Author: Andrea Curiat Wired
Che i cinecomics, i film tratti da fumetti, stiano vivendo un decennio d’oro è ormai un fatto assodato. Gli eroi Marvel e Dc Comics non si assentano mai dalle sale cinematografiche per più di qualche mese di fila, e gli studios sembrano aver trovato la formula giusta per sfornare successi su successi al botteghino: rispettare le caratteristiche fondamentali dei personaggi, che poi era quello che i fan da sempre chiedevano, senza però prendersi troppo sul serio.
Al successo commerciale, sinora, non è seguito un equivalente riscontro della critica: nessuno dei film del Marvel Cinematics Universe, a oggi, si è mai aggiudicato un Oscar. Quest’anno, qualcosa potrebbe cambiare. Black Panther di Ryan Coogler ha appena ricevuto sette nomination all’Academy Award 2019 come miglior scenografia, migliori costumi, miglior colonna sonora originale, miglior canzone originale, miglior sonoro e miglior montaggio sonoro. E, soprattutto, quella come miglior film.
Più in sordina e forse con maggior sorpresa della stessa Sony Pictures arriva tra le nomination anche l’esuberante Spider-Man: into the spider-verse, che ha saputo conquistare il cuore dei fan quanto e forse più dell’Uomo Ragno “ufficiale” interpretato da Tom Holland al fianco degli Avengers.
La categoria per la quale compete, ovviamente, è quella per il miglior film d’animazione.
Non si tratterebbe certo dei primi cinecomics in assoluto a conquistare l’ambita statuetta d’oro. La storia del cinema è punteggiata di piccoli capolavori di genere che hanno saputo distinguersi anche agli occhi della critica.
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Eccone una breve retrospettiva.
1. Superman (1979)
Il primo Superman ha davvero fatto la storia del cinema, ed è tuttora noto come il film che fece credere al pubblico che un uomo potesse volare. Il compianto Christopher Reeves resta il Superman per antonomasia, e il film diretto da Richard Donner si aggiudica un meritatissimo Oscar “Special achievement” per gli effetti speciali, in un’epoca in cui tutto era analogico e la CG non esisteva neanche nei fumetti di fantascienza.
2. Batman (1990)
Gotico, cupo, con un sense of humor sottile ma feroce. Il Batman di Tim Burton riesce nel compito quasi impossibile di essere fedele sia al fumetto da cui trae origine, sia alla visione e allo stile inconfondibili del regista. E la Gotham City in cui Batman e il Joker duellano è proprio come la immaginavamo. Non è un caso che la scenografia curata da Anton Furst e Peter Young si sia aggiudicata il premio Oscar.
3. Spider-Man 2 (2005)
Prima del deludente reboot con Andrew Garfield nei panni di Peter Parker; prima che l’Uomo Ragno approdasse nel Marvel cinematic universe al fianco degli Avengers; prima dello Spider-verse animato, Sam Raimi aveva dimostrato che era possibile portare le avventure dell’amichevole arrampicamuri sul grande schermo, mantenendone intatto lo spirito e le caratteristiche chiave. Spiderman 2, con Tobey Maguire, racconta lo scontro con il Dottor Octopus (apparso per la prima volta nei fumetti nel lontano Amazing Spiderman 3 del 1963 e qui interpretato da Alfred Molina), e si aggiudica l’Oscar per gli effetti speciali curati dal team di John Dykstra.
4. Batman: Il Cavaliere oscuro (2009)
Dopo la fumettosa interpretazione di Batman fornita da Tim Burton, Christopher Nolan fa suo il personaggio (interpretato da Christian Bale) e prova a riportarlo con i piedi per terra. Ricostruisce le origini del mito in Batman Begins (2005), orchestra lo scontro con la nemesi Joker ne Il Cavaliere oscuro (2008) e chiude la trilogia mettendo Gotham nelle mani di Talia Al’Ghul ne Il Cavaliere oscuro – il ritorno (2012). Solo il film di mezzo riesce ad aggiudicarsi non una, ma due statuette: il riconoscimento per il miglior montaggio sonoro a opera di Richard King, e il premio, purtroppo postumo, a Heath Ledger come migliore attore non protagonista nei panni del Joker.
5. Suicide Squad (2017)
Più odiato che amato, Suicide Squad di parte con le migliori intenzioni: trasporre in un cinecomic le avventure del supergruppo di criminali al servizio (forzato) del governo. Ma si perde per eccesso di personaggi, una trama confusa e buonista che non spinge fino in fondo lo spirito eversivo della serie a fumetti, e un controverso Joker in versione trapper. Il trucco a cura di Alessandro Bertolazzi, Giorgio Gregorini e Christopher Nelson, almeno quello, è da Oscar.
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