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Italia viva è uscita dal governo

Author: Camilla Lombardi Wired

Come minacciato, il partito dell’ex presidente del Consiglio ha lasciato il governo, con le dimissioni di due ministre e un sottosegretario. E intanto il Recovery Plan va avanti

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Italia viva di Matteo Renzi è uscita dal governo, con le dimissioni delle ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, oltre al sottosegretario Ivan Scalfarotto. In sostanza, si è aperta una crisi per il governo Conte bis. La ragione, almeno di facciata, riguarda il rifiuto di accedere alMeccanismo europeo di stabilità, o Mes (qui un riassunto per capire cosa sia), per riprendersi dalla pandemia. Renzi, in una conferenza stampa tenuta su Facebook, ha affermato di essere contro un voto anticipato o un accordo con il centrodestra. Si vedrà a breve come proseguirà una trattativa con lo stesso Giuseppe Conte (cui chiede di andare a riferire al Parlamento).

Era giusto ieri quando, con un lungo Consiglio dei ministri della sera del 12 gennaio, il Recovery Plan italiano era stato approvato, ma senza il voto delle due ministre di Italia Viva Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, che si erano astenute. Il dibattito sul piano di aiuti economici per la pandemia di Covid-19 a un certo punto si era spostato sulla questione dell’attivazione del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), con le rappresentanti di Iv che aveavano chiesto di inserire nel piano per il Next Generation Eu altri 36 miliardi per la sanità. Richiesta respinta dal Cdm, in quanto non era “la sede per affrontare una discussione sul punto”, aveva sottolineato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Tuttavia, la proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza – il cosiddetto Recovery Plan – per l’utilizzo del Next Generation Eu – cioè il cosiddetto Recovery Fund – dell’Unione europea sarà inviata alla Camera e al Senato “al fine di acquisirne le valutazioni”. Una volta passato il vaglio del Parlamento italiano, il Pnrr approderà finalmente in Ue, la cui scadenza ultima per la presentazione della proposta è il 30 aprile.

Nel comunicato stampa del Cdm si legge che “le risorse complessivamente allocate nelle sei missioni del Pnrr sono pari a circa 210 miliardi di euro. Di questi, 144,2 miliardi finanziano ‘nuovi progetti’ mentre i restanti 65,7 miliardi sono destinati a ‘progetti in essere’ che riceveranno, grazie alla loro collocazione all’interno del Pnrr, una significativa accelerazione”. Le sei missioni citate, che rappresentano le aree tematiche strutturali di intervento attraverso i fondi del Next Generation Eu, sono: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute.

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