(Rinnovabili.it) – Da curioso esperimento a tecnologia mainstream: questo il destino ormai prossimo dei moduli fotovoltaici bifacciali. A consacrarne il ruolo è la LONGi Solar, società cinese che ha esposto a Intersolar 2017 il proprio pannello solare a doppia faccia: un modulo in celle solari in silicio mono cristallino di tipo PERC (Passivated Emitter and Rear Cell), la cui particolare architettura permette loro di migliorare l’assorbimento della luce vicino alla superficie posteriore ed ottimizzare la cattura degli elettroni.
Parlando ai microfoni di PV Tech, l’azienda si è detta convinta che i moduli fotovoltaici bifacciali diverranno a breve il nuovo trend del settore, soprattutto per gli impianti di scala utilty. Due anni di tempo e i prototipi saranno una realtà commerciale consolidata per la società cinese.
“Prevediamo che in due anni i moduli fotovoltaici bifacciali saranno il nostro prodotto tradizionale e che in tre-cinque anni, tutto il settore utilizzi il bifacciale. Fatta eccezione per alcune applicazioni residenziali, dove non c’è distanza sufficiente dietro al pannello,” ha affermato Zhenguo Lee, presidente della LONGi Solar.
Solo chiacchiere da fiera? Non proprio. Nonostante sia comprensibile una certa amplificazione dell’immagine in contesti come quelli di Intersolar Europe, la tecnologia della “doppia faccia” sta contagiando diversi produttori e scienziati. C’è chi, come l’Istituto di ricerca dell’Energia Solare di Singapore (SERIS) sta lavorando per aumentarne ancora l’efficienza. In collaborazione con la tedesca International Solar Center Konstanz, i ricercatori del SERIS hanno realizzato il primo modulo full-sized che integra da entrambi i lati le celle solari ZEBRA (nate dalla collaborazione tra l’italiana Silfab Spa e lo stesso istituto Konstanz).
Il trend ha contagiato anche l’Italia: l’Enel sta investendo 80 milioni di euro per convertire la linea di assemblaggio della fabbrica fotovoltaica 3SUN, in Sicilia, alla produzione nuovo modulo bifacciale a eterogiunzione di silicio amorfo e cristallino, una soluzione che garantisce alte performance, in termini di efficienza e producibilità, e un basso degrado del modulo. Il primo modulo di nuovo tipo sarà realizzato nella prima parte del 2018, per arrivare rapidamente a una produzione di 240 MWp nel 2019.
Il primo grande impianto su scala utility è però già in funzione in Cile. Qui infatti è stata progetta La Hormiga, letteralmente la formica, centrale solare da 2,5 MW. Dietro progetto ci sono ancora una volta degli italiani. Il sistema infatti, impiega le celle solari BISoN, prodotte dalla veneta MegaCell.
Autore: stefania Rinnovabili
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