Le risorse complessivamente destinate alle prestazioni ammontano, alla fine di giugno, a 174,7 miliardi di euro; il dato non tiene conto delle variazioni nel periodo dei fondi pensione preesistenti e dei PIP “vecchi”. Il patrimonio dei fondi negoziali, 53,9 miliardi di euro, risulta in crescita del 7 per cento. Le risorse accumulate presso i fondi aperti corrispondono a 21,4 miliardi di euro mentre i PIP “nuovi” totalizzano 33 miliardi; nel semestre l’aumento è stato, rispettivamente, del 9,1 e del 7,5 per cento.
I rendimentiNel primo semestre del 2019 mercati finanziari hanno fatto segnare significativi recuperi dopo l’andamento non positivo registrato nel 2018. I rendimenti delle obbligazioni governative sono scesi, e quindi i relativi corsi sono saliti, per tutti i principali paesi emittenti, risentendo del peggioramento delle prospettive di crescita globale per non parlare dell’Italia che è a crescita zero; per i titoli italiani, i premi per il rischio sovrano hanno mostrato ampie oscillazioni tendendo alla riduzione nell’ultima parte del semestre.
Sui listini azionari, pur con oscillazioni di rilievo, i prezzi sono risaliti in modo generalizzato rispetto ai valori di fine 2018. Le tendenze osservate si sono riflesse sui risultati delle forme pensionistiche complementari. I rendimenti aggregati, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, sono stati tutti positivi. I fondi negoziali hanno guadagnato il 4,7 per cento; il 5,5 e il 6,9, rispettivamente, i fondi aperti e i PIP di ramo III. Per le gestioni separate di ramo I, che contabilizzano le attività a costo storico e non a valori di mercato e i cui rendimenti dipendono in larga parte dal flusso cedolare incassato sui titoli detenuti, il risultato è stato positivo, ma inferiore (0,8 per cento). Il rendimento medio annuo composto valutato su orizzonti più propri del risparmio previdenziale ha visto consolidarsi i propri risultati positivi. Nel periodo da inizio 2009 a fine dicembre 2018 (dieci anni), i rendimenti sono risultati pari al 3,7 per cento per i fondi negoziali, al 4,1 per i fondi aperti e al 4 per i PIP di ramo III; al 2,7 per cento per le gestioni separate di ramo I. Nello stesso periodo, la rivalutazione media annua composta del TFR è stata pari al 2 per cento.Dopo di che, comfortati da queste notizie positive, in controtendenza sul panorama di stagnazione dell’economia italiana, buone ferie a tutti.
c.l.
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