Categories: Economia

WALL STREET: adesso c’è chi teme che la correzione arrivi sul serio. Timore infondato?

Author: Lukas Finanza.com Blog Network Posts

Gli Small Traders continuano a tenere le posizioni, temendo che i tempi per la correzione siano maturi. In realtà si tratta di timori che devono essere concretizzati da un quadro che al momento non ci illustra nel breve un “rischio recessione”. [Guest post]

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno registrato andamenti molto tranquilli, confermando tutti i trends degli ultimi mesi. Il rialzo di 25 bps dei Fed funds Usa era stato infatti già ampiamente scontato dai mercati, e non ha quindi prodotto apprezzabili conseguenze. L’unica nota dissonante è invece costituita dalla borsa italiana che storna del 3 %, evidenziando notevoli preoccupazioni sulle banche e sulle incerte prospettive politiche del Paese.

Lo scenario intermarket, come già accennato, si conferma abbastanza tranquillo e stabile. In particolare, il dollaro index non s’apprezza e rimane stabile intorno a quota 94. Il rialzo dei tassi non ha dunque avuto, per ora, alcun effetto sulla valuta Usa. Stabili anche le quotazioni delle commodities, che hanno solo arrestato il loro più che decennale down-trend, senza produrre tuttavia un’apprezzabile inversione. Dopo quasi 9 anni di ininterrotta crescita economica è davvero singolare non registrare tensioni sui prezzi delle più importanti materie prime. Circostanza questa davvero anomala, poco indagata ed alquanto sottovalutata dagli analisti. A mio avviso, invece, essa costituisce la principale ragione di questo prolungato, interminabile, ed ormai storico bull market dei mercati azionari. Anomala circostanza che trova una coerente conferma nella stazionarietà dei rendimenti obbligazionari. Anche in quest’ultima ottava, infatti, i tassi dei bond decennali Usa arretrano di 3 bps, e tornano a quota 2,35 %.

E’ davvero singolare notare che dopo ben 9 anni di crescita, seppur moderata, i rendimenti sul Treasury Usa siano cresciuti meno di 100 bps, ossia meno dell’1 %. Con tali presupposti macroeconomici, a cui va aggiunta l’ormai più che cronica moderazione salariale, predirre, come fanno in molti ormai da anni, un crack dei mercati azionari è, a mio avviso, un esercizio di pura fantasia. Infatti, passando dall’analisi macro a quella micro, non si può non convenire che i bassi prezzi delle materie prime, del capitale, e del lavoro, favoriscono inevitabilmente una crescita degli utili aziendali,previsti, peraltro, in notevole aumento ( + 11 % ) anche nel prossimo anno. Non è un caso, pertanto, che i mercati azionari Usa registrano una serie ormai interminabile di record storici. Anche in quest’ultima ottava, il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, lievita di un altro 0,92 %, e raggiunge quota di 2.675,81 punti.

Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 38.512
Large Traders : + 37.314
Small Traders : + 1.198

Regge, pertanto, seppur a fatica, la nuova configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. In quest’ultima ottava registriamo, infatti, nuovamente, ingenti variazioni nelle posizioni dei diversi operatori, pari a ben 20.103 contratti. In particolare, i Large Traders, mollano un po’ la presa, cedono infatti 14.574 contratti long, ma restano ancora e ben saldamente in posizione Net Long. Gli Small Traders, invece, dopo esser tornati in posizione Net long, dimostrano nuovamente molti timori ed incertezze, cedono infatti 5.529 contratti long, ma rimangono ancora, seppur di misura, Net Long. I Commercial Traders, infine, sono costretti ad acquistare l’intero lotto dei 20.103 contratti long, ed a ridurre di conseguenza l’entità della loro abituale posizione di copertura, Net Short.

Le ancora ingenti movimentazioni di quest’ultima ottava, testimoniano che i livelli raggiunti dagli indici Usa appaiono davvero elevati, e provocano inevitabili vertigini agli operatori meno informati. Tuttavia, come dimostrano gli eventi degli ultimi 2 anni, gli operatori dopo qualche giustificata pausa, fanno presto ad abituarsi alle nuove e più elevate quote. Prevedibile pertanto, nel breve, un rallentamento nel ritmo d’ascesa, sinora davvero forsennato. Nel medio termine, invece, non vedo all’orizzonte seri pericoli d’inversione.

Una correzione limitata e circoscritta, dell’ordine di 150/200 punti sull’S&P 500, sarebbe salutare ed anche auspicabile, ma non penso ci sarà. Ormai credo bisognerà attendere la prossima recessione dell’economia Usa, non prevista per i prossimi 6 mesi. Più probabile che la stessa possa verificarsi tra circa un anno, ossia tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019. Sino ad allora rimaniamo pertanto ottimisti e rialzisti per l’equity, sia Usa che mondiale.

Futuro che si prospetta, quindi, ancora positivo per i corsi azionari, che cercherò, come sempre, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Da inizio dell’anno il mio portafoglio denominato “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance positiva pari al + 13,71 %. Performance, tuttavia, inferiore a quella realizzata dal Ftse All Share, pari, nel contempo, al + 16,65 %. Una sotto-performance del 2,94 %, ascrivibile ad un mercato alquanto unidirezionale, nonchè all’effetto distorsivo creato dai PIR, che ha indirizzato molti investimenti su titoli dell’AIM non contemplati dal nostro portafoglio. Ciò comunque non fa venir meno la fiducia nel nostro approccio operativo, che nei passati 4 anni ci ha regalato una sovra-performance media annua pari al 20,8 %. In coerenza con l’analisi sopra esposta, questa settimana, non muto l’assetto del mio portafoglio costituito dall’85 % di posizioni long e dal 15 % di posizioni short, ossia da una posizione Net Long pari al 70 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

Lukas

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