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Song of Horror Recensione

Song of Horror è un’inaspettata sorpresa, un titolo indipendente sviluppato dallo studio spagnolo Protocol Games e pubblicato da Raiser Games. Il gioco esce allo scoccare della mezzanotte di Halloween su Steam ed è un vero fulmine a ciel sereno. Tenetevi forte: l’orrore interattivo non sarà mai più lo stesso. Accendete il vostro polveroso Personal Computer illuminato solo da due candele rosse ed una fetida zucca arancione, il perverso orrore della mente umana più malata sta per rapirvi e non vi farà tornare indietro. Mai più.

Misteriosi quadri potrebbero dare degli indizi, o portarci alla Morte.

La misteriosa scomparsa di Sebastian P. Husher

Se amate il genere horror potreste innamorarvi per sempre di questo titolo, dolce e perverso, affascinante come pochi. Il lato oscuro del gaming, lo sappiamo, attrae in maniera mortale. Sul finire del 2019, quando ormai le migliori cartucce sono state sparate dagli sviluppatori più importanti, e restano solo alcune bombe pronte per il periodo natalizio, ecco che Protocol Games confeziona una miscela veramente esplosiva nel suo nero calderone del brivido. Torniamo indietro di circa venti anni, al lontano 1998, anno del signore in cui uno scrittore ormai celebre ha in testa solamente una musica impossibile da cancellare dalla sua mente, che tormenta in maniera ossessiva i pensieri del suo stanco cervello. Un carillon è il motivo della sua dipendenza mortale, con un personalissimo “trillo del diavolo”, celebre composizione di Giuseppe Tartini, tecnicamente Sonata in Sol Minore, resa celebre nel mondo dei fumetti grazie al personaggio di Dylan Dog, creato da Tiziano Sclavi nel 1986. Il protagonista del gioco, Sebastian P. Husher, come nelle migliori trame letterarie del terrore, passa presto dalla sanità mentale alla pazzia, ed un triste giorno, misteriosamente, scompare senza lasciare alcuna traccia. Un uomo solitario e schivo, al punto che il solo editore, in attesa di novità sul suo prossimo volume, si accorge della sparizione improvvisa. Non sapendo cosa fare, decide di mandare ad indagare uno dei collaboratori della casa editrice, facendogli perlustrare la magione in cui abita l’illustre. L’arrivo nella casa sembra abbastanza tranquillo, escluso il fatto che scrittore e famiglia paiono spariti nel nulla per sempre, e l’unica stranezza è una misteriosa porta diversa da tutto il resto dell’abitazione, che sembra celare dietro di se qualcosa di oscuro e malvagio.

Dietro la porta può nascondersi la Morte, o la Vita.

Dietro la porta nessuno può sentirti urlare…

La porta del mistero viene aperta, ed ecco che, dal mondo reale, ci troviamo d’improvviso in un abisso di tenebre inestricabili sospese tra dimensione onirica e fiamme infernali dove ogni cosa è possibile. Spazio, Tempo, leggi della fisica, nulla è ormai più appartenente a questo mondo terreno. Del resto, noi miseri giocatori umani stiamo affrontando questa nuova e tetra avventura dinamica nella notte di Halloween, un momento in cui, lo sappiamo, tutto può succedere… Il terrore immaginato dalle menti perverse di Protocol Games si snoda attraverso una struttura episodica, in cui appaiono diversi personaggi giocabili, tredici in totale. Si, 13, proprio quel numero simbolico che, nella religione cristiana,è ilnumeromaledetto, che rappresenta la sommossa di Lucifero,il diavolo oppostosi alla figura di Dio. Non proprio una citazione numerica da poco, dunque. In ogni singolo episodio è possibile impersonare quattro tra essi, con caratteristiche peculiari uniche, divisi in maniera dinamica nello scenario. Questo rende la rigiocabilità molto alta, ovviamente, poiché affrontare gli scenari con uno o l’altro cambia decisamente molto le carte in tavola. Nella notte di Halloween, però, si muore sempre, e Protocol Games lo sa bene. Presente quindi il permadeath, in modo simile ad un altro titolo horror di culto mai dimenticato visto su Nintendo Wii U, il celebre Zombi U del 2012, una delle produzioni più spaventose di sempre, per inciso. Morto il precedente protagonista arriverà il suo successore, continuando l’indagine dallo stesso punto e raccogliendo gli oggetti perduti dal predecessore. Ma non solo, similmente al citato titolo Ubisoft, il defunto che abbiamo precedentemente impersonato potrebbe apparire in seguito sotto forma di morto vivente, ma non troppo, piangendo per la sua condizione, ormai senza speranze, di anima condannata all’oblio, ma anche prendendosela con noi ed invidiando la nostra vita da lui ormai perduta per sempre. Utilizzare i tredici malcapitati in maniera ragionata, dunque, sarà fondamentale per la riuscita dell’avventura, ed una volta comprese le abilità uniche queste andranno gestite nel modo migliore possibile per sopravvivere. Vedere se stessi deceduti è un momento catartico unico che l’opera ci offre, e che fa riflettere il giocatore sulla caducità della vita. Oggi siamo su questa terra, domani potremmo essere sotto essa, dimenticati da tutti.In Song of Horror si lotta spesso contro se stessi, in una eterna sfida tra sanità mentale e pazzia. Ma del resto, nella notte di Halloween, tutto è tenebre, tutto è luce, allo stesso momento, senza alcuna logica apparente.

La canzone dell’orrore può suonare all’improvviso per tutti noi….

