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Provato il gioco di sopravvivenza State of Decay 2 alla GamesCom

I giochi di sopravvivenza sembrano essere riusciti a prendere il sopravvento: oggi, sono quelli che coinvolgono di più le masse, vengono maggiormente condivisi sui servizi di streaming e sono più innovativi. A dare inizio a questa moda ha contribuito anche State of Decay, un gioco di sopravvivenza fantasy con gli zombi sviluppato da Undead Labs e rilasciato nel 2013.

Erano tre gli elementi cardine di quel titolo: una profonda struttura da gioco di ruolo, la componente di costruzione della base e la simulazione di un complesso mondo di gioco con equilibri propri. L’obiettivo di Undead Labs con questo seguito è di garantire maggiore profondità in ognuno di questi aspetti, introducendo allo stesso tempo nuove meccaniche di gioco e la possibilità di affrontare l’esperienza in co-op insieme agli amici.

In State of Decay 2 i giocatori controllano una comunità di sopravvissuti ognuno dotato di proprie caratteristiche in termini di shooting, combattimento, abilità nella cucina o nella chirurgia, e molto altro ancora

La storia è contestualizzata 15 anni dopo rispetto agli eventi raccontati dal gioco originale e ci troviamo ancora nella campagna americana all’indomani dell’apocalisse che ha trasformato la maggior parte dei cittadini in zombi. I giocatori non si limitano a controllare un unico personaggio, ma una comunità di sopravvissuti ognuno dotato di proprie caratteristiche in termini di shooting, combattimento, abilità nella cucina o nella chirurgia, e molto altro ancora. Tutto ciò è determinato dal background dei rifugiati, che il giocatore può consultare nell’apposito menù. Inoltre, ciascuno di loro ha un preciso stato di salute e di forma fisica a seconda del momento della simulazione.

Grazie alla tecnologia Photochop, inoltre, ciascuno di questi personaggi sarà credibile e differenziato dagli altri. Il risultato finale sembra soddisfacente, e il tutto risulta più fedele rispetto al gioco originale, benché in questa demo siamo riusciti a vedere un massimo di cinque sopravvissuti diversi all’interno del nostro insediamento.

Sulla base di tutti questi parametri e del tipo di missione da affrontare il giocatore può decidere in qualsiasi momento quale dei sopravvissuti presenti nel suo insediamento impersonare. Inoltre, una schermata mostra la quantità di risorse, medicine, munizioni, cibo e altri elementi disponibili nel rifugio. L’interfaccia ci sembra più intuitiva rispetto al primo capitolo, adattata alle due piattaforme in cui State of Decay 2 verrà rilasciato: Xbox One e Windows 10.

L’obiettivo del giocatore è quindi quello di esplorare i dintorni della base per raccogliere medicine o cibo e riempire i relativi edifici nella base, la quale può essere a sua volta ampliata con ulteriori strutture. Se i sopravvissuti muoiono di fame, ad esempio, occorre costruire un nuovo campo di grano.

Andare fuori dalla base per cercare altre risorse, tuttavia, comporta rischi e induce a consumare risorse. Quando abbandoniamo la base, comunque, notiamo come la grafica sia adesso più dettagliata e, soprattutto, le animazioni più fluide, all’interno della confermata struttura da gioco d’azione in terza persona. Il gioco è basato su Unreal Engine 4.

Una novità del gameplay, come dicevamo, prevede adesso la possibilità di mandare una richiesta ad altri giocatori in modo da consentire loro di raggiungerci nella nostra partitra e affrontare una sessione co-op.

L’esperienza si può adesso affrontare in co-op

Con un veicolo iniziamo a esplorare un piccolo centro abitato densamente popolato da zombi. Incontriamo un sopravvissuto non contaminato controllato dall’intelligenza artificiale, per l’esattezza una donna. Parliamo con lei perché NPC di questo tipo possono consentire di ottenere risorse o attivare delle quest, ed è esattamente ciò che succede. La donna, infatti, chiede di autare un’amica ferita che non può camminare autonomamente.

Ma mentre penetriamo nell’insediamento qualcosa va storto e adesso siamo circondati da famelici zombi. Combattiamo come possiamo e ci accorgiamo, tra le altre cose, come le molotov interagiscano dinamicamente con gli ambienti e l’erba secca: le fiamme, infatti, si spargono e bruciano tutto quello che incontrano. Inoltre, anche gli zombi, come i nostri sopravvissuti, si caratterizzano per parametri differenti: uno di loro, ad esempio, è un tank e deve essere attaccato da diversi rifugiati, che si dispongono a cerchio intorno a lui e iniziano a colpire contemporaneamente.

I sopravvissuti riescono a rubare un’auto della polizia e a tornare alla base: qui notiamo come 2 nuove reclute si aggiungono alla comunità. Anche loro eccellono in certe abilità e vanno usati in modo peculiare in base a questo dato. La base, però, per accogliere le due reclute ha bisogno di un’ulteriore espansione, di nuove cure e di altro cibo.

State of Decay 2 sembra un interessante potenziamento rispetto all’ottimo predecessore, anche se va a posizionarsi in un settore, quello dei giochi di sopravvivenza, sempre più inflazionato. Il rilascio è previsto nella primavera del 2018.

Autore: GAMEmag – Videogames

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