Categories: Tecnologia

La crisi di Hp mette a rischio 9mila posti di lavoro

Author: Andrea Pitozzi Wired

Il piano di ristrutturazione annunciato dal nuovo amministratore delegato di Hp prevede un taglio del personale che colpirà tra le 7mila e le 9mila persone entro la fine del 2021

Tempi duri per i lavoratori del colosso dell’informatica Hp. In un comunicato stampa per presentare i dati fiscali, l’azienda ha annunciato un piano di ristrutturazione massiccio che entro il 2020 porterà al licenziamento, al pensionamento o al ricollocamento di circa 9mila lavoratori in tutto il mondo, pari a quasi il 16% dell’intera forza lavoro della compagnia. L’obiettivo dichiarato è quello di arrivare a ridurre le spese di circa un miliardo di dollari entro il 2022 e concentrare maggiormente il business sui servizi digitali.

Già nel 2018, per altro, la compagnia aveva annunciato esuberi per circa 5mila persone entro la fine del 2019. Il colosso ha anche fatto sapere che il costo totale dell’operazione si aggirerà attorno al miliardo di dollari, da suddividere in costi per 100 milioni che peseranno sul quarto trimestre 2019, 500 milioni sull’anno fiscale 2020, e il rimanente sugli anni 2021 e 2022. Insomma, i benefici si vedranno soltanto tra qualche anno.

A gestire le difficili fasi di questa delicata riorganizzazione ci sarà anche un nuovo amministratore delegato, il manager dell’azienda Enrique Lores, che a partire dal prossimo primo novembre prenderà in mano le redini dell’azienda dopo che l’attuale ad, Dion Weisler, lascerà il suo posto per questioni familiari.

“Ci vediamo in procinto di iniziare un nuovo capitolo per Hp e annunceremo mosse importanti per andare in questa direzione. Abbiamo trascorso molto tempo nel definire questo piano. Possiamo abbracciare i cambiamenti che osserviamo accadere nel mercato e che possono aiutarci a proiettare l’azienda nel futuro”, si legge nelle parole del futuro amministratore riportate da Bloomberg.

Tra le aree di intervento a livello di prodotti, la compagnia vorrebbe intervenire soprattutto sul settore delle stampanti, che negli ultimi anni ha visto un notevole calo nelle vendite.  Tra i possibili interventi ci sarebbe l’aumento dei prezzi delle stampanti che hanno la possibilità di funzionare con cartucce di inchiostro compatibili, oltre a una riduzione dei prezzi di quelle che invece possono funzionare soltanto con cartucce che montano componenti tecnologiche del gruppo, così da imporre l’utilizzo obbligatorio dei propri prodotti e aprirsi nuovi margini di guadagno più garantiti.

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