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Uno dei migliori giocatori di Dota 2 ha guadagnato 1,6 milioni di dollari

Author: GAMEmag – Videogames

Dota 2 è uno dei giochi più popolari su Steam e uno degli eSport più seguiti. La competizione più importante a livello globale di Dota 2 è il The International, organizzata dalla software house che ha sviluppato il gioco, Valve. L’ultimo The International è stato seguito da più di 92 milioni di spettatori, dei quali la maggior parte risiede in Cina.

“Puoi allenarti su ciascuno dei personaggi quanto vuoi, ma ci sarà sempre qualcuno che ha capito meglio di te il suo potenziale”, ha detto Clement Ivanov, uno dei migliori giocatori di Dota 2 al mondo, in un’interessante intervista al MIT Technology Review. “Non è un gioco frenetico: una volta raggiunto un certo livello di esperienza, la strategia è più importante dei tempi di reazione”.

Clement Ivanov, aka Puppey

Ivanov ha 28 anni e abita in Estonia. Nel mondo del gaming professionistico è conosciuto con il nickname di Puppey, ed è il capitano del Team Secret. Si parla di uno dei giocatori di Dota 2 con i maggiori guadagni: è diventato professionista nel 2010 e, dopo 93 tornei, ha guadagnato 1,6 milioni di dollari stando alle statistiche raccolte da E-Sports Earnings.

Il settore degli eSport ha generato guadagni per oltre 1 miliardo e mezzo di dollari nel solo 2017: una cifra che non può lasciare indifferente nemmeno il comitato olimpico internazionale, che sta valutando se inserire gli eSport nel programma olimpico.

Tra gli effetti di questi numeri, i giocatori più forti sono diventati delle vere e proprie celebrità. “Questo lavoro rimane pur sempre un hobby e comunque è una carriera molto strana”, ha detto ancora Ivanov. La sua carriera è decollata al The International 2011 dove, insieme al suo team, ha vinto il torneo principale. “Prima di quel momento eravamo poveri”, sono le sue parole nell’intervista. “Abbiamo partecipato alla competizione di Valve, abbiamo giocato bene e abbiamo vinto. Ne è valsa la pena, a prescindere da quello che è successo dopo”.

Vivere solamente con ciò che si guadagna con i videogiochi è un privilegio per pochissimi, praticamente solo per i migliori giocatori al mondo. E Ivanov rientra tra questi. Solo 500 persone, da quando esistono gli eSport, hanno vinto più di 150 mila dollari nelle loro carriere. A questi vanno comunque aggiunti gli introiti che arrivano dagli sponsor, ma non sono ovviamente paragonabili a quelli possibili con gli altri settori sportivi professionistici. Per questi motivi molti dei giocatori di eSport si rivolgono a Twitch per “arrotondare”.

Ivanov è il capitano del Team Secret e quindi ha varie mansioni come il reclutamento e l’allenamento dei giovani talenti, trovare un equilibrio nella squadra, trasmettere le strategie. La sua leadership è riconosciuta unanimemente come una delle migliori nel settore. “Oggi ci sono 10 milioni di giocatori di Dota 2, ma solo 50 riescono a vivere grazie al loro impegno come gamer”, dice Puppey.

In Cina, dove gli eSport sono diffusi capillarmente, i team professionistici hanno delle case, dove gli atleti digitali trascorrono la gran parte della propria vita insieme ai compagni di team per allenarsi. Quando i giocatori cambiano squadra, devono anche cambiare città e casa. Il Team Secret non è così rigoroso in questa pratica, visto che i suoi membri si riuniscono solamente alla vigilia dei tornei più importanti, quando si allenano per 10/12 ore al giorno.

Ivanov non si aspetta grandi cambiamenti in seguito all’avvento dell’intelligenza artificiale o della realtà virtuale. “Molte delle cose che avrebbero dovuto cambiare il gaming alla fine non hanno cambiato niente”, sostiene. Sistemi moderni di intelligenza artificiale vengono allenati per competere contro gli umani in Starcraft II o in Battlefield 1, ma non partecipano ai tornei e al momento non possono arrivare al livello di bravura dei giocatori che si allenano di più.

“Non sappiamo fino a quale età un bravo giocatore possa riuscire a mantenersi tale”, aggiunge ancora Puppey. “Siamo già al punto in cui alcuni dei partecipanti ai tornei hanno un’età doppia rispetto ai più giovani”. E lo stesso vale per la fanbase: “Il gaming fa ormai parte della cultura. Per i venticinquenni è già così, ma magari per qualcuno che ha più di 50 anni non è ancora così. Con il ricambio generazionale, però, anche questo cambierà”.

Abbiamo affrontato il fenomeno eSport e le modalità di allenamento in questo speciale.

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