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Dragon Quest Treasures Recensione: mostri e cacciatori di tesori

Author: GamesVillage.it

La saga di Dragon Quest continua con una nuova avventura. Le caratteristiche sembrano le stesse ma sono presenti anche alcune piccole e sostanziali differenze che rendono questa storia differente e stimolante. Dragon Quest Treasures si differenzia per gameplay, personaggi e stile generale, promettendo comunque ore di grande divertimento ed emozioni come i precedenti capitoli. Prendendo ispirazione dal passato e cambiando target di riferimento, la Square Enix è riuscita ancora una volta a creare un piccolo capolavoro che aspetta soltanto di essere vissuto.

Dragon Quest Treasures: i tesori dei draghi

Come descritto nel nostro provato, i giovani Erik e Mia, che abbiamo conosciuto e amato in Dragon Quest XI, tornano in questa grande avventura. Più che un ritorno, però, bisognerebbe parlare di un prequel. In Dragon Quest Treasures, infatti, viaggiamo per il mondo nei panni dei due fratelli prima che abbandonassero la nave vichinga da cui erano stati trovati e che li aveva accolti. La vita sulla nave, però, non è come se l’aspettavano o per lo meno, come avrebbero voluto fosse. Erik e Mia, infatti, sognano un futuro da grandi cacciatori di tesori ma la ciurma non fa altro che sbeffeggiarli e trattarli da sguatteri. A nulla servono i continui tentativi dei ragazzi di dimostrare il loro valore, tentando invano di far rivalutare l’opinione generale nei loro confronti. Ad Erik e Mia non rimane altro che sognare sdraiati sulla loro branda, aspettando l’occasione perfetta per cambiare il loro destino

La svolta arriva una sera come tante, durante una delle chiassose feste che i vichinghi danno per festeggiare il recupero di nuovi tesori. Fra queste rarità, però, ve ne sono due particolari e dal grande valore: due strani esseri alati, dalle fattezze di una gatta e un maialino. I fratelli decidono di liberarli e le creature, per ringraziarli, decidono di guidarli verso delle antiche rovine. All’interno di quello che sembra essere un tempio ormai abbandonato, Erik e Mia estraggono due armi dal terreno, i Pugnali del Drago, che danno loro la capacità di parlare con i nuovi amici. Il verde maialino Suyn e la violacea gatta Misha li hanno scelti per una grande impresa: recuperare un tesoro unico e per farlo daranno loro supporto. Il primo aiuterà Mia mentre la seconda sceglie Erik. Le nuove armi, inoltre, aprono loro un portale su un nuovo, grande e avventuroso mondo. Volenti o nolenti, i due ragazzi vengono risucchiati all’interno e partono per il viaggio che avevano sempre sognato.

La loro destinazione è Draconia, un vasto regno fatto di isole fluttuanti create dai resti di due giganteschi draghi, ormai ridotti a scheletri ricoperti di terra su cui un nuovo mondo si è sviluppato. In ognuna di queste isole, innumerevoli sono i tesori che è possibile recuperare. Ma quelli che le creature alate richiedono a Erik e Mia, sono dei valori di grande importanza: le Gemme del Drago, tesori dai grandi poteri e che fanno gola a molti su Draconia. Prima di lanciarsi alla loro ricerca, però, è necessario per i due fratelli trovare una base dove riposare, reclutare nuovi compagni e custodire i tesori trovati. Il luogo migliore è una vecchia stazione dei treni, base di partenza di una futuristica e magica ferrovia che un tempo collegava tutte le terre. Rimessa in sesto la stazione e trasformata in una casa perfetta, l’avventura di Erik e Mia può finalmente avere inizio.

I mostri sono tuoi amici… forse

Vero pilastro portante di Dragon Quest Treasures è la relazione e la collaborazione che deve essere instaurata con i mostri, concetto già presente nel vecchio spin-off della saga Dragon Quest Monster: Joker. Il mondo di Draconia, infatti, è ricco di tante tipologie differenti di creature selvatiche che tenteranno di attaccare i due protagonisti non appena li notano. Ogni volta che uno di questi viene battuto, vi è una possibilità che rimanga impressionato dalle nostre capacità e decida di unirsi al nostro gruppo di cacciatori di tesori. Tornando quindi alla stazione, è possibile reclutarli pagando un compenso in denaro o oggetti recuperati. Potremo quindi formare un team composto da quattro membri, compreso uno dei fratelli, con il quale affrontare le difficoltà e andare alla ricerca di tesori e Gemme del Drago. Purtroppo non è possibile utilizzare all’interno dello stesso team sia Erik che Mia ma ci è concesso decidere di scambiare i due fratelli in qualsiasi momento, recandosi alla base, senza cambiamenti nello sviluppo della storia e mantenendo sempre lo stesso livello d’esperienza.

