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Ces 2019, Bmw lancia un assistente alla guida “quasi umano”

Author: Diego Barbera Wired

Las Vegas – Al Ces 2019, Bmw solleva l’angolo del tappeto del futuro facendo sbirciare sulle innovazioni che da marzo prossimo fino al 2025 potremmo trovare a bordo delle vetture dello storico brand tedesco. Due le novità imminenti e più concrete come la moto a guida autonoma e, soprattutto, l’assistente “umanizzato” Bmw Intelligent Personal Assistant che si rinnoverà in primavera come servizio di punta.

Spostandoci con lo sguardo oltre, verso il prossimo decennio, è stata mostrata la concept car Bmw Vision iNext che mostra come il marchio bavarese immagina le vetture a guida autonoma.

Parte del presente e pronto in due mesi circa a una corposa propulsione verso più servizi, Bmw Intelligent Personal Assistant si attiva con un comando di richiamo molto semplice “Hey, Bmw”, ma si può personalizzare con un nome a proprio piacere. A bordo di una Bmw X5, la gentile Ester (questo il nome che gli abbiamo assegnato) ci ha raccontato le funzioni che arriveranno con le rondini.

Premessa: molte delle funzionalità sono ancora in via di definizione e di perfezionamento e naturalmente le potenzialità sono ancora tutte da esplorare visto che la crescita sarà esponenziale nel tempo. Ogni tanto qualche piccola pausa di troppo non è mancata. Tuttavia, è interessante il buon funzionamento di questo servizio su quale Bmw punta e punterà molto.

Dieter May, senior vice-presidente di servizi digitali e modelli business: “Da cinque anni lavoriamo ai sistemi connessi per i passeggeri e proponiamo un approccio che mette al centro l’uomo.

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Si parte da un’unica utenza per accedere a tutti i servizi chiamata BMW One ID e si potrà sfruttare i benefici della rinnovata assistenza digitale. Che non si può considerare soltanto un’interfaccia vocale ma una vera e propria personalità che cresce e migliora di giorno in giorno studiando abitudini e preferenze”.

La prossima primavera (marzo 2019) saranno diversi i punti da aggiungere in elenco. Ci sono l’assistenza per trovare parcheggio e tutta una gamma di attenzioni particolari allo stato di salute e di attenzione del guidatore. Si potrà infatti informare l’assistente di essere stanchi oppure – ad esempio – stressati dopo un’impegnativa giornata a lavoro. Partirà in automatico un programma che andrà a miscelare sapientemente l’illuminazione interna, la temperatura dell’aria condizionata o del riscaldamento del sedile e – come poteva mancare – la musica, ad esempio per risvegliare dal torpore oppure per far passare un po’ di nervosismo.

Si potrà naturalmente impostare una destinazione con navigatore satellitare e cercare lungo la rotta stazioni di rifornimento, ristoranti, punti di interesse turistico oppure altre attività commerciali. Sarà possibile anche ottenere un rapido check di alcuni parametri interni come ad esempio il livello dell’olio oppure altri importanti dati parte della manutenzione regolare. C’è anche una sorta di Shazam per riconoscere i brani riprodotti alla radio.

Come è naturale, Bmw Intelligent Personal Assistant non si limiterà al compitino di rispondere alle domande del conducente ma andrà a studiarne le abitudini e le preferenze. Potrà così capire qual è il tipo di musica o i brani più amati, la temperatura di sedile e aria che viene reputata più gradevole o le destinazioni più frequenti.

L’assistente andrà a suggerire e spiegare molte funzionalità che – i dati raccontano – molti utenti ignorano e non utilizzano mai. Ad esempio mentre si guida di notte verranno suggerite e introdotte le feature per la sicurezza con scarsa visibilità. Attraverso l’app Bmw Connectivity, l’auto informa in modo immediato se per esempio si è dimenticato qualche finestrino aperto. Le ispirazioni da alcune recenti innovazioni cinesi in ambito di automotive sono evidenti e, peraltro, nemmeno celate.

Per ora non è ancora possibile accedere (ma vengono promesse in arrivo) alcune funzionalità molto utili come ad esempio prendere appunti e impostare allarmi fino a una completa compatibilità con le applicazioni installate sullo smartphone sia ssso Android oppure iOS. Di certo, gli orizzonti sono ampi.

