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ITALIA IFRS9: L’IDIOZIA E IL DEFICIT DI MIA NONNA!

Non passa neanche qualche giorno, etvoilà, il future sui BTP tenta l’ennesimo e definitivo allungo sulle parole del vice governatore Luigi di Maio…

Di Maio: “Nel 2019 reddito minimo a tutti, anche sforando deficit” #m5s https://t.co/LCd3zpRZK1 pic.twitter.com/8bskiSs23b

— Tgcom24 (@MediasetTgcom24) August 28, 2018

Ovviamente subito dopo arrivano i pompieri di casa Tria, sai i mercati si stanno agitando…

Di Maio: “Siamo pronti a sforare il 3% del rapporto deficit/Pil, se servirà”. Il ministro Tria in Cina: “Un conto è criticare il 3%, un conto è superarlo. Il nostro debito è sostenibile”. Tra poco al #Tg3 pic.twitter.com/ZQIjMQGuhz

— Tg3 (@Tg3web) August 28, 2018

La Germania da 8 anni ha un surplus eccessivo nell’import-export

Premesso che quel parametro è ormai diventato una barzelletta come altri all’interno dell’Europa, ad esempio quello sul surplus che la Germania regolarmente non rispetta, a beneficio di coloro che non sanno di cosa si parli, condividiamo qui sotto il pensiero di colui che questo parametro ha contribuito a crearlo, una vera e propria leggenda metropolitana per fessi.

In effetti fa piacere che anche il ministro Tria si sia informato, visto che in Cina ha dichiarato…

-” Il rispetto del rapporto deficit/ PIL del 3% è stato criticato anche da chi lo ha inventato, “ma è molto diverso dal dire che lo supereremo”.

Parla l’inventore della formula del 3% sul deficit/Pil : «Parametro deciso in meno di un’ora, senza basi teoriche – http://t.co/9zwI4o1Edt

— Vito Lops (@VitoLops) January 29, 2014

Inoltre a beneficio di tutti coloro che non conoscono la storia dell’Europa e l’inutile diatriba su questo anacronistico limite, riporto il numero di volte che è stato letteralmente ridicolizzato negli ultimi 17 anni…

Luigi Di Maio:”reddito minimo nel 2019, anche violando il tetto del 3% di deficit.” Il tetto del 3% è stato superato, dal 1999 al 2015, 114 volte dai 28 paesi dall’Unione senza il consenso di Bruxelles. Se è stato fatto in passato, può essere fatto in futuro. pic.twitter.com/f2bC0D9ltw

— Cesare Sacchetti (@CesareSacchetti) August 28, 2018

Ricordo a tutti che Francia e Germania sono stati in assoluto i primi a sforare i trattati di Maastricht!

La soluzione, approvata a maggioranza qualificata nella notte, con il voto contrario di quattro paesi (Olanda, Austria, Finlandia e Spagna), è passata anche alla riunione dell’Ecofin nonostante l’opposizione fermissima di Solbes che ha ripetuto che la decisione notturna non aveva base legale. “Siamo profondamente rammaricati – ha detto il commissario europeo – perché la soluzione adottata dal Consiglio non segue le regole stabilite dal Patto, mentre solo l’applicazione delle regole può garantire un uguale trattamento degli Stati membri. La Commissione valuterà le conclusioni e deciderà eventuali azioni future”. Posizione ribadita in seguito con la nota ufficiale della Commissione.

Quindi nessun problema si può fare e si farà, se abbiamo bisogno di sostenere la nostra economia, Tria o non Tria.

Nel frattempo, un paio di mesi fa abbiamo visto giusto, ma soprattutto ha visto giusto il nostro Machiavelli in MACHIAVELLI: ITALIA PUNTO DI NON RITORNO!, il momento è topico, fondamentale per i rendimenti dei nostri titoli di Stato.

E qui dopo il deficit di mia nonna arriviamo all’idiozia di questa classe politica, un manipolo di ignoranti o conniventi come meglio credete che quotidianamente sottoscrive e vota leggi senza neanche sapere quello che fa.

TRENTA NOVEMBRE 2017 questa è la data di approvazione del regime transitorio di anni 5 approvato tra l’indifferenza generale. In sintesi le banche devono mettere a bilancio le probabili perdite attese, anche se non effettivamente realizzate, non solo per gli investimenti ma anche per gli impieghi.

Ovviamente si parla di titoli di Stato e non di derivati, guai a toccare i bilanci delle banche tedesche o francesi, guai, loro sono riusciti a tenere fuori dalla trappola tutte le banche regionali dei vari land  e non venitemi a dire che il regime transitorio diluisce le perdite potenziali nell’arco di 5 anni perché mi metto a ridere, i mercati non hanno tempo da perdere.

Invece di strillare per la riforma del credito cooperativo, alcuni signori avrebbe fatto meglio ad opporsi in tutte le maniere all’approvazione di una simile regola, ma a novembre c’era un altro governo, quello degli amici degli amici, impegnato più ad elargire concessioni o a vincere elezioni poi clamorosamente perse.

Non parliamo poi di ABI o amenità varie, perché sia in occasione dell’approvazione del bail.in sia in questo caso, l’opposizione è stata inesistente, Bankitalia compresa.