La scelta dei mostri da portare con sé, non è assolutamente secondaria. Fondamentale è valutarne potenza, capacità e livello, per poter affrontare degnamente le sfide che la storia ci mette di fronte. Il combattimento si libera del sistema a turni tipico dei GDR, per offrire un’esperienza più attiva, da videogioco d’avventura. Durante gli scontri possiamo controllare solamente il fratello che abbiamo scelto, mentre i mostri che ci accompagnano sono liberi di seguire la loro natura. Un sistema di combattimento a tratti caotico, complice una telecamera che in queste situazioni diventa un ostacolo piuttosto che un vantaggio. Le nostre armi principali sono il pugnale e una fionda con tanti differenti tipologie di proiettili, per attacchi fisici basati sulla contusione, il fuoco, il gelo, ma anche per curare gli amici, rallentare gli avversari o aumentare le possibilità che il mostro decida di unirsi a noi. La relazione con i mostri è fondamentale durante gli scontri poiché potremo, dopo un certo numero di colpi andati a segno, scatenare la mossa finale di uno dei nostri compagni per effetti devastanti.

La scelta dei mostri è importante anche per viaggiare lungo tutta Draconia. Ognuno di loro, infatti, possiede un’abilità speciale che ci permette di muoverci più facilmente. Alcuni ci permettono di saltare più alto mentre altri ci fanno planare per un lasso di tempo, permettendoci di raggiungere zone irraggiungibili normalmente. Ma esistono anche capacità più particolari, come quella di trasformarsi in ombra e di scattare velocemente per superare zone invase da mostri, o che aumentano la capacità di rilevamento di tesori. Il nostro pugnale, infatti, ci permette di attivare il Tesoroscopio, una bussola che indica dove trovare tesori sepolti. Una volta arrivati molto vicino ai nascondigli, possiamo utilizzare la Visione Mostruosa, accedendo ai ricordi dei mostri e visualizzando il luogo esatto dove è stato sepolto. Non tutti i tesori, però, sono nascosti. Ne esistono alcuni semplicemente posizionati in luoghi impervi ed altri recuperabili alla fine di dungeon. Luoghi protetti naturalmente da terribili mostri che si frappongono tra noi e il nostro desiderio di diventare i più grandi cacciatori di tesori del mondo.

Dragon Quest Treasures: non siamo gli unici a cercare ricchezze

All’interno di questa nuova avventura firmata da Square Enix e Akira Toryama, non saremo gli unici a cercare tesori per tutta Draconia. Sono presenti diverse squadre di cacciatori, simpatici personaggi che vagano per tutte le isole cercando, scovando e alle volte rubando, ricchezze. Non è raro doversi scontrare direttamente con loro per aggiudicarsi il bottino. In questo caso dobbiamo gareggiare in una versione alternativa del rubabandiera, in veste mostruosa. Mentre ci scontriamo contro il team di mostri nemico, saremo impegnati anche a cercare di sottrarre il vessillo avversario, tirandolo fuori lentamente, molto lentamente, dal terreno, evitando allo stesso tempo di essere colpiti dagli altri, evento che interrompe l’azione. Una sorta di mini game a cui dovremo giocare in diversi punti del titolo e che rompe in ogni caso la routine di ricerca e recupero dei tesori, rendendo il gameplay ancora più divertente e variegato.

Perché in Dragon Quest Treasures è palese come il target di riferimento sia differente rispetto agli altri titoli del passato. La giovane età dei protagonisti, con caratteristiche più vicine a un pubblico giovane, il sistema di combattimento e di evoluzione GDR semplificato ma sempre stimolante e la perdita di quelle atmosfere epiche e più cupe del precedente capitolo, fanno capire come Square Enix stia tentando di appassionare una nuova e giovane generazione alla saga. D’altronde il gioco è stato etichettato come PEGI 7, anche se il livello di divertimento è in grado di rappresentare un’interessante variazione sul tema Dragon Quest che, siamo certi, divertirà anche i fan di lunga data.

PIATTAFORME: Nintendo Switch

SVILUPPATORE: Square Enix

PUBLISHER: Square Enix

Dragon Quest Treasures è l’ultimo capitolo della saga targata Square Enix. In questa avventura prendiamo i panni di Erik e Mia che, ancora giovani e inesperti, sognano una vita da cacciatori di tesori. L’incontro con due strane creature alate, il maialino Suyn e la gatta Misha, oltre al recupero dei due Pugnali del Drago, li porta nella magica terra di Draconia, popolata da mostri di tutti i tipi. Creature affascinanti che oltre a rappresentare i nostri principali avversari, possono anche unirsi al nostro team. Il sistema di combattimento risulta essere un GDR semplificato senza l’attesa dei turni. Incentrato più sull’azione libera, ci permette di combattere solo con uno dei fratelli, mentre i mostri che ci accompagnano sono liberi di agire liberamente, anche se il tutto, alle volte, risulta essere molto caotico. In ogni caso la storia, anche se dedicata a un pubblico giovane, si dimostra divertente e appassionante anche per i videogiocatori di lunga data. Una nuova incredibile avventura popolata da draghi e cacciatori di tesori, alla ricerca continua di ricchezze e delle famigerate Gemme del Drago, da scovare con l’aiuto dei nostri amici mostri, attraverso le loro capacità speciali.

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