60% viene a formarsi un trading range. Area di distribuzione? Di già?
C) La rottura di tale area (2,30%) lancia subito il decennale USA al test della media mobile a 200 giorni
D) Il test al momento è superato in quanto la MM200 regge. Ma il MACD è chiaramente negativo e la tendenza parla da sé.
E) Diventa quindi fondamentale la tenuta di area 2,20% e della MM200. In caso contrario il rischio di un raggiungimento di quota 2% diventa più che un’ipotesi. E un eventuale inasprimento del clima politico e geopolitico potrebbe aiutare in questa direzione.
Ovvio, il mio è come sempre un parere ma…fate molta attenzione al comportamento di questo mercato. Condizionerebbe in modo determinante anche il mondo equity e no solo quello.
STAY TUNED!
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Il ritorno degli ZOMBIES (ma il mercato obbligazionario non era morto?),
Autore: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts
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