Categories: Energia

Il Piemonte inaugura la piattaforma tecnologica sulla bioeconomia

Author: stefania Rinnovabili

Nuovo strumento regionale per creare una filiera locale della bioeconomia

(Rinnovabili.it) – Chimica verde, tecnologie pulite e agroalimentare: sono questi i tre settore su cui il Piemonte ha deciso di investire. Come? Creando una nuova piattaforma tecnologica dedicata alla bioeconomia. Dietro il  termine c’è un intero modello di sviluppo che punta alla sostenibilità ambientale e sociale come strumento di crescita economica. Un modello che ha già gettato radici nel territorio piemontese e che si affida ora all’innovazione tecnologia e alla collaborazione fra parti coinvolte per consolidarsi. Ad annunciarlo è l’assessore alle Attività produttive, Giuseppina De Santis spiegando come in realtà si tratti di uno strumento collaudato da tempo. la nuova piattaforma tecnologia sulla bioeconomia ha, infatti, alle spalle il successo due progetti simili, quali la Piattaforma tecnologica Fabbrica Intelligente e quella Salute e benessere.

“Si tratta  – spiega la Regione in una nota stampa – di sostenere le iniziative di partenariati che si costituiscono ad hoc riunendo grandi e piccole imprese insieme ai centri di ricerca pubblici e privati. La piattaforma rappresenta quindi l’ideale forma di coordinamento e di raccordo tra i diversi attori – imprese, istituzioni, Università – che operano su scala regionale in uno specifico settore di innovazione attorno ad una visione strategica comune, con il fine di garantire un trasferimento tecnologico più immediato”. L’iniziativa prevede un finanziamento combinato di fondo perduto e credito agevolato, rivolto a raggruppamenti di PMI, grandi imprese e organismi di ricerca, che intendano sviluppare in Piemonte progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale sul tema sul tema della chimica verde/cleantech e dell’agroalimentare.

Per il progetto è stato stanziato un fondo da 40 milioni di euro. Gli interventi finanziabili, presentati dal raggruppamenti che abbiano come minimo il 30 per cento di “presenza” di piccole e medie imprese, dovranno riguardare la ricerca industriale o lo sviluppo sperimentale. Per ogni singola proposta progettuale le imprese del partenariato, assumono l’impegno ad attivare un numero minimo di assunzioni in alto apprendistato che varia tra 10 e 20, in rapporto alla fascia di investimento prevista.

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