Categories: Economia

I dazi non sono la soluzione

Author: Redazione Rete MMT

Ancora in queste settimane si parla della guerra dei dazi scatenata da Trump per difendere l’occupazione statunitense. Ma è questa la strategia giusta?

Il Presidente sa che, quando si va a fare spese, acquistare al prezzo più basso è l’emblema del vincitore, mentre pagare troppo è l’emblema del perdente. Ma quando si tratta di comprare legname dal Canada, automobili dalla Germania e, ora, acciaio e alluminio, il Presidente attacca senza pietà e mette in campo misure di ritorsione contro gli altri Paesi perché non ci fanno pagare abbastanza i loro prodotti!

E come Trump la pensano anche i principali analisti mainstream. C’è evidentemente qualcosa di molto sbagliato nella logica mainstream sottostante, che porta a questo genere di costoso abbaglio presidenziale. Sì, quando compriamo beni d’importazione si perdono posti di lavoro, proprio come si perdono posti di lavoro quando ai lavoratori sostituiamo le macchine, compresi i tosaerba, gli aspirapolvere e le idropulitrici. Eppure in qualche modo ancora sopravviviamo a tutto questo. Siamo passati dall’avere bisogno di mettere il 99% della popolazione a lavorare per produrre il nostro cibo, ad arrivare ad aver bisogno di meno dell’1% della popolazione per farlo, e l’occupazione nel settore manifatturiero è scesa al 7% della forza lavoro. Leggi di più.

Rileggiamo con attenzione un importante passaggio dell’articolo di Warren Mosler sopra riportato. “E se la preoccupazione è quella della sicurezza nazionale, la risposta politica che serve al meglio l’interesse pubblico prevede di ordinare al Dipartimento della Difesa di richiedere la fornitura nazionale di ciò che è considerato strategicamente importante e lasciare che il resto di noi continui a fare acquisti ai prezzi più bassi possibili”

Importare o produrre internamente? La risposta deve basarsi sempre su un ragionamento politico orientato all’interesse pubblico

In questa video di soli 4 minuti Mike Norman spiega il fondamento anti democratico alla base delle politiche pro-export: lavoratori mal pagati che producono beni che loro stessi non possono consumare, e che vengono spediti e goduti altrove.

Per chi volesse approfondire i concetti di export e di import segnaliamo due articoli:

Vento di protezionismo dagli USA. Ma i dazi non sono la risposta. Leggi di più.

Video pillola MMT “export e privazione netta”:

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