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Fibra FTTH e FTTC da qui al 2020, i piani degli operatori

Infratel ha pubblicato finalmente il documento che fa chiarezza sugli investimenti futuri degli operatori TLC per abilitare servizi di connettività ultra-broadband nel paese. Si tratta del frutto dell’ultima consultazione in merito alle aree nere e grigie, quindi competitive.

Aree nere e grigie

Rispetto alle consultazioni 2015 e 2016 si registra la sostanziale assenza di crescita nelle intenzioni di investimento a 100 Mbps (23,07% al 2018 vs 23,7% al 2020), un calo in quelle a 30 Mbps (dal 47,52% al 2018 vs 38,4% al 2020) e di conseguenza “la nascita di nuove aree bianche, pari al 2020 all’8.2% delle unità immobiliari (UI).

I motivi che hanno generato l’incremento delle aree bianche sono per lo più legati a disinvestimenti, civici dichiarati coperti con tecnologie wireless (non solo fisso ma anche LTE di tipo mobile) e civici dichiarati “coperti con tecnologie VDSL che avendo distanze superiori ai 500m dall’abitazione risultano non coperti”.

FTTC in cattiva luce?

La prima considerazione è che il documento Infratel per la prima volta mette in cattiva luce l’impiego delle tecnologie FTTC, lasciando intendere che la vera “fibra” è quella FTTH. Infatti nelle slide vi è un passaggio che sottolinea che al 2020 il 78,4% dei numeri civici e il 60% delle unità abitative non verranno raggiunti da fibra.

Corretto sulla carta, ma il piano Banda Ultralarga (BUL) poneva obiettivi prestazionali e non entrava nel merito tecnico. Si parlava di almeno 100 Mbps per l’85% della popolazione italiana e 30 Mbps per il 100% entro il 2020.

Secondo i dati di questa consultazione circa 205mila unità abitative su 19 milioni coperte in FTTC risultano essere a distanze dall’armadio superiori ai 500 metri. Queste sicuramente non potranno mai godere dei vantaggi del VDSL e quindi non raggiungeranno né i 100 Mbps né prestazioni superiori con le ulteriori evoluzioni.

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Gli altri però – sempre che le condizioni del rame non siano disastrose – potranno sperare non solo in servizi da 100 Mbps, ma anche 200 Mbps e superiori. Tecnicamente la tecnologia GFast abiliterà la 500 Mbps, senza aver bisogno di raggiungere direttamente l’appartamento.

A parte il legittimo dibattitto su FTTH e FTTC, il documento Infratel nasce soprattutto per verificare gli investimenti degli operatori fino al 2020 in aree che contano oltre 19 milioni di numeri civici corrispondenti a circa 25,5 milioni di unità immobiliari. “Per ogni civico è stato chiesto agli operatori se lo coprono con servizi a Banda Ultra Larga se prevedono di farlo nei successivi tre anni e con quale dei due livelli di servizio”, si legge nel documento.

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E questo è un altro dettaglio che dovrebbe far riflettere perché Infratel ha domandato le prospettive progettuali in relazione a servizi Over100 (oltre 100 Mbps in down e 50 Mbps in up) e Over30 (oltre 30 Mbps in down e 15 Mbps in up). E queste non sono soglie del BUL, bensì quelle imposte nei bandi Infratel.

La situazione attuale e quella futura

Ad ogni modo oggi si contano circa 19 milioni di unità immobiliari di cui 530mila raggiunte da fibra 100 Mbps, 9,7 milioni da FTTN a 30 Mbps e 8,8 milioni non coperti. Nel 2018 aumenteranno di circa il 6,7% quelle a 100 Mbps, del 16,5% quelle a 30 Mbps e i non coperti crolleranno del 23,2%. Progressivamente l’andamento positivo si manterrà, ma tra tre anni comunque vi saranno ancora il 17,4% di UI non coperte, mentre FTTN VDSL peserà per il 60,9% e per l’FTTH/ FTTB si parla del 21,7%. Se si considerano le UI con FTTC oltre la soglia dei 500 metri la percentuale di quelle a 30 Mbps scende al 59,9%.

Per quanto riguarda i numeri civici nel 2020 il 21,6% dovrebbe essere raggiunto da almeno 100 Mbps, mentre il 18,5% solo da 30 Mbps – considerando sempre le zone grigie e nere in consultazione. Il dato nazionale invece parla di una rete pubblica per il 38,2% dei civici, il 37% a 30 Mbps, il 13,4% oltre 100 Mbps e l’11,4% identificate come aree bianche.

Una riflessione

Le aree bianche sono destinate a ridursi meno del previsto perché di fatto con l’azione dello Stato molti operatori hanno preferito convogliare alcuni investimenti per potenziare le zone dove sono già presenti. 

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Aumenta l’impegno sulla 100 Mbps ma diminuisce quello sulla 30 Mbps, se si considerano i precedenti piani. A questo punto viene da supporre che le grandi città vedranno un proliferare di servizi basati sulla FTTH, mentre quelle meno remunerative dovranno accontentarsi della FTTC. Se i piani Infratel dovessero subire un qualche rallentamento la situazione delle aree bianche potrebbe complicarsi.

La buona notizia però è che c’è un ballo un quarto bando Infratel dedicato alle aree grigie – forse previsto per l’autunno. Sarà complicatissimo mediare con Bruxelles per non incorrere nel cosiddetto alt agli “aiuto di Stato”. E certamente i rapporti tra Governo e TIM saranno fondamentali. Se l’ex monopolista dovesse remare contro – in verità avrebbe da guadagnare anche lei – i tempi potrebbero allungarsi.

Ma non c’è da perdere le speranze. In questi giorni ci sarà un incontro tra i vertici di TIM e il Governo… e non solo per parlare di aree bianche…

Autore: Dario D’Elia Tom’s Hardware

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