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iPhone e iPad non funzionano con componenti non ufficiali: multa da 6,6 milioni di dollari per Apple

Author: Le news di Hardware Upgrade

Un tribunale australiano ha comminato una multa di circa 6,6 milioni di dollari ad Apple per essersi rifiutata di sistemare gli iPhone e gli iPad che, in precedenza, erano stati riparati con componenti di terze parti. Con il rilascio di iOS 9.2.1 i device della Mela riportavano l’Errore 53 in presenza di tasti Home e display non ufficiali e non potevano più essere avviati correttamente. In quell’occasione, inoltre, Apple si è rifiutata di intervenire nelle richieste d’assistenza.

L’errore è stato segnalato per la prima volta nel 2016: se si rompeva il display dello smartphone o il tasto Home con Touch ID integrato e si riparavano le due componenti con parti non ufficiali, un sistema di “sicurezza” integrato via software avrebbe impedito al terminale di funzionare correttamente, mostrando all’utente l’Errore 53. Apple ha spiegato che il messaggio compariva con finalità di sicurezza per proteggere il sensore d’impronte di iPhone da manomissioni esterne.

Insomma, un brick volontario ma mal segnalato che aveva provocato diversi disservizi agli utenti, che avevano perso foto e documenti. Durante lo scorso anno la Australian Competition and Consumer Commission ha dato il via ad una battaglia legale nei confronti di Apple sostenendo che il colosso americano avesse violato i diritti dei consumatori, recuperando diverse prove secondo cui i negozi australiani si sono rifiutati di riparare device difettosi che presentavano il “brick”.

Da allora Apple ha ammesso che dal febbraio 2015 al febbraio 2016 ha negato un rimborso o l’assistenza a 275 clienti australiani relativamente a dispositivi che presentavano l’Errore 53, sia attraverso il servizio di supporto online, che negli store ufficiali dislocati lungo tutto il territorio nazionale. Nonostante la compagnia avesse agito apparentemente con buon senso, quindi, è tenuta a pagare una cifra cospicua per aver garantito un diritto ai consumatori australiani.

Dopo i primi report del problema Apple aveva spiegato che il blocco era dovuto ai controlli di sicurezza necessari per assicurarsi che il sensore d’impronte TouchID non venisse contraffatto per ottenere l’accesso fraudolento al terminale. L’errore veniva mostrato quando le informazioni di Touch ID e quelle presenti nella Secure Enclave non combaciavano, ma in seguito ai ripetuti reclami Apple ha tolto “la funzionalità” e sistemato il problema con un successivo aggiornamento software.

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