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ITALIA: tra debito e politica,il momento è STRAORDINARIAMENTE delicato

Author: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts

Purtroppo, per i ben noti problemi di salute che mi so tirando dietro, non mi è stato possibile presenziare all’annuale meeting Assiom Forex che quest’anno è stato svolto a Verona.
Tra i tanti interventi, mi è capitato di seguire (via web) soprattutto quello di Ignazio Visco, il Governatore della Banca d’Italia. E soprattutto una cosa mi è rimasta ben impressa. Anzi, più che una cosa, una parola: RIFORME.
Ho perso il conto di quante volte l’ha pronunciata.
Non credo sia un caso soprattutto in questo periodo elettorale dove i vari partiti fanno a gara a “chi la spara più grossa”. Ma se notate, di riforme VERE…qualcuno parla?

Anche perché il nuovo esecutivo avrà un bel problema da affrontare: la gestione del debito pubblico. Ed annesso al problema del debito, possiamo poi trovare quello dei servizi pubblici, gli investimenti che occorrerà mettere in piedi più la manutenzione dei miglioramenti di tanti servizi basilari. Dalle strade fino alla sanità.
Sentite che ha detto Visco:

(…) Il Governatore, dunque, ha indicato anche cosa cambiare e ha ammonito: un aumento del disavanzo pubblico non può sostituirsi alle riforme; rischierebbe di essere controproducente. “Anche senza i vincoli del Patto di stabilità – ha spiegato – resta per noi l’esigenza di compiere scelte responsabili”. In primo luogo perché abbiamo una montagna di debito e poi perché l’Italia cresce ancora troppo poco rispetto agli altri paesi europei (1,5% previsto quest’anno è ancora inferiore alla media). (…) [Source

Con queste poche parole, Visco ha sintetizzato il problema e tutte le sue sfaccettature. Il debito lo puoi abbattere eventualmente con la crescita economica. Ma noi tutti sappiamo quanto è anemica e quindi insufficiente. Solamente fare deficit per fare crescere il Paese non è certo la soluzione giusta.

Signori, occorre essere realisti. La locomotiva della ripresa è la domanda estera, gli ingranaggi fondamentali sono le imprese esportatrici. Lo scenario nel quale si svolge la nostra commedia domestica è l’economia mondiale. Inutile chiudersi in ragionamenti campanilistici. Ci dobbiamo confrontare con il mondo e competere con esso. E se il mondo ha tante incognite che in generale preoccupano (pensate all’arrivo della volatilità sui mercati oppure l’incertezza politica in paesi come USA o persino Germania, dove si sta cercando proprio in questi giorni di mettere in piedi una coalizione), noi abbiamo anche di peggio.

Tanto per cominciare le nostre elezioni politiche di marzo e poi, come detto la gestione del debito soprattutto in virtù del cambio di “mood” da parte della BCE che progressivamente limiterà gli acquisti. Il mercato ha bisogno di capire QUANTO si può fidare dell’Italia una volta che il QE Europeo uscirà con la scritta “Game Over”.

Ma attenzione: quanto ha fatto capire Visco a Verona non finisce qui. C’è un secondo importante ragionamento che occorre fare. Visco a Verona “attacca” un provvedimento che la «nuova» Europa, ignorando la frenata del Comitato di Basilea, sta vagliando sulla base di un recente dogma: le banche non devono essere contagiate dai rischi dei debiti sovrani.

(…) «Modifiche del trattamento prudenziale dei titoli di Stato detenuti dalle banche, soprattutto se mal disegnate o mal calibrate, rischiano di essere controproducenti», ha detto ieri al Forex il Governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco. Aggiungendo che «in momenti di tensione a livello internazionale, esse possono finire col generare le crisi che vorrebbero evitare, innescando fenomeni di contagio finanziario o alimentando movimenti speculativi». Attualmente il valore dei titoli di Stato italiani in portafoglio alle banche italiane è pari a 324 miliardi, al livello minimo da cinque anni e mezzo. (…) [Source] 

Ve lo spiego in altri termini. Si vuol evitare che una crisi del debito nazionale possa influire negativamente sulla solidità di una banca, soprattutto se di peso sistemico. Ha senso progettare che le banche italiane (ed europee) azzerino l’esposizione in Titoli di stato o accettino che l’esposizione ai titoli pubblici sia condizionata a una ponderazione sul capitale, equiparando il rischio di credito al rischio sovrano? Ammettere questa tesi vorrebbe dire che in Europa c’è davvero chi punta alla ristrutturazione del debito italiano, come avvenuto in modo «controllato» (con la precedente salvaguardia delle banche tedesche e francesi) col debito greco.

Immaginatevi cosa comporterebbe per le banche un tale atteggiamento, ma non solo. Immaginate che tutto questo sia appunto propedeutico alla volontà di Bruxelles di arrivare ad una fantomatica ristrutturazione del debito. OK, le banche dovranno vendere ed avere un’esposizione limitata in BTP. A a quel punto…a chi rimarrà il cerino in mano? Solo i privati? E le polizze assicurative? Immaginate le famose Ramo I “capitale garantito”… E la BCE quali effetti avrà da tale ristrutturazione? Ne verrà esclusa proprio come nel caso della Grecia?

La vedo veramente complicata da gestire, ma nulla si può escludere. L’Unica grande certezza continua ad essere la necessità di sedersi ad un tavolino con tutti gli altri membri dell’Europa e riscrivere i Trattati. E se mai si arriverà a questo tavolino, bisognerà arrivarci in modo DIGNITOSO, avendo mantenuto gli impegni presi in passato come gestione del bilancio e del debito. Se arriveremo sena aver fatto quanto dovevamo, partiremo già svantaggiati. E di questo sarà protagonista il Nuovo Governo. Ecco perché rischia di essere drammaticamente importante. Ma proprio questi potenziali nuovi governanti, cosa ci stanno dicendo in merito in campagna elettorale? Il nulla. Meglio spararle grosse, come il miglio Cetto Laqualunque…

STAY TUNED!

Danilo DT

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