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Giocatori di eSport: stress come per i professionisti degli sport tradizionali

Author: GAMEmag – Videogames

Ansia da prestazione, paura di fallire e tensioni derivanti dalla cattiva comunicazione con i compagni di squadra: sono alcune delle cause che provocano intense pressioni psicologiche sia nel giocatore professionista di uno sport tradizionale sia nel giocatore professionista degli eSport emergenti. Lo rivela uno studio psicologico realizzato nel Regno Unito e pubblicato sull’International Journal of Gaming and Computer-Mediated Simulations.

La psicologia dello sport è un campo di indagine che esiste da parecchio tempo, e recentemente la si sta applicando anche agli eSport, come abbiamo già visto in questo approfondimento. Fra le altre, l’Università di Chichester nel Regno Unito ha allestito un’area di ricerca che si concentra sullo studio scientifico dell’impatto fisico e psicologico degli sport, toccando al contempo i temi di alimentazione, coaching e strategia all’interno di un contesto di gioco. Sulla base dei risultati ottenuti da questa ricerca Philip Birch, direttore dello studio e specializzato in psicologia dello sport e delle prestazioni fisiche, ha cercato di capire a quale tipo di stress è sottoposto il giocatore di eSport e come sia possibile affrontarlo.

Birch e i suoi colleghi si sono concentrati su Counter-Strike: Global Offensive, perché le strategie che richiede sono simili a quelle necessarie per gli sport di squadra fisici come il calcio o il rugby. CS:GO è oggi uno degli eSport più popolari e i suoi tornei più importanti, conosciuti come Major, coinvolgono circa un milione di spettatori contemporanei e si caratterizzano per montepremi che vanno da 75 mila a un milione di dollari. Più di 380 milioni di persone hanno visto competizioni di eSport di varia natura nel solo 2018.

Nel 2016, uno dei principali team di CS:GO, Astralis, ha assunto uno psicologo dello sport per aiutare i suoi membri a far fronte alle pressioni psicologiche che nascono per via della competizione in un contesto in cui il livello di abilità dei giocatori è molto elevato. Quando Astralis ha vinto l’ELEAGUE Major nel gennaio 2017, i suoi giocatori hanno attribuito il merito della vittoria allo psicologo del team. Da quel momento in poi tutti i team di eSport di alto livello si sono dotati di uno psicologo dello sport.

Lo studio si è basato su un campione composto da sette giocatori che hanno preso parte alle finali del torneo ESP Premiership di CS:GO, con un’esperienza negli eSport competitivi che variava da 2 a 7 anni. Uno dei membri del team di ricerca, Matt Smith, inoltre, ha partecipato a una competizione di eSport per rendersi conto in prima persona del tipo di gameplay e dell’ambiente che contraddistingue questi eventi: ha poi sfruttato queste conoscenze per strutturare le interviste su cui si basa lo studio.

La squadra di Birch ha concluso che i giocatori di eSport sono sottoposti a 51 diversi fattori di stress. Gli aspetti che incidono maggiormente sullo stress sono legati alle difficoltà nella comunicazione con i compagni di team e al fatto di dover ottenere la prestazione mentre si è a diretto contatto con il pubblico, che assiste alle gare dal vivo. Si tratta di fattori di stress molto simili a quelli che subiscono i professionisti degli sport tradizionali che competono ai massimi livelli, solitamente in squadra e all’interno di uno stadio.

I problemi di comunicazione erano legati soprattutto al tipo di rapporto con il leader della squadra: i giocatori di CS:GO spesso non hanno ascoltato le istruzioni, impartite in modo aggressivo e negativo, da parte del leader della squadra durante le partite. Altre questioni interne alla squadra includevano la mancanza di fiducia nei compagni di squadra, perché considerati incapaci a gestire le emozioni sotto pressione o di essere eccessivamente avversi al rischio per paura di fallire e deludere la squadra. Alcuni giocatori hanno preferito dedicarsi al miglioramento del proprio punteggio personale, piuttosto che devolversi alla causa e giocare per il team. Altre tensioni sono sorte quando alcuni membri della squadra non hanno preso seriamente l’allenamento, altrettanto cruciale per migliorare la concentrazione su lunghi periodi indispensabile per ottenere i risultati negli eSport.

Ci sono anche fattori di stress esterni, derivanti perlopiù dagli attacchi che le squadre coinvolte nelle partite si scambiano sui social network e all’ansia associata dal dover ottenere la prestazione davanti al pubblico che segue l’evento dal vivo. “Ad esempio, hai percepito la vicinanza della telecamera che segue la tua partita: ti hanno appena visto e questo ti fa sentire molto peggio”, è stato detto in una delle interviste. Alcuni partecipanti allo studio hanno riferito di sentirsi stressati per aver dovuto sostenere delle interviste con i giornalisti presenti, in particolare i giocatori che non sono madrelingua inglesi.

Lo studio si occupa anche di strategie di coping, ovvero di adattamento al fine di fronteggiare problemi emotivi ed interpersonali e gestire lo stress. Si tratta nella maggior parte dei casi di strategie per affrontare il disagio emotivo, come fare una pausa tra le partite, ignorare mentalmente la presenza della telecamera e concentrarsi il più possibile esclusivamente sul gioco. Altre strategie di coping hanno previsto il sostegno ai compagni di squadra in modo che aumentasse la loro fiducia nell’ottenimento dell’obiettivo o discutere con loro per cercare di capire cosa non ha funzionato nella strategia di squadra. Ci sono anche strategie che prevedono di evitare l’adattamento, come eludere le interviste o ignorare i social network.

Lo studio è incompleto per una serie di aspetti: il team di Birch ne è consapevole perché si tratta di un approccio conoscitivo del problema. Ad esempio, non ha tenuto conto delle giocatrici, ancora in minoranza nell’ambiente competitivo di CS:GO. Allo stesso tempo, il numero di giocatrici è in rapida espansione, parallelamente alla crescita di interesse nei confronti degli eSport. È probabile che i giocatori di sesso femminile debbano affrontare ulteriori fattori di stress: studi precedenti, ad esempio, hanno sottolineato come le ragazze siano più sensibili alle molestie di carattere sessuale.

Ulteriori studi potrebbero anche esplorare come i tratti della personalità come il nevroticismo, il narcisismo e l’estroversione possano influenzare la capacità dei giocatori di affrontare ambienti competitivi molto stressanti. “Possiamo capire alcune cose sulla loro personalità sulla base delle reazioni a determinate situazioni di gioco” ha detto Birch. L’obiettivo finale è quello di strutturare una metodologia di allenamento che possa aiutare i pro player a ottenere risultati migliori gestendo adeguatamente lo stress.

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