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La controversa direttiva UE sul copyright è stata rimandata a settembre

Author: Le news di Hardware Upgrade

L’Unione Europea ha rimandato a settembre la direttiva di cui si è molto parlato in questi giorni sul diritto d’autore online. Rispetto al disegno di legge hanno votato a favore solamente 278 membri del Parlamento Europeo, e 318 contro. La direttiva nella sua forma attuale ritorna quindi in discussione prima che venga richiesto il voto il prossimo mese di settembre.

La bozza votata nel corso della giornata del 5 Luglio, nota come Copyright Directive, si poneva l’obiettivo di riformare il diritto d’autore rendendolo più coerente con l’epoca attuale. Sin da subito ha attratto però notevoli critiche principalmente per i due articoli più controversi: l’11 e il 13. Il primo, noto come “link tax” avrebbe costretto le più grosse piattaforme del web a pagare una sorta di licenza agli editori per proporne i contenuti sui propri servizi, mentre il secondo articolo era una sorta di filtro (inteso da molti come censura) per i contenuti pubblicati sulle piattaforme social.

Secondo la legge sarebbe stata cura della stessa piattaforma sincerarsi della validità del contenuto caricato da ogni utente, e se questo avesse violato le leggi sul copyright. I provvedimenti sono stati considerati inammissibili da alcuni membri del Parlamento Europeo, e alcuni di essi hanno proposto la petizione “Save Your Internet” che ha raccolto 700 mila firme in pochissimi giorni. Secondo Julia Reda dell’European Pirate Party si tratta solamente di una battaglia vinta, ed è comunque necessario “continuare la pressione” se si vuole ottenere una vittoria permanente.

Al momento i reali vincitori sembrano essere le grosse multinazionali americane che hanno creato veri e propri colossi attraverso l’uso di contenuti scritti e proposti da altri. È anche vero che Google e Facebook rappresentano una grossa opportunità di guadagno per gli operatori del web, tuttavia le piattaforme leader del mercato avrebbero dovuto investire parecchio sia per rispondere alle novità dell’articolo 11 (quindi pagando gli editori), sia per quanto riguarda quelle dell’articolo 13 (implementando funzionalità apposite tali da permettere il filtraggio dei contenuti).

Mozilla, ad esempio, ha accolto la novità come una “grande notizia” per i cittadini europei: “Il Parlamento Europeo ha sentito oggi la voce dei cittadini europei e ha votato contro alcune proposte che avrebbero sferrato una mazzata alla open internet europea. Il futuro di una internet aperta e della creatività in Europa dipende da questo”. I sostenitori delle nuove direttive sostengono che il rifiuto delle stesse potrebbe rafforzare il potere dei colossi USA, danneggiando gli affari di artisti e creativi sul web: “link tax” e “upload filter” sarebbero infatti strumenti per offrire ai detentori di diritti d’autore di guadagnare soldi con l’esposizione delle proprie opere sul web.

Dall’altra parte però c’è anche chi sostiene che il rifiuto del disegno di legge, così com’è nella sua forma attuale, possa offrire benefici su ambo le parti. Questo perché le discussioni verranno effettuate all’interno di futuri incontri a porte aperte fra gli organi legislativi europei e gli stati membri, dando così una possibilità in più ai cittadini di farsi sentire all’interno di una proposta di legge che potrebbe radicalmente cambiare il volto del web in Europa. Il dibattito fino al prossimo mese di settembre quindi sarà aperto, con l’obiettivo di soddisfare tutte le parti in gioco.

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