Author: stefania Rinnovabili
Foto: Bundesregierung/Steins
(Rinnovabili.it) – Via libera all’Emissions Trading Scheme – ETS tedesco. In queste ore il Consiglio federale ha approvato il disegno di legge che istituisce un sistema nazionale di scambio delle emissioni specifico per il settore dei trasporti e del riscaldamento. Un nuovo mercato della CO2 made in Germany, per così dire, che dovrebbe aiutare la nazione a raggiungere i propri obiettivi climatici-energetici del 2030.
Il provvedimento entrerà in vigore dal 2021 applicando un prezzo al carbonio dei due comparti: si partirà con un costo di 10 euro a tonnellata di CO2 emessa “per evitare oneri finanziari eccessivi per cittadini e imprese”, per salire a 35 euro per tonnellata entro il 2025. I primi cinque anni costituiranno, tuttavia, sola la fase introduttiva al mercato ETS tedesco, in cui la misura sarà semplicemente applicata come una sorta di carbon tax, obbligando le aziende che vendono olio combustibile, gas naturale, benzina e diesel ad acquistare “diritti di inquinamento” sotto forma di quote emissive.
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Dal 2026 in poi, i diritti di inquinamento verranno messi all’asta. L’importo totale delle quote sarà limitato in base agli obiettivi climatici e il prezzo sarà regolato direttamente dal mercato in base al rapporto domanda-offerta. Il Governo ha tuttavia fissato dei limiti inferiori e superiori di, rispettivamente, 35 e 60 euro per tonnellata di CO2. Per gli esperti dell’Istituto di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico la nascita dell’ETS tedesco merita un plauso ma l’importo di partenza è da considerarsi troppo basso. I ricercatori hanno suggerito un costo iniziale delle quote di 50 euro per tonnellata, sottolineando anche come la misura “non si estenda abbastanza lontano nel futuro per fornire la sicurezza necessaria agli investimenti”.
Dal canto suo il governo federale ha anticipato che investirà le entrate supplementari derivanti dal nuovo mercato della CO2 a sostegno del programma nazionale di protezione del clima, ad esempio migliorando i trasporti o l’efficienza energetica degli edifici. Il ddl prevede anche la restituzione di una parte degli introiti ai cittadini per alleggerire eventuali incrementi scaricati sui consumatori finali.
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