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Volt Europa, il partito transnazionale che punta ai delusi del M5S

Author: Vincenzo Tiani Wired

Volt Europa

In un panorama politico che ha scombussolato l’Occidente, da Brexit a Trump, cui si aggiunge il risultato delle elezioni del 4 marzo, Volt Europa è una mosca bianca. Un movimento che non solo mette al centro del proprio programma l’Europa, ma che nasce addirittura con vocazione transnazionale, con l’idea di presentarsi in almeno sette Stati Membri alle elezioni Europee del 2019 e diventare il primo partito europeo. È proprio la riflessione sul futuro post Brexit che ha portato Andrea Venzon, assieme a Colombe Cahen-Salvador e Damian Boeselager, a fondare un anno fa Volt Europa.

Un po’ di numeri

Volt in Europa


Oggi Volt è presente nei 28 Paesi dell’Unione Europea, più Svizzera e Albania. Può contare su un team centrale di 12 persone cui si affianca un esercito di volontari che anche in Italia sta crescendo. E poiché i giovani stanno online, è lì che è più facile muovere i primi passi. A un anno dal lancio della pagina Facebook, Volt Europa conta oggi 28mila fan (in Italia sono oltre 8mila) e 20mila iscritti alla newsletter.

 Per quanto riguarda la raccolta fondi, Volt ha già condotto 4 campagne di crowdfunding superando i 70mila euro. Questi fondi servono a finanziare il team che lavora full time alla campagna.

Per capire meglio cosa sia Volt l’abbiamo chiesto a due esponenti di spicco: Andrea Venzon, 26 anni, co-founder e presidente di Volt Europa, e Federica Vinci, 25 anni, presidente di Volt Italia.

Federica Vinci e Andrea Venzon – Volt Europa

Come mai la scelta di un movimento Europeo?
Venzon: “La scelta fu molto naturale visto che io sono italiano e gli altri cofounder francese e tedesco.

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Finora non è stato fatto perché ci sono troppi interessi nazionali in gioco. Anche Macron infatti, che si è presentato alle elezioni come fortemente europeista, da quando è stato eletto nei fatti risponde sempre prima al suo elettorato, come ad esempio sulla questione dei migranti”.
Vinci: “Abbiamo scelto, come partito paneuropeo, di creare un programma transnazionale, che riflettesse una comunanza di valori”.

Avete pensato di proporvi ai partiti di casa nostra più europeisti?
Venzon: “Su Facebook i partiti ci corteggiano ma per ora lavoriamo in modo indipendente. Magari ne riparleremo per le prossime elezioni nazionali”.
Vinci: “Per ora ci stiamo focalizzando sulla nostra identità e la nostra crescita”.

Per essere eletti alle Europee servono molte preferenze. Voi due sarete i candidati? Come pensate di ottenere i voti necessari?
Vinci: “Non è detto che saremo noi i candidati. Faremo delle primarie interne. La cosa certa è che stiamo riuscendo a coinvolgere moltissimi giovani”.
Venzon: “C’è una partecipazione molto forte sotto i 40 anni. La media di chi partecipa ai nostri eventi o ci segue sui social è nella fascia 30-35 anni. C’è molto interesse per l’Europa in questa fascia d’età. Abbiamo fatto eventi in tutta Italia negli ultimi 3 mesi e ci chiedono di farne altri. Noi vogliamo coinvolgere tutti, soprattutto chi vive fuori dalle bolle dell’imprenditoria e dell’università. Alla nostra assemblea a Bologna c’erano più di 200 persone, di tutte le estrazioni sociali”.
Vinci: “I partiti di oggi hanno strutture anacronistiche, con decisioni prese dall’alto. Ai nostri eventi vediamo che c’è una grande voglia di essere parte integrante del discorso politico”.

E voi invece come siete strutturati?
Venzon: “Lavoriamo molto online: per organizzarci usiamo Workplace di Facebook e ADoodle per fare sondaggi interni. Fisicamente al momento abbiamo dei team locali, regionali, nazionali ed europei. Grazie all’online però garantiamo la partecipazione di tutti, anche se si viene da un circolo molto piccolo. Abbiamo un regolamento interno ben strutturato e linee guida per chi vuole organizzare eventi sul territorio”.

Come strapperete elettori agli altri partiti?
Venzon: “Puntiamo ai delusi del M5S. Erano entrati con un’idea che poi è stata disillusa dopo le elezioni. Noi abbiamo dei punti forti: soluzioni basate su dati e ricerche. Portiamo esempi concreti come gli effetti che ha avuto l’uso dei fondi regionali europei in Spagna. Quando lo mostriamo agli eventi nel sud Italia i cittadini vedono subito il potenziale. Noi portiamo i risultati positivi dell’Europa e mostriamo come si possano applicare all’Italia, altri partiti non lo fanno”.
Vinci: “Grazie alla nostra rete possiamo scambiare le best practice già sperimentate in altri Paesi. Isernia può diventare come Copenhagen, perché siamo in grado di far comunicare le comunità delle due città. Questo è un approccio completamente nuovo”.

A proposito di M5S, voi vi muovete bene in rete e prevedete un sistema in cui il cittadino online possa dire la sua. Pensate che uno valga sempre uno, su qualsiasi tema?
Venzon: “No, l’esperienza conta. Il nostro programma è stato scritto da 200 volontari che però sono stati distribuiti su ogni tema in base a interesse ed esperienza. In Svizzera questo coinvolgimento dei cittadini funziona. Al di là dell’esperienza, bisogna comunque capire cosa ne pensano i cittadini di un certo tema, per questo è importante che i cittadini possano partecipare.
Al momento per le nostre votazioni usiamo tool esterni come adoodle, che permette di fare sondaggi anonimi. Abbiamo già un bel database e in futuro penseremo a qualcosa di sviluppato internamente. Ma prima dobbiamo preparare i cittadini a quest’ottica”.

E del voto elettronico per le elezioni cosa pensate?
Vinci: “È interessante ma resta il grosso problema della sicurezza informatica. Per ora non ci abbiamo pensato”.

Cosa non va invece nell’Europa di oggi?
Venzon: “Ad oggi è difficile capire come funziona l’Europa. Noi vorremmo che il Parlamento Europeo avesse iniziativa legislativa e che fosse eletto un vero primo ministro, con la Commissione Europea a fare da Governo. Il Consiglio (composto dai capi di Stato e di Governo dei paesi membri dell’UE, ndr) dovrebbe somigliare più ad un Senato. Oggi invece ha molto più potere”.
Vinci: “L’UE oggi è percepita come lontana perché additata come capro espiatorio di errori nazionali”.

Quali sono i prossimi passi di Volt?
Venzon: “Faremo un’assemblea generale a fine ottobre ad Amsterdam e da lì lanceremo la campagna ufficialmente. Dopo le Europee penseremo anche alle elezioni amministrative e regionali”.
Vinci: “A livello nazionale a dicembre prenderemo le ultime decisioni sulla campagna nazionale. Siamo fiduciosi perché da 10 che eravamo un anno fa, senza un soldo, oggi possiamo contare su tantissimi volontari che si sacrificano per un’idea a prescindere dal ritorno che ne possono trarre”.

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