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Sex Education: 5 motivi per guardarla

Author: Samantha Bosco Wired

Dall’11 gennaio su Netflix, la serie teen con Asa Butterfield e Gillian Anderson che parla di sesso e dei tragicomici drammi dell’adolescenza. Ecco perché non lasciarsela sfuggire.

Sex Education, nuova serie originale di Netflix, è reperibile sulla piattaforma digitale con gli otto episodi della prima stagione dall’11 gennaio. Non è un documentario sulla sessualità né un corso online per migliorare le prestazioni intime con il partner, bensì una teen comedy che affronta gioie e dolori dell’adolescenza con un occhio di riguardo al prepotente – e spesso ingestibile – risveglio degli ormoni che aggredisce ragazzi e ragazze in balìa della pubertà.

Protagonista un sedicenne timido e perseguitato da una delle più grandi sfighe in cui possa imbattersi un teenager: una madre che lo mette in imbarazzo (e che lo ha chiamato Otis). L’attraente e disinibita Jean (la Gillian Anderson di X-Files), infatti, è una terapista del sesso e la sua solerzia nell’argomentare continuamente questioni di natura intima col figlio lo rende un esperto della teoria con un infallibile asso nella manica: sapere tutto quello che i coetanei avrebbero voluto sapere sul sesso e non hanno mai osato chiedere. Assieme all’intraprendente amica Maeve, Otis istituisce un servizio di consulenza a pagamento per i compagni di scuola dagli esiti ambivalenti e ilari. Ecco perché seguire questa curiosa serie.

1. Non è la solita commedia americana


Nel cast ci sono Asa Butterfield (Hugo Cabret, Ender’s Game, Miss Peregrine) e Gillian Anderson (X-Files, The Fall, American Gods), volti noti del panorama cinematografico e seriale hollywoodiano ma con il passaporto britannico.

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Sex Education è una serie inglese – realizzata dalla Eleven Film del documentarista Jamie Campbell che per Netflix aveva già sfornato la comedy young adult Gap Year – di produzione internazionale con i pregi di un’opera Made in Uk e senza i difetti di quelle made in Usa. Ha senso una distinzione del genere, anche per quanto riguarda le serie teen, perché la tradizione prima teatrale poi cinematografica e televisiva britannica di mischiare dramma e commedia riproducendo gioie e dolori della vita reale con una formula che rende inestricabili riso e pianto non ha eguali altrove. Non aspettatevi quindi la storiella vacua e volgarotta basata sugli equivoci alla American Pie.

2. Parla veramente di sesso


Netflix, storicamente restìa alla messa in scena del sesso troppo esplicito nelle sue produzioni originali (non è la Hbo di Girls, Looking, Il trono di spade o True Blood) si scioglie un po’. Non si contano le serie e i film ree di aver millantato veemenza su questo argomento che ancora oggi, nel XXI secolo, imbarazza e scandalizza una parte di pubblico – in particolare quello statunitense – tanto che acclamate saghe cinematografiche come 50 sfumature di grigio sul Bdsm si sono rivelate castigate favolette di risibile pudore. Sex Education è una teen comedy che parla davvero, garbatamente e con toni giocosi (l’atteggiamento ideale verso un tema del genere rivolto a un target giovanile) di masturbazione, impotenza, eiaculazione precoce, slut shaming e così via. Tutte informazioni che le generazioni di liceali dello scorso millennio senza accesso a internet ottenevano solo tramite il sentito dire o esperienze spesso foriere di danni collaterali e che ancora oggi sono affrontate senza trasparenza. Preparatevi a imparare qualcosa.

3. C’è Gillian Anderson


L’ex Dana Scully di X-Files nei panni di Jean – la logorroica mamma sex therapist e single di Otis – vale la serie da sola. Anderson vanta un’epica carriera televisiva e nei suoi due ruoli più celebri, la menzionata agente dell’Fbi Dana e l’ispettrice di polizia Stella di The Fall, è austera e seriosa. Jean Thompson è il tipo di sexy milf che tutti vorrebbero come mamma del proprio migliore amico ma non come propria, il tipo di genitrice che dissemina casa di riproduzioni falliche, che cambia partner molto di frequente e che interroga regolarmente chiunque sulle proprie abitudini sessuali, dispensando aneddoti, statistiche e domande inquisitorie. Adorabile.

4. Fa morire dal ridere


Per chi i 16 anni se li può solo ricordare rivivere scene imbarazzanti, catastrofiche e al limite del grottesco di adolescenti alle prese con le prime esperienze sessuali o con gli inconvenienti delle relazioni intime fa davvero sbellicare, ma anche per i poveretti in età puberale che stanno affrontando questa complicata e appiccicosa fase adolescenziale prenderla sul ridere non può che fare bene. Sex Education esagera le situazioni tipiche in cui finiscono inevitabilmente i liceali perennemente eccitati (dubitiamo che sia diffuso accoppiarsi quotidianamente dietro i cespugli durante l’intervallo), attinge al repertorio delle tappe classiche del risveglio dei sensi (come funziona il sesso a uno? e poi a due ed eventualmente a tre o più?) e lo enfatizza creando sequenze esilaranti. Un approccio che ha anche valore didattico: il sesso deve essere divertente.

5. Se vi è piaciuto Tredici


Se la vostra idea di serie teen è Tredici, Sex Education potrebbe non fare per voi. Netflix è stata osannata da una parte di critica e pubblica e biasimata da un’altra per il suo show target adolescenziale più noto, incentrato su un tema delicato come il suicidio in età giovanile. Sex Education è tutto quello che Tredici non è: imprevedibile, scevra di moralismi, divertente, curiosa e brillante nel trattare in modo solo apparentemente lieve argomenti seri. Non è un male indagare l’adolescenza con toni drammatici e crudi – basti d’esempio un’altra produzione popolare sulla piattaforma digitale, il bellissimo show inglese con Alex Lawther The End Of The F***ing World – ma l’approccio arguto, ironico e sincero di Sex Education… ci piace di più.

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