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ITALIA: IL RITORNO DEL PIANO B!

L’esodo degli investitori stranieri dal mercato obbligazionario italiano è accelerato nel mese di giugno, con le vendite nette del debito del governo italiano salite a un livello record per il secondo mese consecutivo. Nello specifico, le consistenze del debito italiano degli investitori stranieri sono diminuite di 38 miliardi di euro a giugno, superando i 34 miliardi di maggio.

C’è da dire che se anche i rendimenti dei decennali stanno raggiungendo i massimo di maggio, la dinamica del 2 anni italiano, quello che la speculazione utilizza per dare maggiore accelerazione all’effetto panico è ben lontano dai livelli di oltre due mesi fa.

Scrive il Financial Times…

” Le banche italiane sono state, in larga misura, acquirenti nette, nel secondo trimestre del 2018, le istituzioni finanziarie nazionali hanno aumentato il loro debito netto del governo di oltre 40 miliardi di euro, il più grande volume dall’apice del crisi del debito della zona euro. “

Più in dettaglio, l’Italia ha registrato un deflusso record di capitale di 76 miliardi di euro da parte di investitori esteri, nei due mesi di maggio e giugno, più grande del precedente record di deflussi in due mesi di “soli” 51 miliardi avvenuto nel periodo giugno-luglio 2011 e di oltre 56 miliardi nei primi mesi del 2012, con l’avvento del governo Monti.

L’Italia ha registrato un deflusso di capitali da record di 76 miliardi di euro maggio-giugno, con un deflusso superiore a 51 miliardi di euro nel giugno-luglio 2012 e 56 miliardi nel febbraio-marzo2, ha calcolato Citi. Gli stranieri hanno venduto € 33 miliardi di debito governativo italiano e € 9,4 miliardi di attività del settore privato a giugno. Aggiunge a € 33bn venduti a maggio. pic.twitter.com/lLIjBzvk9C

– Holger Zschaepitz (@Schuldensuehner) , 23 agosto 2018

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Ovviamente tutti preoccupati di cosa deciderà il Governo per la legge di Bilancio e il DEF, meno il nostro Alberto Bagnai che in una recente intervista ha dichiarato…

“I mercati iniziano fidarsi del governo”.

“i mercati iniziano ad avere fiducia nel governo Lega-M5S perché sanno una cosa che l’Europa non capisce, ovvero che per distribuire valore agli azionisti e ai risparmiatori bisogna prima creare valore. Cosa che con l’austerità non accade. E i mercati stanno cominciando a capirlo visti anche i colloqui che ho avuto con esponenti dell’industria finanziaria. Servono stimoli a favore della crescita ma questa Unione europea non intende capirlo e tutto ciò ci addolora. Se non comprende un concetto così semplice – spiega Bagnai – il sospetto legittimo è che l’Ue non sia un progetto di solidarietà tra uguali ma un progetto imperialistico di chi, come la Germania, crede – e sottolineo crede – di essere più forte. Voglio ricordare ai fratelli tedeschi che ogni persona, Stato o azienda forte trova sempre una persona, Stato o azienda più forte di lui. Nel caso della Germania quelli più forti sono gli Stati Uniti, stanchi delle ottuse politiche tedesche. Spero che questa evidente stanchezza americana e le elezioni europee in programma l’anno prossimo convincano i tedeschi a sposare una linea di razionalità e di rilancio dell’economia, non di tagli, che trova anche il favore dei mercati”.

Prima che qualcuno vede in ciò che sto per dire un qualsiasi suggerimento, premetto che sono solo fantasie. E se non accadesse nulla, di tutto ciò che si dice? Vi siete accorti che con il più grande deflusso di liquidità dai nostri titoli di Stato dalla famigerata stagione Monti, si quello che ha fatto di tutto per distruggere domanda interna e deflazionare salari solo in base alla sua ideologia perversa…

…dicevo, con un simile deflusso in realtà è successo nulla o poco più, nessun sfracello.

Io in realtà come nel 2011/2012 non sono così preoccupato come vogliono fare intendere Giorgetti o Savona, anche se bisognerebbe filtrare le affermazioni riportate da una stampa che non perde tempo a manipolare interviste o esternazioni.

Male che vada…

Il piano B per un’eventuale uscita dell’Italia dall’euro? «Esiste sempre un piano B, nelle banche come nelle famiglie. Come esiste un piano A. Ma se le cose dovessero andare male non bisogna essere impreparati». A spiegare ancora una volta quelle frasi del suo libro (“Come un incubo e come un sogno”, Rubettino Editore) che a maggio hanno rischiato di far saltare sul nascere il governo giallo-verde è stato lo stesso ministro degli Affari europei, Paolo Savona, intervistato ieri sera da Bruno Vespa nel corso di un incontro pubblico a Porto Cervo, in Costa Smeralda.

Ma davvero siete tutti convinti che la finanza anglosassone si posizionerà all’unisono contro il nostro Paese? Davvero qualcuno è ancora convinto che accadrà quello che è successo nel 2011?

Io consiglio di fare molta attenzione alla Germania, più che all’Italia!

Secondo alcuni dati solo il 6 % è detenuto da risparmiatori italiani, direttamente o tramite gestioni, oltre il 60 % tra assicurazioni, banche e Bankitalia, più o meno il 32 % resta in mano ad investitori stranieri, la maggior parte a loro volta fondi pensioni o istituzionali o sovrani.

Quanto è successo in questi mesi non è altro che effetto gregge dei fondi passivi, tutti nella stessa direzione che si salga o si scenda, ovviamente condizionati dal trend.

Poi ovviamente, nonostante la grande crisi abbia screditato le agenzie del senno di poi, manipolatrici sistematiche del mercato come dimostrato più volte, benchmark o rating di riferimento fanno il resto.

Quando senti uno come Cottarelli che ti racconta che la tesi del complotto non ha senso perché abbiamo il secondo debito pubblico più alto nell’area euro e il più basso tasso di crescita e pensi alle agenzie di credito ti viene da ridere…

Lo sa vero @CottarelliCPI che prima del 2011 siamo sempre stati nella condizione di cronica bassa crescita e debito pubblico al top… quindi evitiamo inutili allarmismi! pic.twitter.com/Nss9yCniuG

— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) August 22, 2018

La stessa Moody’s nel 2010 e non solo lei, ve lo assicuro perché conosco a memoria i comunicati delle agenzie di allora, diceva che l’Italia da sempre è professionista nella gestione di bassa crescita ed alto debito.

Concludendo ricordatevi tutto ciò che abbiamo scritto durante la crisi di sei anni fa, ricordatevi che in realtà se cade l’Italia, cade l’euro, ci vediamo a settembre!

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Author: Finanza.com

admin

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