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Mary Poppins, 5 cose che forse non sapevate sul film originale

Author: Paolo Armelli Wired

Il classico film musical della Disney torna ora con un sequel ma non tutti conoscono le difficoltà e i segreti dell’originale

Arriva nelle sale italiane il 20 dicembre Il ritorno di Mary Poppins, la continuazione del mitico film Disney che vede protagonisti, in questo sequel ammodernato, Emily Blunt e Lil Manuel Miranda. La tata magica che nel film del 1964 aveva riportato la gioia presso i bambini della famiglia Banks e anche nel loro burbero padre, torna ora molti anni dopo per occuparsi dei discendenti di quella stessa famiglia.

Nel cast davvero stellare ci sono anche Meryl Streep, Angela Lansbury, Colin Firth e Julie Waters. Ma è difficile non pensare costantemente alla pellicola originale che segnò non solo le carriere di molti attori come Julie Andrews, ma fu anche un successo da tale da riscrivere i canoni dei film per famiglie. Un titolo divenuto davvero di culto ma che ha ancora qualche segreto da rivelare.

1. Una trattativa difficile

Essendo Mary Poppins un film così impresso nell’immaginario comune, in pochi ricordano che si tratta non di una sceneggiatura originale bensì di un adattamento di una serie di romanzi, scritti dal 1934 al 1988 dalla scrittrice PL Travers. Walt Disney venne a conoscenza praticamente subito dell’esistenza dei libri, perché la figlia Diane li amava e aveva suggerito al padre che lì poteva esserci pane per i suoi denti. La trattativa con la scrittrice, che nella sua visione delle cose trovava ridicoli i buoni sentimenti delle pellicole Disney, fu dunque serrata e complessa: iniziata nel 1938, si sbloccò solo una ventina di anni dopo.

A Travers furono offerti 100mila dollari di anticipo e una percentuale del 5% sui guadagni del film, una proposta talmente sostanziosa da essere impossibile da rifiutare.

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Eppure, nonostante i lunghi incontri che l’autrice tenne con sceneggiatori e produttori, trovò il film deprecabile. Prima di morire nel 1996 acconsentì però alla realizzazione di un musical tratto dalla versione cinematografica, e i suoi eredi hanno poi permesso il sequel ora nelle sale. Il travagliato rapporto fra Disney e Travers è stato raccontato in Saving Mr Banks del 2013, con Emma Thompson e Tom Hanks.

2. Un successo senza precedenti

Uscito nel 1964, Mary Poppins è considerato come il coronamento dei successi cinematografici di Walt Disney, che morì solo due anni dopo, nel 1966. A parte essere il film che incassò di più quell’anno, con oltre 100 milioni di dollari di incassi al botteghino  (superando la pellicola concorrente My Fair Lady che si fermò a 72 milioni), fu anche il primo lungometraggio della casa di Topolino ad aggiudicarsi una nomination come miglior film dell’anno, che però non vinse.

In compenso, il film si portò a casa comunque cinque Oscar, fra cui spiccano quello a Julie Andrews come migliore attrice protagonista e i premi alla colonna sonora composta dai fratelli Richard e Robert Sherman. L’American Film Institute ha poi decretato che Mary Poppins è il sesto miglior musical della storia del cinema statunitense.

3. Questioni attoriali

Prima di approdare al cinema con Mary Poppins, Julie Andrews era un’affermata stella di Broadway. Questo fu dunque il suo primo ruolo cinematografico, anche se venne per un caso fortuito: l’attrice infatti aveva tentato di ottenere il ruolo da protagonista nell’altro film dell’anno, My Fair Lady appunto (rappresentazione che lei stessa aveva fatto debuttare a teatro), ma quella parte andò alla fine a Audrey Hepburn. Finalmente convinta da Walt Disney, Andrews era però allora incinta di tre mesi, ma il papà di Topolino pur di averla nel cast posticipò le riprese fino alla fine della gravidanza.

Discorso quasi opposto per l’altro protagonista, Dick Van Dyke che interpretava Bert. L’attore fu scelto da Disney dopo che ebbe visionato il suo programma televisivo The Dick Van Dyke Show. Ma Van Dyke insistette anche per travestirsi e interpretare il vecchio Mr Dawes (nei crediti compare l’anagramma Navckid Keyd), tanto che leggenda vuole che dovette fare una donazione in beneficienza per ottenere il secondo ruolo. Molto criticato all’epoca per il suo poco convincente accento cockney, vista la sua origine americana, Van Dyke però rimase nella storia con questa parte, tanto da essere l’unico del cast originale a partecipare anche a Il ritorno di Mary Poppins.

4. Supercalifragilisticespiralidoso e controverso

Fra le canzoni memorabili composte dai fratelli Sherman per la colonna sonora del film, Supercalifragilisticespiralidoso (in originale Supercalifragilisticexpialidocious) è sicuramente una delle più conosciute, oltre ad aver introdotto una parola nuova nel linguaggio comune. Ora inserito anche in alcuni dizionari, questo vocabolo era in realtà un nonsense che nel film si dice utilizzato “per dire qualcosa quando non si ha nulla da dire“. Alcuni studiosi come Richard Lederer hanno provato addirittura a dargli un’etimologia sensata (super– “sopra“, cali– “bello“, fragilistic– “fragile“, expiali– “meraviglia“, e –dociouseducato“, ovvero espressione educata di meraviglia per qualcosa di molto bello e delicato).

Non è ben chiaro da dove gli Sherman abbiano tratto la parola, in ogni caso: alcune volte dichiararono di averla inventata di sana pianta, altre di averla sentita da bambini. Un’attestazione simile, supercaliflawjalisticexpialadoshus, appare ad esempio in un giornale universitario del 1931. E nel 1965 due musicisti, Gloria Parker and Barney Young, tentarono di fare causa alla Disney per una loro canzone del 1949 intitolata Supercalafajalistickespeealadojus, senza però ottenere successo.

5. Effetti speciali pioneristici

A fronte dell’incasso stratosferico, Mary Poppins costò alla Disney solo 6 milioni di dollari e una grande fetta di questo budget andò a finanziare gli effetti speciali. Le fantasmagoriche scene, soprattutto quelle del bizzarro viaggio che la tata e i bambini Banks compiono in mezzo agli animali animati, sono state realizzate combinando pupazzi d’avanguardia, la speciale tecnologia brevettata Disney chiamata audio-animatronics ed effetti speciali molto avanzati. Dall’uccellino che canta in Un poco di zucchero all’effetto fluttante della scena Rido da morire, sono state impiegate tecniche per l’epoca sperimentali e pionieristiche.

Nelle scene di volo o di sospensione, ad esempio, per non far vedere i fili attaccati agli attori si son dovute girare le stesse scene più volte, ruotando l’inquadratura o addirittura mettendo sottosopra le scenografie per ottenere un effetto capovolto. Tutto fu però fatto ai Walt Disney Studios di Burbank in California e anche le scene di Londra, che all’epoca sembravano così realistiche, sono state realizzate indoor su fondali dipinti.

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