Song of Horror è un titolo dall’impostazione classica, a partire dal tipo di inquadrature, che omaggia i vecchi Resident Evil, fino alla caratterizzazione dei personaggi, uomini comuni che si trovano immersi nell’orrore inaspettato. Il gameplay di base del titolo spagnolo mutua tutte le caratteristiche tipiche del Survival Horror, con un’implementazione di puzzle solving ben calibrata. Un enigma semplice sarà spesso seguito da uno più complesso, che si trasformerà in un vero e proprio rompicapo nelle situazioni più disperate, in cui il terrore sarà spesso il nostro nemico più grande e la perdita di sangue freddo porterà alla più tangibile perdita di quello caldo dal nostro corpo, ormai esanime per aver indugiato troppo. Un totale di cinque episodi, di cui ne assaporiamo in anteprima due e che ci fanno ben sperare sull’opera completa. Eccezionale la componente sonora, spesso utilizzata in maniera dinamica durante il gameplay, in cui ogni singolo rumore potrebbe essere fondamentale per salvare la pelle in un mondo in cui ogni cosa può portare alla morte. E dopo tredici morti, ricordiamolo, il game over della vita sarà inesorabile. Cosa si nasconde in quella casa maledetta? Chi è il nostro vero nemico? Perché stiamo per essere uccisi da noi stessi? In bilico tra pazzia e terrore, Song of Horror fa di tutto sul farci cadere vittime dei nostri stessi demoni, e nessun esorcista potrà salvarci, nemmeno sulle note di Tubular Bells di Mike Oldfield.Tremate, perché i veri demoni siete voi…

Impronte soprannaturali, forse gente morta ed ormai dimenticata…

“Entrai in quella casa, e percepii solo una Presenza, non era nulla di palpabile, eppure l’incontro con essa è stato fatale. Ed ora sono Morto, nel buio della Notte….”

La Presenza è il misterioso nemico che, nei panni dei 13, dobbiamo combattere, ma nulla si conosce di questa impalpabile entità malvagia, solo il fatto che essa reagisce in modo dinamico alla nostra bravura, o eventuale idiozia, ovviamente. Le prove catartiche che essa propone spesso mirano semplicemente a farci impazzire o battere il cuore troppo forte, fino a che esso si ferma. Un’ottima gestione dell’intelligenza artificiale del gioco ci fa spesso credere di essere di fronte ad un vero nemico umano, per quanto partorito dalle viscere più nere dell’Inferno. Questo rende ogni partita diversa dalla precedente, e le peculiarità dei personaggi saranno utili o meno nei vari scenari proposti. Un poliziotto combatterà bene, ma a volte potrebbe essere più utile un critico d’arte, per assurdo. La paura atavica del Monstrum sotto il letto, o nel nostro caso dietro la porta, ci suggerirà di tenerla chiusa e di aspettare il suo passaggio e tempi migliori. “Vivi Nascosto”, del resto, ci diceva già la saggezza di Epicuro, che forse avrebbe apprezzato il genere dei survival horror se fosse vissuto ai nostri tempi. Aspettare marzo 2020 per sapere la verità, con il quinto episodio potrebbe portarci anch’esso alla pazzia…

Cinque anni di gestazione per partorire l’immonda creatura…

Trovate nella notte di Halloween il titolo su Steam a questo link. La piattaforma di sviluppo scelta per Song of Horror è il sempreverde Unreal Engine, davvero ben sfruttato, con un’ottimizzazione tecnica costante, visti soprattutto i tempi molto lunghi di sviluppo, nel diario degli sviluppatori si parla infatti di ben cinque anni di lavoro per creare l’opera. Protocol Games dimostra inoltre una grande conoscenza della materia che va a trattare, con citazioni colte mutuate da cinema del genere, quanto letteratura, fumetti ed ovviamente videogiochi. La scelta stilistica delle inquadrature fisse, arcaica ed iconica allo stesso tempo, da sola vale il titolo, ammettiamolo. In un mondo ormai dominato da libertà a 360 gradi, il terrore ci imprigiona ancora in modo classico. Non è difficile immaginare la libreria di casa degli autori, con opere che spaziano tra Clive Barker, Lovecraft, I Racconti della Cripta, George Romero, Stephen King, Jaume Balagueró, Alone in The Dark, Resident Evile Silent Hill. Il titolo trasuda vero amore puro per l’horror. Un comparto audiovisivo straordinario, degno della trama, funestato solo da alcuni piccoli bug sporadici che magari fanno sparire elementi dello scenario o parti di colonne sonore, ma cosa sono queste piccole mancanze di fronte a quello che si rivela una delle migliori sorprese horror del 2019. Davvero nulla, e se non siete d’accordo, le vostre teste verranno mozzate da un machete, come da tradizione della notte di Halloween, perché l’orrore e l’amore vanno spesso a braccetto.

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Il gioco di Protocol Games colpisce come un fulmine a ciel sereno gli appassionati di survival horror. 13 personaggi giocabili che una volta morti ci daranno la caccia. La sanità mentale contro la Pazzia, quella con la P maiuscola. Il terrore di uno scricchiolio dietro la porta e del mostro sotto il letto, la cui mano scheletrica ci toccava nel sonno. Bambini terrorizzati in un mondo di demoni dell’inferno. Così ci vuole ridurre Song of Horror. Una narrazione episodica dinamica che compone un puzzle terrorizzante che non dimenticheremo facilmente. Il vero terrore, nella notte di Halloween del 2019, giunge dirompente dalla misteriosa Spagna.

Author: GamesVillage.it

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