Di questo ve ne abbiamo accennato più volte, ma qui sotto avete una sintesi migliore…

Tecnicamente, il deterioramento della situazione patrimoniale a causa del caro spread avviene perché, in base alle regole contabili (Ifrs9), la perdita virtuale (diventa effettiva, e quindi viene “scaricata” a conto economico, solo nel momento in cui si vendono) sui Btp e gli altri titoli italiani che scaturisce dalla valutazione al loro prezzo di mercato (fair value) si manifesta immediatamente sui fondi propri della banca. E ciò provoca un conseguente peggioramento degli indici patrimoniali. A sua volta, poi, tale deterioramento rende più complicate e onerose le operazioni di cessioni di sofferenze e crediti deteriorati in generale, con le quali sono ancora alle prese molti istituti di credito italiani (si pensi, per esempio, a Banca Carige o a Banco-Bpm).

Fin qui ci siamo, ma non finisce così perché questa norma è un vero e proprio boooooomerang per le banche italiane intrise di no performing loans…

“Molte di queste operazioni si basano sulla cartolarizzazione dei crediti deteriorati e sulla concessione di una garanzia pubblica, la cosiddetta Gacs, sulla parte senior, ossia sulla parte meno rischiosa del portafoglio di npl ceduto. In pratica, la banca paga allo Stato un premio assicurativo sulla garanzia prestata calcolato sul mercato dei credit default swap (cds, simili ad assicurazioni sul rischio di fallimento, ndrdi società italiane. In cambio, può giustificare un valore di cessione più alto dei crediti dismessi”.

“Se però – prosegue Erzegovesi – lo spread con la Germania aumenta e sale anche il cds che stabilisce il prezzo del ‘rischio Italia’, il premio da pagare allo Stato diventa più oneroso per la banca. In parallelo, le cartolarizzazioni diventano più onerose perché occorre aumentare l’importo delle parti più rischiose di questi prestiti, ossia le cosiddette junior e le mezzanine. In questo modo, si abbassano i valori di equilibrio che tengono in piedi l’intera operazione di cartolarizzazione”. In pratica, la banca, dovendo sopportare costi più alti, si libera dei crediti deteriorati a un prezzo ancora più basso rispetto ai propri valori di carico, perdendo parte dei vantaggi della Gacs, con annesso aggravio della situazione patrimoniale.

Io mi auguro che nel Governo ci sia consapevolezza della demenzialità di questa norma criminale, la famigerata IFRS9, perché potrebbe minare la stessa presunta stabilità dell’intero sistema finanziario creditizio italiano.

Insomma, un aumento dello spread provoca tutta una serie di pericolosi effetti a catena nei bilanci bancari, quasi che si trattasse di una vera e propria bomba a orologeria pronta a innescare da un momento all’altro una nuova ondata di aumenti di capitale.

Ma di questo ne riparleremo in dettaglio nel prossimo Machiavelli, analisi a tutto campo su rischi ed opportunità dei nostri titoli di Stato, ma non solo, dedicato a tutti coloro che sostengono liberamente il nostro viaggio.

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Nel frattempo brutte notizie per Trump e per il commercio globale, sale del 6,3 % il deficit americano, con una caduta delle esportazioni guidate dal settore alimentare, bevande e mangimi…

US goods trade deficit rises as exports fall https://t.co/aThoQ6to2X pic.twitter.com/I6KJs4fLWy

— Channel NewsAsia (@ChannelNewsAsia) August 28, 2018

The Commerce Department said on Tuesday the US trade deficit in goods surged 6.3% to $72.2 billion last month. Exports of goods dropped 1.7% to $140.0 billion, weighed down by a 6.7% plunge in shipments of food, feeds and beverages.https://t.co/yHs1v6kYOc

— Facts Do Matter (@WilDonnelly) August 28, 2018

Qui sotto i Paesi nel mirino del cannone commerciale di Trump, si preannuncia un autunno davvero caldo per l’Europa.

Pessime notizie anche dagli ordinativi di beni durevoli che da ben quattro mesi registrano un nulla di fatto…

Per quanto riguarda il presunto accordo con il Messico, in realtà è un pessimo accordo per gli USA, ma questo i giornalisti italiani non ve lo diranno, loro si limitano a riportare notizie, noi le analizziamo…

#Usa annunciano accordo commerciale con il Messico. Trump: ‘Una grande buona intesa’ https://t.co/bL4lHjzDF0

— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) August 28, 2018

Come scrive Mike, in realtà scopriamo che non c’è alcun accordo, per due ragioni.

Primo il ministro del commercio messicano sottolinea l’assenza del Canada nelle decisioni di un paio di giorni fa, inizialmente l’accordo era trilaterale ma su questa base deve essere sensibilmente rivisto.

Bloomberg inoltre seppellisce questo accordo sotto una montagna di dati,

Non dovrebbe essere così sorprendente che questo accordo sia più limitato di quanto non sembri. Il Messico difficilmente accetterà di devastare la sua industria nazionale per compiacere il presidente Trump .

Le elezioni di Midterm stanno arrivando. Non solo le imprese urlano di dolore, ma almeno cinque senatori repubblicani hanno fatto saltare Trump sul commercio.

La potenziale opposizione politica non ha scoraggiato Robert Lighthizer, che come rappresentante commerciale statunitense di Trump ha guidato i negoziati…

“Non mi preoccupo dei voti a questo punto”, ha detto ai giornalisti lunedì, ma “la mia aspettativa è che passerà in modo schiacciante”.

Certamente, potrebbe essere solo una manovra negoziale di Trump, per mostrare al mondo che gli accordi commerciali multilaterali possono essere fatti con una nazione alla volta. Io andrei cauto a festeggiare, l’autunno è dietro l’angolo!

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