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Hyperledger, come i colossi plasmano il futuro

Author: Andrey Vedishchev Tom’s Hardware

Hyperledger, come i colossi plasmanno il futuro

Gli articoli del sabato di Tom’s Hardware potrebbero aver abituato qualcuno a pensare sempre alle criptovalute, ma non è necessariamente così: Hyperledger non è una criptovaluta, non è una Blockchain, e non è neppure un’azienda.

È invece definibile come uno sforzo collettivo di decine di aziende per sviluppare soluzioni open source basate sulle Distributed Ledger Technologies (DLT) – di cui Blockchain è l’esponente più conosciuto – per l’industria.

È ormai infatti di dominio comune che Bitcoin o Ethereum abbiano problemi di scalabilità di non scarsa rilevanza causati dal fatto che ogni peer si occupi di convalidare tutte le transazioni, aggiornare la Blockchain, mantenerla nella sua interezza su un dispositivo di archiviazione ed eseguire algoritmi del consenso come quelli che abbiamo trattato due settimane fa.

Senza contare che le transazioni su Blockchain come quella di Ethereum sono visibili a chiunque in chiaro. Certo, mittente e destinatario sono indirizzi composti da sequenze di caratteri alfanumerici, ma se in un futuro non troppo ipotetico le DLT dovessero diventare il meccanismo fondante della nuova Internet, le aziende potrebbero trovarsi interessate – o obbligate – a dichiarare il proprio indirizzo pubblico.

La diretta conseguenza di ciò è che i dettagli di una fornitura di materie prime, per esempio, potrebbero essere visibili ai competitor di cliente e fornitore; rendere pubblica un’informazione simile produrrebbe un problema di concorrenza. Immaginate, per esempio, che Samsung sappia in anticipo se e quando LG avrà difficoltà nella produzione di televisori di un certo tipo (NdC).

Per tale ragione all’interno di Hyperledger, vero e proprio consorzio di innovazione, si stanno sviluppando diverse soluzioni alternative. Soluzioni certamente open source – come detto prima -, ma destinate ad aziende e dunque garanti di privatezza e privacy per gli utilizzatori. Vediamo ora alcuni dei progetti più interessanti ad oggi.

Hyperledger Fabric

Fabric è un’implementazione di Blockchain a cura di IBM. Permette la realizzazione di soluzioni private e permissioned: gli utilizzatori possono comunicare ed interagire con la Blockchain realizzata dall’azienda solo su invito. Tali fattispecie di invito si possono poi suddividere in diverse tipologie: il funzionamento è analogo a quello di un DB dove il Database Administrator fornisce diversi privilegi ai vari utenti.

Una delle peculiarità più interessanti è che Fabric consente la creazione di canali. Facciamo un esempio per spiegare perché ciò si presta ad essere definito dirompente. Immaginiamo di essere in un futuro dove, per rendere più efficienti i processi, un consorzio agrario al quale aderiscono produttori di vino, imbottigliatori e supermercati adotti Hyperledger Fabric.

Un produttore membro di questo consorzio potrebbe decidere di vendere parte del proprio vino ad un imbottigliatore specifico a un prezzo di favore, mantenendo un diverso prezzo per tutti gli altri imbottigliatori del consorzio. A tale scopo potrebbe essere creato un canale a cui avrebbero accesso solamente le due parti coinvolte nella transazione, e nessuno all’esterno di esso conoscerebbe l’entità dell’importo di favore pagato dall’imbottigliatore. Se si fosse adottata una Blockchain pubblica come quello di Ethereum, invece, tale informazione sarebbe stata accessibile a chiunque, ma con Fabric ciò non si verifica.

Fabric inoltre offre pieno supporto all’implementazione di smart contracts da scriversi in “chaincode”. Il chaincode viene oggi redatto in Go, ma sono previsti aggiornamenti che consentiranno anche l’adozione di Java ed altri linguaggi.

Leggi anche Cos’è Blockchain, oltre le criptovalute

Naturalmente le criptovalute non sono affatto coinvolte in tale processo. Certo, nulla vieta al consorzio di realizzarne una da usare come “buono” per regolare transazioni. Ma Fabric, come gli altri progetti sotto l’egida di HL non sono per nulla vincolati all’utilizzo di alcuna criptomoneta.

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