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Call of Duty: Modern Warfare, il reboot funziona?

C’è poco da fare: nonostante in molti lo critichino, e possa essere considerato un argomento di discussione banale, Call of Duty continua comunque a rappresentare uno dei maggiori blockbuster presenti sul mercato videoludico, pertanto il rilascio di un titolo che ha anche velleità di evoluzione e rilancio della serie ha un significato molto importante, che ci interessi o meno la serie in questione. Call of Duty: Modern Warfare porta (quasi) lo stesso nome di quel quarto capitolo che, dodici anni fa, trasformò una serie già molto nota in ambito videoludico in un brand riconosciuto al livello globale, anche al di fuori dell’ambito dei videogiochi, diventando una sorta di icona. Call of Duty aveva già ottenuto diversi successi in passato, ma si trattava per lo più di un fps tra i vari presenti sul mercato, mentre con Modern Warfare si trasformò in una sorta di istituzione, ruolo che continua a coprire tutt’ora.

Considerando che, pur con risultati di vendita sempre molto importanti, la serie non si è trovata in questi ultimi anni proprio al top della forma, non poteva essere che ancora Modern Warfare a cercare di risollevarla in qualche maniera. La scelta del titolo, insomma, ha anche un significato simbolico, perché se questo dev’essere il reboot di Call of Duty allora non poteva che portare il nome di quel capitolo che traghettò lo sparatutto di Activision verso la gloria imperitura, più o meno. Gli annunci di Infinity Ward e del publisher nei mesi di avvicinamento al lancio sono stati a dir poco roboanti, con menzioni di nuove caratteristiche destinate a rivoluzionare lo status quo e modificare in maniera sensibile gli elementi tradizionali della serie. A dire il vero, nulla di molto diverso da quanto dicono praticamente prima dell’uscita di ogni singolo capitolo della serie da un po’ di anni a questa parte, ma le premesse in questo caso sembravano avere basi più solide.

Come è possibile leggere anche nell’accurata recensione di Call of Duty: Modern Warfare da parte del nostro Matteo Santicchia, sembra che le promesse allettanti sulla Campagna in single player, intanto, non siano state del tutto mantenute. Alla prova dei fatti, il nuovo capitolo introduce sì degli elementi piuttosto controversi e d’impatto nella storia, ma di fatto non sembra andare poi molto oltre gli stereotipi che solitamente caratterizzano gli ambiti narrativi di questa serie. È difficile, in effetti, che su questo aspetto vengano introdotti argomenti e impostazioni veramente di rottura in un prodotto che è costruito come un classico blockbuster, destinato ad essere venduto in grandi quantità in tutto il mondo. Il militarismo classico è un po’ l’elemento fondante della serie e non può essere più di tanto abbandonato, così come risulta impossibile che un gioco del genere spinga più di tanto a riflettere veramente sui lati oscuri della guerra e su certi argomenti storici e politici. Quello che ci si può aspettare, e Modern Warfare a quanto pare non fallisce la prova, è una sceneggiatura spettacolare ed emozionante da vivere in soggettiva e su questo aspetto sembra si possa stare tranquilli, anche se di rivoluzionario o anche semplicemente evoluto c’è veramente poco rispetto ai capitoli precedenti.

Il verdetto della stampa al momento è positivo. Call of Duty: Modern Warfare ha ottenuto finora ottimi voti dalla critica, dunque se non altro si tratta di un buon capitolo della serie, che mantiene e migliora leggermente il livello positivo già raggiunto da Black Ops 4 secondo i voti della stampa, ma anche su questo fronte si registra più che altro continuità, sebbene si tratti ovviamente di elementi positivi. La differenza la farà, come sempre, il comparto multiplayer, che è poi il pilastro su cui poggia l’impero di Call of Duty, vero cardine del gioco sul lungo termine. In effetti è su questo aspetto che ci aspettiamo le maggiori evoluzioni, a partire dai nuovi contenuti come la modalità Gunfight 2v2 e la Ground War da 64 giocatori, oltre a varie altre aggiunte e un cambiamento generale al sistema di progressione. Altri elementi di spicco, che possono veramente apportare qualcosa di nuovo sono l’assenza del Season Pass con l’apporto di contenuti gratuiti e la presenza, finalmente, del multiplayer cross-platform che peraltro impedisce il rilascio differenziato dei nuovi contenuti sulla base di accordi di esclusiva.

Author: Multiplayer.it

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