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Calcola la tua impronta ecologica, ecco cos’è e come ridurla per fare meno male pianeta

Ogni nostra singola scelta quotidiana può contribuire a preservare l’ambiente e un indicatore utile che ottimizzare le nostre azioni è calcolare la propria impronta personale di CO2.

Che c’è l’impronta ecologica?

Partiamo dalla definizione di impronta di carbonio (CO2) o più comunemente conosciuta come impronta ecologica. E’ un indicatore del consumo di risorse naturali da parte degli esseri umani; introdotta per la prima volta nel 1996 da Mathis Wackernagel e William Rees nel loro libro “Our Ecological Footprint: Reducing Human Impact on the Earth”, l’impronta ecologica misura l’impatto delle attività umane sull’ambiente ed in particolare sul clima globale, riassumendo in modo sintetico e quantitativo il potenziale effetto di un’attività o di un individuo.

Come calcolarla

Il suo calcolo non è certamente semplice e per questo è stato lanciato in questi giorni un web tool “La tua impronta”, accessibile all’indirizzo web www.thegreenevolution.it, che rispondendo a delle semplici domande permette di conoscere la propria impronta di carbonio.

L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra Vaillant Italia e il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali (ESP) dell’Università degli Studi di Milano, è volta ad accrescere la consapevolezza di quanto ognuno di noi abbia, attraverso le proprie azioni quotidiane e talvolta senza rendersene conto, un impatto sull’ambiente, e promuovere di conseguenza comportamenti virtuosi, specie tra i più giovani.

Cosa ci dice

Risposta dopo risposta, il tool elabora le informazioni inserite traducendole in emissioni di CO2 equivalente, restituendo subito una chiara indicazione di come le nostre scelte in tema di alimentazione, trasporti, riscaldamento, smaltimento rifiuti, possano fare la differenza.

Lo strumento si basa su dati relativi all’abitazione e a come essa è riscaldata, su come questa viene illuminata, sugli elettrodomestici posseduti e su quanto vengo utilizzati, su quanto e come ci si sposta, sul tipo di alimentazione seguita e su come vengono smaltiti i rifiuti.

Mano a mano che si risponde al questionario, è possibile vedere quanta CO2 è generata da ogni propria singola attività, mentre in contemporanea si aggiorna il totale delle emissioni.

Ad esempio una lavatrice in meno a settimana, meno rifiuti alimentari e meno chilometri in auto si riflettono in un’impronta ecologica più bassa, così come il passaggio a tecnologie più efficienti di riscaldamento o trasporto (caldaie a condensazione o auto ibride/elettriche) così come elettrodomestici di ultima generazione.

“L’industria del comfort domestico, non possiamo certo nascondercelo, è ancora oggi causa di una quota significativa di emissione di gas serra, in particolare di CO2. Mentre lavoriamo per un futuro basato su fonti rinnovabili, amiche dell’ambiente, nel presente ci impegniamo a fare tutto il possibile per ridurre al minimo il nostro impatto, e aiutare tutti a farlo” ha dichiarato Gherardo Magri, Amministratore Delegato di Vaillant Italia. “Da questa assunzione di responsabilità prende vita la collaborazione con l’Università di Milano, un ulteriore, importante tassello del progetto The Green Evolution che rappresenta la sintesi della nostra visione strategica, il nostro impegno per la salvaguardia del Pianeta”.

Maugeri: serve più consapevolezza del proprio ruolo come individui, utenti, consumatori

“Contribuire a promuovere uno sviluppo sostenibile, favorendo una responsabilità condivisa nei confronti dell’ambiente è per noi molto importante” ha dichiarato Maurizio Maugeri, prof. di Fisica dell’Atmosfera del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano. “Nello specifico occorre oggi puntare con grande decisione alla riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra i quali hanno la capacità di opacizzare l’atmosfera e alterare le normali condizioni climatiche. Le attività sviluppate in questo contesto delle Università non devono riguardare solo la ricerca e la didattica, ma anche quella che oggi viene chiamata Terza Missione, ovvero la propensione delle strutture universitarie all’apertura verso il contesto socioeconomico. Il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali ritiene quindi che procedere a iniziative come questa portata avanti con Vaillant che aiutino la popolazione ad avere una maggiore consapevolezza dell’importanza dei comportamenti individuali sulle emissioni di composti climalteranti sia oggi un’attività di grande rilevanza. Insieme al web tool, la collaborazione tra Vaillant Italia e l’Università degli Studi di Milano prevede attività rivolte ai più piccoli, con un questionario dedicato. Queste tematiche rappresentano infatti una sfida fondamentale per un futuro ecosostenibile, da promuovere affinché si diffonda sempre più la consapevolezza del proprio ruolo come individui, utenti, consumatori, nell’uso responsabile delle risorse naturali e nel conseguente impatto sul clima globale”.

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Author: Finanza.com

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