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Facebook: rivoluzione ricavi pubblicitari, addio Irlanda

Author: Saverio Alloggio Tom’s Hardware

Facebook contabilizzerà i ricavi pubblicitari nei Paesi in cui vengono realizzati e non più solo attraverso la sede internazionale di Dublino. Ad annunciarlo è lo stesso social network, assecondando la crescente pressione internazionale in merito alle politiche fiscali adottate dai grandi colossi dell’hi-tech. Una piccola rivoluzione, con le potenzialità per poter fare giurisprudenza in merito.

Scendendo nel dettaglio, Facebook ha specificato di essere intenzionato a passare ad una struttura di vendita locale nei Paesi in cui è presente una sede fisica che fornisce supporto alle vendite in relazione agli inserzionisti locali. Questo comporterà che, i ricavi pubblicitari realizzati in queste nazioni, saranno contabilizzati sul posto, senza dover fare riferimento alla sede di Dublino.

Un cambiamento che riguarderà direttamente anche il nostro Paese. I ricavi contabilizzati in Italia saranno dunque soggetti alla fiscalità italiana. Facebook è intenzionata a mettere a regime questo nuovo sistema nel corso del 2018, al fine di completare definitivamente il passaggio entro la prima metà del 2019. Gli uffici in questione sono circa 30 in tutto il mondo, per cui appare evidente come si tratti di un cambio di rotta che andrà realizzato in maniera progressiva, anche perchè ogni Nazione ha le proprie leggi.

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“Ogni Paese è unico e vogliamo essere sicuri di realizzare questo cambiamento in maniera corretta. In ogni caso, la transizione ad una struttura di vendita locale fornirà maggiore trasparenza ai Governi ed ai policy maker di tutto il mondo, che hanno richiesto maggiore visibilità sui ricavi associati alle vendite che vengono supportate localmente nelle varie Nazioni” ha spiegato Dave Wehner, Chief Financial Officier di Facebook.

Dave Wehner

Una mossa che, a livello di tempistiche, appare quasi consequenziale all’intervento effettuato qualche giorno fa da Margrethe Vestager, Commissaria europea alla concorrenza, all’Università Bocconi di Milano. La nota politica danese, spesso in prima linea contro i giganti dell’hi-tech, auspicava la rapida introduzione del così detto “country-by-country reporting”, ovvero una normativa che obbligasse le multinazionali a fornire informazioni pubbliche su quante tasse pagano in ciascun Paese. 

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Facebook è andato anche oltre questa aspettativa. Sarà certamente significativo verificare quelle che saranno le conseguenze in termini fiscali una volta che il nuovo sistema locale sarà entrato pienamente a regime. Staremo a vedere quali saranno adesso le mosse degli altri colossi del web e dell’hi-tech.

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