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Corsa contro il tempo per fermare la deforestazione a Bialowieza

Polonia a giudizio della Corte di Giustizia UE su Bialowieza, ma quando?

(Rinnovabili.it) – La Commissione Europea ha finalmente deferito la Polonia alla Corte di Giustizia dell’UE, chiedendo una condanna ma anche misure provvisorie per bloccare subito la deforestazione massiccia di Bialowieza, l’ultima foresta vergine d’Europa. Il sito, entrato a far parte della rete Natura 2000 e patrimonio mondiale dell’Unesco, è dimora di 20 mila specie animali, tra cui 250 specie uccelli e centinaia di bisonti europei, i più grandi mammiferi sul continente, oggi sull’orlo dell’estinzione.

Gli alberi di Bialowieza, soprattutto querce e abeti millenari alti fino a 50 metri, sono oggetto di un piano di deforestazione orchestrato dal Ministro dell’Ambiente, Jan Szyszko, per venire incontro alle richieste delle imprese. Il tetto di 63 mila metri cubi da disboscare per il periodo 2012-2021, infatti, è stato quasi raggiunto. Così, il Ministro ha varato un decreto che triplica il volume di legno recuperabile dalla foresta. La scusa è una infestazione del bostrifo dell’abete rosso, un parassita del legno che porterebbe alla morte delle piante, rendendole pericolose per chi cammina sui sentieri. Tuttavia, se questo è vero, non è chiaro perché il programma di disboscamento coinvolga anche piante diverse dagli abeti.

>> Leggi anche: Inizia il taglio dell’ultima foresta vergine d’Europa <<

La Commissione Europea, sollecitata dagli ambientalisti, ha aperto una procedura di infrazione ad aprile che dovrebbe portare ad una condanna sicura per lo stato membro. A questo procedimento, si è unito il monito dell’Unesco, che chiede di «chiarire i rapporti presentati da terze parti riguardo al disboscamento di specie differenti da quelle colpite dal coleottero, che non possono essere giustificate come cosiddetti tagli sanitari».

Finora il governo ha bellamente ignorato i richiami di Bruxelles, permettendosi perfino di denunciare l’Unesco. Il Ministero ieri si è detto felice della causa presso la Corte UE.

Il problema sono i tempi. Servono fino a 15 giorni per ottenere una risposta dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che tuttavia il 21 luglio va in vacanza. Gli ambientalisti sperano sia possibile ottenere un verdetto prima del termine, o bisognerà aspettare settembre per conoscere le sue disposizioni. E nel frattempo, le motoseghe continueranno a radere al suolo ettari di foresta, che nei primi 4 mesi dell’anno ha già 30.000 metri cubi di bosco.

Autore: redattore Rinnovabili

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