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Intelligence UK, attenzione alla tecnologia cinese

Author: Dario D’Elia Tom's Hardware

Jeremy Fleming, direttore del Government Communications Headquarters (GCHQ) – praticamente l’intelligence inglese che si occupa di spionaggio e anti-spionaggio – ha deciso di accendere i riflettori sui rischi per la sicurezza generati dalla prossima rivoluzione digitale. Analisi dati, intelligenza artificiale, 5G, Internet-of-things, quantum computing e altra tecnologie “porteranno benefici a tutti” ma “genereranno anche rischi, che se non controllati, potrebbero renderci più vulnerabili nei confronti di terroristi, Stati ostili e criminali pericolosi”.

Nel suo lungo articolo pubblicato domenica su The Times, Fleming parla dell’esigenza di un approccio equilibrato che preveda nuove partnership e “modi diversi di lavorare a livello globale”. Insomma, i nuovi sistemi e le catene di approvvigionamento dovrebbero essere rese sicure fin dalla fase progettuale per proteggere le libertà civili, assicurare la fiducia pubblica e contrastare le minacce alle libertà digitali.

Questo è uno dei compiti propri del National Cyber Security Centre (NCSC), che fa parte del GCHQ, e che negli ultimi anni ha ridotto l’impatto di più di 1000 cyber-attacchi al Regno Unito.

“È anche incredibilmente chiaro che con un mondo che diventa sempre più connesso, abbiamo bisogno di lavorare con maggiore impegno con le imprese, le società tecnologiche, mondo accademico e associazioni per la privacy per proteggere la popolazione dal mondo reale e il male online”, ha sostiene il direttore del GCHQ.

Insomma, bisogna intervenire prima che le tecnologie siano disponibili, non dopo, anche se è complicato. E non si tratta di attivare backdoor, ma semplicemente di collaborare con le aziende e le istituzioni. Ad esempio, secondo Fleming, l’Investigatory Powers Act è uno strumento legislativo adeguato che potenzia il potere di indagine con il benestare del Segretario di Stato e un giudice indipendente.

A questo punto appare chiave anche la collaborazione con gli altri Paesi e alleati. Perché alcune tecnologie critiche, come ad esempio la 5G, sono per lo più di provenienza cinese. “Dobbiamo garantire che i processi rappresentino le migliori pratiche del settore in modo da evitare rischi reali per l’infrastruttura nazionale del Regno Unito”, ha sottolineato Fleming. “Dobbiamo considerare soluzioni tempestive, solide ed eque alla sfida globale di bilanciare investimenti, commercio e sicurezza”.

In sintesi, quasi un implicito riferimento alla recente presa di posizione della Casa Bianca contro i produttori cinesi – ormai banditi da ogni agenzia governativa.

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