La moto che guida da sola, BMW Motorrad R 1200 GS

Un’altra tecnologia perfettamente funzionante e già operativa è quella a bordo della moto Bmw Motorrad R 1200 GS a guida autonoma. A guardarla in azione sembra un modellino radiocomandato XXL: questa dueruote può infatti accendersi, accelerare e frenare, piegarsi in curva, disegnare otto ed effettuare vere e proprie evoluzioni fino a rallentare e a fermarsi mettendo giù il cavalletto senza l’ausilio di alcun umano.

Inutile specificare che il suo scopo non è quello di guidare al posto del pilota in carne e ossa, anche perché su una moto avrebbe poco senso starsene solo aggrappati al manubrio, quanto di offrire assistenza costante e solida. Si può così sfruttare un’ottimizzazione di frenata e in accelerazione oltre che riconoscere le traiettorie ideali in curva per una migliore condotta in strada.

L’auto a guida autonoma Vision iNEXT

Ma se volessimo spostare lo sguardo al prossimo decennio – al 2025, per la precisione, e a un’ipotetica vettura guida autonoma ecco che la divisione design di Bmw toglie i veli da una concept car pensata ad hoc, Vision iNEXT. In progettazione, a differenza di molti altri prototipi, si è partiti dall’interno per arrivare all’esterno e non viceversa.

Motivo per il quale l’estetica e meno futuristica ed estrema rispetto a molti rivali. Ampio sguardo è dedicato alla luce sia per quanto riguarda chi è seduto all’interno sia per chi si trova all’esterno grazie ad ampie superfici in vetro lateralmente, posteriormente frontalmente e sul tetto.

I designer sono partiti dal presupposto che la vettura è una sorta di mini mondo protetto, privato e sicuro all’interno del quale trascorrere momenti piacevoli in compagnia. Se ipoteticamente non ci si dovesse dedicare alla guida ma si fosse tutti passeggeri allora ecco che l’auto diventa una sorta di salotto itinerante.

Un angolo pensato per accomodarsi, dialogare, ascoltare musica oppure guardare film, ma anche soprattutto per la produttività, dunque per lavorare. Ed è qui che entrano in funzione tecnologie più utili che visibili e meno invasive. Gli speciali tessuti sensibili al tocco si illuminano una volta sfiorati dal polpastrello dei passeggeri seduti sul retro che possono così controllare ad esempio la riproduzione di file multimediali disegnando sullo speciale materiale.

Le portiere si aprono in modo simmetrico eliminando il perno centrale e formando all’interno un tutt’uno, un continuum, tra la portiera stessa e il sedile posteriore per un effetto avvolgente e all’insegna del comfort senza dimenticare la sicurezza in caso di incidente. La speciale illuminazione di un faretto apposito recupera e resistuisce informazioni in entrata e in uscita. Basta posizionare sotto una superficie bianca per darne vita, trasformandola in lettore ebook, tela da disegno digitale, schermo da cinema e così via. E le gestures delle dita vengono captate nell’aria.

Holger Hampf, presidente di Designworks, la società nata dalla costola del gruppo che si dedica alle soluzioni di design del futuro: “L’auto diventa il favorite space all’insegna del minimalismo, abbiamo adottato un approccio umanocentrico mettendo il cliente al centro. Gli interni sono un benvenuto visibile già dall’esterno dagli ampi finestrini e sono presenti transizioni fluide tra sedili e porte, ricreando la sensazione di un divano a casa. Il poggia testa può essere ribaltato per accomodare il gomito e favorire la socialità durante le chiacchierate“.

Traspare subito una filosofia che va controcorrente rispetto a molti concept moderni ossia il nascondere quanto più possibile elementi come schermi o pulsanti in favore di un interazione più naturale e nascosta. Anzi, timida (shy technology).

E proprio qui entrerà in gioco in modo maggiore l’assistente digitale così come superfici sensibili al tocco e allo sfioramento, togliendo di mezzo tasti, leve e con i monitor che dall’essere ormai predominanti sarebbero destinati a diagonali molto meno generose. Saranno proprio così le prime auto che guideranno da sole? Non resta che attendere il prossimo decennio. Forse.

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