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Scherzi a parte

Author: Chiara Milan Night

Finalmente ho capito! Siamo su Scherzi a parte. Sì, per forza. Non è possibile che il nostro Ad abbia detto che certe cose gli passano sopra la testa. L’importante è che i 32 milioni siano arrivati. Non importa da chi. Questo è un dettaglio ininfluente. Con i 32 chicchi lui può pagare stipendi, fornitori e magari fare anche un briciolo di Mercato. Capito? Marilyn Monroe diceva che non bisogna accettare le briciole. Siamo nati da donne e non da formiche. Ma il Mercato in questo momento è l’ultima delle mie angosce. Non potremo fare un gran che. Certo, occorrerebbe operare con intelligenza. L’operazione Zaza sarebbe davvero stupida. I miei mal di pancia, comunque, sono altri. Cretina io a preoccuparmi di avere chiarezza sull’enigmatica, sfuggente proprietà. E cretina è pure l’Uefa. Dopo le rassicuranti affermazioni di Fassone andiamo a Losanna in una botte di ferro. Come Attilio Regolo. Se siamo fortunati, non inaspriscono la pena. Non so chi sia l’ineffabile zio Yongho. Ignoro chi ci possa essere dietro di lui. Non ho l’intelligenza per capire quali siano i pupi e quali i pupari. Io, però, non sono l’Ad. Non rappresento la proprietà. Non ho il potere di firma. Che Fassone, in cui riponevo grande fiducia, dica di saperne quanto me è ridicolo, grottesco, surreale. Persone dotate di normale intelligenza possono davvero pensare che dichiarazioni del genere rassicurino i tifosi? Io sono terrorizzata. D’accordo, il silenzio dava molto fastidio. Ma, come diceva qualcuno, è meglio stare zitti e dare l’impressione di essere idioti, piuttosto che parlare e togliere ogni dubbio. No, non è possibile. Non può essere vero. Siamo su Scherzi a parte, dai.

Oppure sto vivendo un incubo. Presto mi sveglierò e tirerò un sospiro di sollievo. Riderò della mia mortificazione. Del mio essere un pendolo sgangherato che oscilla tra la rabbia e la frustrazione. Ringrazio gli scoppi d’ira che ogni tanto mi scuotono come scariche elettriche. Sono un antidoto contro la depressione. Dove sono finiti i miei sogni della scorsa, meravigliosa estate? Che ne è della mia torta della felicità guarnita con la crema dell’entusiasmo? E’ andato tutto in pattumiera. Siccome io non sono come certa gente, il bidone dell’immondizia sta lontano dal cuore. Quello resta perdutamente rossonero. Ora non si sente più parlare nemmeno di Commisso. Sarà vera la trattativa o si tratterà dell’ennesimo capitolo di una farsa di cui siamo vittime da troppi anni? Bah! Ormai non credo più a niente. Non ho la forza di sperare in Ricketts o, ancora meglio, in Roos. Gli ottimisti ritengono che Commisso sia la miglior soluzione possibile. I pessimisti pensano che sia vero.

Tranquilli, questo campione non ce lo porta via nessuno

Io credevo nella nuova Società. E come! D’accordo, c’erano stati campanelli d’allarme. Un closing anomalo, faticosissimo, concluso alla fine per l’intervento di Elliot, indotto da Fassone. Ma scacciavo con fastidio i miei dubbi, perché, frustrata e annichilita dal Giannino, avevo la necessità fisiologica di tornare a sognare. Il Mercato mi era piaciuto. Molto! Ed ero tornata a volare sulle ali di un sogno chiamato Milan. Neanche i deludenti risultati del campo mi avevano prostrato. Ero e resto convinta del fatto che avessimo una buona base di squadra. Basta qualche intervento mirato e in Champions ci andremo l’anno prossimo, mi dicevo. Invece…. C’è un piccolo particolare. Abbiamo una Società di pasta frolla. Per usare un eufemismo. Qui, purtroppo, può succedere di tutto. In perfetto stile Giannino. La diaspora dei calciatori più forti è un’eventualità tutt’altro che peregrina. Però sono serena, perché Montolivo non ce lo porterà via nessuno.

L’Uefa ce l’ha con noi? Certo, dà fastidio vedere gli Orrendi andare allegramente di plusvalenze farlocche, senza venire sanzionati. E sentire un Antonello qualunque parlare di regole che devono essere rispettate fa imbufalire. Magari, fossimo stati noi al loro posto, ci avrebbero punito. Però è altrettanto vero che noi siamo in una situazione incredibilmente anomala. Credo che non ci sia nessun altro club al mondo messo così. Un Ad che afferma di non sapere nulla della proprietà. Pazzesco. Si ha un bel dire che le norme giuridiche non giustificano la punizione inflitta. Le voragini di bilancio del triennio precedente, grazioso lascito del Giannino, sono scempi che non giustificano l’esclusione. Il debito non è scaduto e quindi zio Yongho non è insolvente. Non si può fare un processo alle intenzioni e bla bla bla. Il convitato di pietra è la proprietà nebulosa, sfuggente, inaffidabile. Voluntary e settlement agreement ci sono stati negati per questo problema. Per il mancato rifinanziamento del debito, sul quale Fassone ha speso parole vuote per mesi e mesi. Certo, nelle motivazioni non potrà essere scritto nero su bianco che la proprietà è insolvente, perché i termini scadono ad Ottobre. Basterà far riferimento alle violazioni di bilancio del triennio 14-17, all’inattendibilità del businnes plan presentato e alle preoccupazioni sulla imminente scadenza del debito. Speranze nel Tas? Praticamente nulle con zio Yongho sempre in sella. Tanto più dopo le rassicuranti parole di Fassone. Il bonifico di 32 milioni, purtroppo, arriverà. E continuerà lo stillicidio. Sbaglio se più che con l’Uefa ce l’ho con la Società? Mi sembra di essere tornata al Giannino.

Dei Mondiali non mi frega nulla. Il calcio mi fa schifo. Noto semplicemente che, dovunque vadano, i giocatori del Milan portano male. Rimane in gioco solo Strinic con la sua Croazia. Dopo averla derubricata a bufala, mi fa un po’ paura la voce insistente di Cr7 ai Gobbi. Ci mancherebbe solo questo. E, se noi, in fiera risposta, prendessimo quella pippa di Zaza, non mi resterebbe che arrendermi. La sola idea di pensare a Zaza, pagandolo oltretutto fior di milioni, in una situazione come la nostra è da deficienti. Piuttosto mi tengo gli attaccanti che ho. Cerco di intervenire a centrocampo e di cambiare il modulo di gioco. Il mio stato d’animo si può riassumere in poche parole. Se mi morsicasse un cobra, morirebbe lui. Mi vengono in mente le parole di Roosvelt. Coraggio non significa avere la forza di andare avanti, ma andare avanti quando non si ha la forza. Coraggio, cuori rossoneri! Suvvia, non può essere vero l’incubo che stiamo vivendo. Siamo su Scherzi a parte!

Chiara

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