Assassin’s Creed Odyssey Anteprima: cantami, o Diva…

Assassin’s Creed Odyssey è sostanzialmente un grosso more of the same di Origins ma, vista la qualità di quest’ultimo, non possiamo che accogliere la cosa con grande entusiasmo. Nel corso della gamescom, abbiamo avuto modo di provare una nuova demo di Assassin’s Creed Odyssey che, a differenza di quella dell’E3, era ambientata nella fase del gioco corrispondente all’endgame.

Il nostro personaggio, nella fattispecie la controparte femminile Cassandra (che poi sarebbe quella canonica, stando ai romanzi), si muoveva in una delle zone avanzate del gioco, ormai arrivata al livello 50, con la maggior parte delle abilità già sbloccate. La gran parte dei capisaldi della serie raffinati in oltre dieci anni, come già avevamo visto nella precedente demo, è presente, inclusi i viaggi per nave, le immersioni, e ovviamente tutte le possibilità esplorative messe a disposizione grazie alla prestanza fisica di Cassandra. Muovendoci tra personaggi e luoghi familiari a chi ha amato capolavori senza tempo come l’Iliade e l’Odissea, abbiamo apprezzato come Ubisoft abbia giocato con la letteratura e la storia, riproponendo una ricostruzione storica volutamente artefatta, ma che si sincera di riproporre tutti gli elementi stilistici che ci si aspetterebbe di trovare in un gioco ambientato nell’Antica Grecia.

Il gioco è scritto davvero bene e, se proprio vogliamo muovergli un’accusa, forse un po’ troppo nella retorica… ma del resto, ci troviamo nella culla della filosofia e della dialettica, quindi anche questa scelta narrativa ha un suo senso. Cassandra è una una mystios, una figura autorevole che ispira rispetto e senso di protezione, un po’ come i medjay di Origins. Per questo motivo, Bryce, una donna dalla pelle ambrata accusata di essere una strega, ci chiede il nostro aiuto, sfruttando l’occasione anche per citare la poetessa Saffo. La sua amante, la bellissima Ligeia, è stata infatti presa prigioniera da una non meglio identificata creatura, in una foresta proibita dove si dice che chiunque vi entri, sia destinato a trasformarsi in pietra. La quest si divideva in ulteriori sottotrame, con la possibilità di scegliere l’approccio più congeniale. Tutto ciò conduceva a un finale tragico (siamo nell’Antica Grecia, dopotutto), in cui si riusciva a penetrare nel tempio dove si nasconde la Creatura, solo per scoprire che Ligeia si era orribilmente trasformata in una creatura dai capelli di serpente: Medusa, che pietrifica con lo sguardo l’amante, che ormai non riconosce più. A questo punto, si apriva una boss fight molto intrigante, dove bisognava destreggiarsi con il pattern d’attacco della Medusa, e nascondersi dai suoi raggi pietrificanti. Il sistema di combattimento già ammirato in Origins funziona alla grande, permettendoci di sferrare fendenti ragionando strategicamente sui movimenti del nemico, e usare delle abilità speciali, come la cura e l’ormai famosissimo calcio di Sparta. Per inciso, questo frangente narrativo ci ha ricordato non poco la caccia ai mostri di The Witcher 3: Wild Hunt.

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Difficilmente Assassin’s Creed Odyssey riuscirà a proporre delle sorprese, ma l’ambientazione affascinante, con cui in effetti pochi possono pensare di riuscire a rivaleggiare, è probabilmente una ragione più che sufficiente per investire il prezzo del biglietto. Ottime sensazioni dunque, per una demo che mostra i muscoli, ritagliandosi anche un’identità propria. Concludiamo condividendo con voi una discussione scaturita nella redazione di GamesVillage: ma com’è possibile che in Assassin’s Creed ci siano mostri che pietrificano la gente. Non era una serie dal background storico con una forte impronta di realismo (Prima Civiltà a parte). Se avete la risposta a questa domanda, siete pregati di fornircela nei commenti e su Facebook.

Author: GamesVillage.it