Categories: Tecnologia

Il piano di Facebook per proteggere le elezioni europee

Author: Vincenzo Tiani Wired

immagine: pixabay

Facebook ha pubblicato oggi il suo piano d’azione per evitare che le interferenze riscontrate nelle scorse elezioni (da quelle negli Stati Uniti in poi) si ripetano. Che il social network negli ultimi anni stia passando un periodo travagliato non è nulla di nuovo. La recente scoperta di voler fondere in un unico servizio Messenger, Instagram e Whatsapp è solo l’ultima di una lunga serie. Il 2018 è stato l’annus horribilis. Una crisi iniziata con Cambridge Analytica ma che affonda le sue radici ben prima. Uno dei principali temi, su cui proprio il caso Cambridge Analytica ha fatto luce, è l’uso illecito dei dati degli utenti per influenzare il voto della Brexit tramite la profilazione degli elettori. Atto che risulta ben più grave quando dietro queste operazioni ci sono governi stranieri il cui obiettivo è quello di destabilizzare le democrazie occidentali.

Da tempo la Commissione europea si adopera per combattere la disinformazione collaborando con le grandi aziende americane (Facebook, Twitter, Microsoft, Google) spingendole a fare di più e più in fretta.

A ciò si aggiungono il codice di condotta adottato e il gruppo di esperti internazionali coinvolti. Nonostante la capacità di Facebook di gestire contenuti pericolosi sotto vario titolo in continua crescita, miliardi di contenuti caricati ogni giorno e capire quali meritano di stare online e quali no, non è cosa affatto facile, neanche con la miglior intelligenza artificiale ad aiutarti.

Che si tratti di terrorismo, di copyright o altro, Facebook continua ad avere il fiato sul collo delle istituzioni europee.

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A ottobre è stato proprio il Parlamento pubblicare una risoluzione con cui si davano indicazioni alla creatura di Mark Zuckerberg su quali soluzioni era necessario adottare per rientrare negli standard che l’Europa pretende per le imprese che offrono i propri servizi ai suoi cittadini.

Cosa dice il piano
Questa uscita di Facebook arriva in vista delle elezioni europee di maggio. Già a settembre 2018 Mark Zuckerberg ha annunciato misure più severe e più alti standard di trasparenza per quanto riguardava la pubblicità scopo politico su Facebook. Peccato che a ottobre Vice abbia pubblicato un’inchiesta in cui mostrava come erano stati in grado di pubblicare 100 annunci politici sponsorizzati come fossero stati fatti da dei senatori e Facebook li avesse approvati tutti.

Forse anche per questo Facebook ha appena annunciato che a fine marzo lancerà nuovi strumenti per garantire più trasparenza e secondo i quali chi sponsorizza un post, in prima persona o per conto di terzi, dovrà essere identificato, approvato e dovrà fornire più informazioni al pubblico.
Chiunque potrà, cliccando su “paid for by” (sponsorizzato da..per..), avere accesso alle performance dell’annuncio e conoscere dunque l’entità della spesa, il numero di visualizzazioni o addrittura il target dell’annuncio. Senza dubbio questo strumento sarà utilissimo ai giornalisti, così come agli oppositori politici, per verificare le spese e le intenzioni dei vari partiti in gioco. Inoltre sarà possibile monitorare anche gli annunci che riguardano un argomento (magari i migranti?) in modo da comparare cosa dicono su un tema le diverse forze politiche.

L’approccio di Facebook prevede una reazione a diversi livelli. Il primo livello è quello della rimozione dei contenuti che violano gli standard della comunità (le regole interne di facebook). Per quei contenuti che non violano apertamente gli standard ma possono danneggiare la comunità, Facebook procede riducendone la visibilità nel news feed, la timeline dei nostri profili. Infine agiscono dando informazioni aggiuntive agli utenti su uno specifico editore o autore di un articolo.

Facebook dice di aver ampliato il suo programma di fact checkers indipendenti che oggi copre 16 lingue. Quando questi segnalano un post, il post perde di visibilità e di capacità economica visto che viene cliccato meno spesso. In vista delle elezioni europee Facebook ha intenzione di aprire nuovi centri operativi che sorveglieranno proprio il buon andamento delle elezioni. Le operazioni di controllo saranno fatte con l’ausilio di accademici, legali, ong e comitati elettorali.

Facebook deve correre ai ripari
Facebook nei prossimi mesi si gioca davvero molto. Il Parlamento europeo e la Commissione lo ritengono un sorvegliato speciale che non smette di inciampare visto che ogni mese c’è uno scandalo nuovo. Il Time l’ha messo in copertina con un lungo editoriale di Roger McNamee, uno dei primi investitori e advisor di Zuckerberg, che in cinque pagine spiega come alla vigilia delle elezioni di Trump fosse scioccato di come Facebook fosse divenuto così irresponsabile da ignorare il  ruolo importantissimo che ha nel dibattito pubblico. Resterà vedere se sarà in grado di tener fede a quanto promesso o si tratterà dell’ennesimo diversivo cui seguiranno le solite lacrime da coccodrillo.

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