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EPYC: il ritorno di AMD nel settore dei server

EPYC: il ritorno di AMD

AMD sta vivendo una nuova giovinezza, grazie ai lanci a cui stiamo assistendo in questo 2017. I processori Epyc segnano il ritorno del produttore texano in un segmento dal quale erano praticamente spariti e gli ingegneri AMD sono molto fiduciosi sul fatto che i nuovi arrivati abbiano tutte le caratteristiche necessarie per fare molto bene nei datacenter.

Durante lo sviluppo dei processori Epyc, AMD ha seguito tre principi. Il primo è quello di ottenere, ovviamente, processori molto potenti, in grado di contenere un numero di core elevato e di gestire molta memoria con una bandwidth molto ampia.

Una particolarità molto importante degli EPYC è come sono stati costruiti. In pratica, hanno aggirato il limite della legge di Moore, per ottenere più prestazioni senza aumentare la densità dei transistor.

In secondo luogo, il design è stato strutturato per bilanciare nel miglior modo possibile le risorse in modo da ottenere prestazioni coerenti su tutto lo spettro delle possibili applicazioni. In altre parole, lo scopo di AMD era quello di ottenere CPU che non avessero prestazioni eccellenti solo in determinati campi a scapito di altri.

Infine, il terzo principio di base è ormai comune a tutto il settore informatico e riguarda la sicurezza dei dati, che in questo caso possono contare su funzioni di salvaguardia già a livello di microprocessore.

Molti core, molta memoria, molta potenza e anche più sicurezza

La serie Epyc 7000 può montare fino a 32 core “Zen”, una tecnologia che abbiamo già conosciuto ma con un approccio diverso. Grazie a un design completamente SOC, il comparto di gestione dell’I/O è tutto contenuto nel processore e quindi non serve un chipset esterno per la gestione della memoria e del flusso dati.

L’innovazione permette di ottenere prestazioni molto interessanti con numeri di tutto rispetto. Gli Epyc, infatti, gestiscono fino a 8 canali di RAM DDR4, per un ammontare complessivo di 2 terabyte e una connessione diretta alla memoria su 128 canali PCIe. Non è certo la prima volta che vediamo CPU in grado di gestire 2 tera, ma qui si parla di una connessione ad altissima velocità disponibile sia sui sistema a processore singolo, sia a processore multiplo.

Inoltre, i processori della serie Epyc saranno compatibili a livello di socket con quelli della prossima generazione, in modo da dare ai produttori di schede madre e di sistemi una continuità nelle soluzioni che andranno a proporre, permettendo allo stesso tempo ai clienti di poter contare su di un aggiornamento futuro dei sistemi a prezzi ridotti.

A completamento delle caratteristiche che definiscono la potenza del processore, c’è il fatto che ogni processore Epyc ha al suo interno un sottoprocessore dedicato che si occupa della sicurezza dei dati.

Nella tabella qui sotto, possiamo vedere un riassunto delle caratteristiche della serie 7 dei processori EPYC.

Il numero del modello incorpora alcune informazioni che possiamo riassumere molto brevemente. Il primo numero è la serie (7, in questo caso). I due numeri successivi sono un indicatore delle prestazioni del processore. Non è un numero ricavato da un benchmark in particolare, ma una espressione di massima per cui il numero più alto corrisponde a prestazioni più elevate. L’ultimo numero, infine, indica la versione del processore. Al momento sono tutti 1 perché questi sono i primi processori della serie 7 rilasciati. Gli aggiornamenti futuri avranno numerazioni progressive.

Come si vede, il numero di core passa da un numero minimo di 8 nel modello 7251 (con 16 thread) a un massimo di 32 core e 64 thread nei modelli 7601 e 7551.

Il modello da 8 core, potenzialmente poco interessante per i datacenter, è stato introdotto per dare ai clienti la possibilità di gestire meglio quei prodotti che definiscono i costi della licenza d’uso in base al numero di core disponibili sulle macchine su cui girano.

La gestione della memoria e dell’I/O è praticamente uguale in tutti i modelli, ma il TDP cambia in maniera importante, con due valori in alcuni casi.

Questo dipende dalla velocità delle RAM che si vuole usare. Se si usano RAM a 2400Mhz, si ottiene il TDP indicato più basso, mentre se si usano RAM a 2666Mhz, il TDP del processore sarà quello più alto. La scelta è libera e gestibile da BIOS.

AMD ci tiene a precisare che tutte le potenzialità dei processori sono completamente sbloccate e gestibili dai clienti: sia dal punto di vista della memoria, sia da quello dell’I/O , sia per quanto riguarda le funzioni di sicurezza. Tutti i processori hanno le stesse funzioni abilitate, in modo da poter scegliere quello che serve in base alle prestazioni e non anche a una segmentazione “fittizia” dei mercati di riferimento.

Le prestazioni

Le prestazioni

Come durante ogni presentazione alla stampa, anche in questo caso abbiamo visto una serie di slides che decantano le prestazioni dei nuovi processori. Noi non prendiamo mai come oro colato questi numeri perché bisogna sempre verificarli negli ambienti che riteniamo più corretti, ma in generale danno comunque un’idea di quello che dobbiamo aspettarci. In particolare, la serie Epyc sembra fare davvero molto bene in termini di prestazioni per Watt.

Da questa slide vediamo come comparando un sistema a doppio processore 7601 con uno che monta il processore a doppio slot più potente disponibile al momento da parte della concorrenza, AMD dichiari un aumento delle prestazioni FINO al 47% e le cose vanno a migliorare ancora quando andiamo a guardare cosa succede in caso di prestazioni sui calcoli in virgola mobile.

I processori AMD sono sempre stati, storicamente, molto forti nella parte di calcolo in virgola mobile, ma un +75% di massimo incremento rispetto al Broadwell 2699A non ce lo aspettavamo. Vedremo nei prossimi mesi in quali condizioni si verifica questo dato e quali saranno invece i miglioramenti “medi”.

Un concetto che comunque è ricorrente nell’offerta AMD è quella di voler offrire a parità di prezzo un balzo interessante nelle prestazioni. Nello schema di seguito vengono riassunti i vantaggi “massimi” registrati da AMD nei benchmark confrontando la sua line-up con quella di Intel, usando il costo del processore come metodo per affiancare i modelli da comparare.

La cosa più interessante che emerge da questa tabella è che il massimo del vantaggio lo si ottiene passando da Intel a AMD nel segmento che va dai 600 ai 1100 euro per processore. I miglioramenti percentuali gli altri segmenti sono decisamente meno significativi, ma restano comunque su livelli molto interessanti.

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Autore: Giancarlo Calzetta Tom’s Hardware

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