Anche Galaxy S9 di Samsung potrebbe avere la ‘gobba’

Sebbene Apple voglia farla passare come una scelta stilistica, la “gobba” di iPhone X è un compromesso nel design. Un sistema simile lo abbiamo già visto anche su Essential Phone, lo smartphone senza cornici di Andy Rubin, e potrebbe essere implementato anche sul prossimo Samsung Galaxy S9. A rivelarlo con anticipo è un brevetto depositato dalla compagnia, con la gobba che diventa una soluzione per integrare il sensore d’impronte frontalmente.

I nuovi Galaxy S8 e Galaxy Note 8 sono fra i dispositivi migliori su piazza: abbinano hardware di alto livello ai migliori display in circolazione, ma hanno fra i loro difetti una disposizione folle per il sensore d’impronte. Non solo questo è posizionato sul retro della scocca, ma anche in posizione defilata: in questo modo raggiungerlo diventa difficile, e gli altri sistemi di autenticazione non sono affidabili e sicuri come il rilevamento dell’impronta del dito.

Le cornici ridotte sulla superficie frontale non consentono l’implementazione di un sensore in una posizione più pratica, e al momento pare che l’unica freccia nell’arco di Samsung sia una piccola gobba circolare sul frame inferiore a mo’ di Essential Phone (che invece ha l’inserto sul frame superiore). La posizione scelta da Samsung nei documenti che accompagnano il brevetto è quella tipica del tasto Home, presente per anni all’interno della propria line-up di smartphone.

Con un piccolo inserto dedicato Samsung potrebbe al tempo stesso garantire uno sblocco pratico agli utenti e non obbligarli a indesiderate contorsioni per accedere ai dati del terminale. Parecchi produttori hanno considerato l’implementazione di un sensore d’impronte sotto il vetro protettivo del display, tuttavia c’è stato un brusco dietrofront dal momento che la tecnologia si è rivelata meno efficace del previsto, un vero e proprio passo indietro rispetto ad oggi.

È da segnalare che il nuovo brevetto depositato da Samsung non si traduce in un’implementazione certa della tecnologia sui nuovi smartphone, ma sottolinea solo che la compagnia è interessata ad approfondire (e far propria) questa possibilità. Sono tanti i brevetti depositati ogni anno dalle diverse compagnie, ma quelli che si traducono in tecnologie fattivamente utilizzate in prodotti commerciali sono solo una minima parte.

Autore: Le news di Hardware Upgrade